LA MALATTIA COME FONTE DI GUADAGNO.

25-09-2016

Vincenzo Bilotta

Oggi voglio parlarvi della malattia e di come le case farmaceutiche sono riuscite a fare, dello stato di disagio dell’individuo, una forma di business altamente produttiva. Al di là del fatto che la malattia non è un fenomeno a sè stante ma, soltanto, un effetto noto di una causa, apparentemente, ignota, più che di malattia, io amo parlare, come già anticipato dal Dott. Oliviero nel suo libro, di “benattia”. Francamente, dopo anni di lavori e di studi sulla persona (su di Me in primo luogo, ma anche sui miei clienti), ho avuto modo di scoprire come la gente sia brava ad ammalarsi e a morire invece di godere della vita e di ciò che essa può offrire ad ogni individuo. Einstein ebbe modo di dire che la gente comune sfrutta solo il 15% delle potenzialità totali del proprio cervello. Il resto percentuale, e cioè l’85%, lo usa per farsi del male. Molte persone ancora credono nella favola della genetica, troppe muoiono ancora per essere fedeli a ciò che disse un semplice naturalista corrispondente al nome di Charles Darwin. Da allora, gente come Bruce Lipton ha avuto modo di confutare e dimostrare la falsità, su basi scientifiche, di queste affermazioni. Se, quanto scoperto da Darwin, andava bene nel 1800, oggi la realtà è diversa. La gente, come i veri studiosi di genetica, cerca la verità al di là delle teorie. Come dire? Certezze al posto di belle parole (non sempre belle, a volte sono pure complicate!). Dando per scontato il fatto che l’alterazione a livello genetico avviene a seguito di un’errata codificazione, da parte del cervello, degli stimoli ambientali, da ciò si evince come sia facile prevenire la malattia attraverso un approccio diverso, e meno stressante, alla vita quotidiana da parte del soggetto che interagisce con l’ambiente che lo circonda. Poichè non voglio parlare in questa sede di epigenetica, fatta questa premessa voglio parlarvi della malattia come fonte di guadagno da parte delle case farmaceutiche. Oggi, come ieri del resto, si assiste ad un aumento delle patologie. Accanto a quelle esistenti, infatti, le case farmaceutiche ne aggiungono delle nuove ogni anno allo scopo di arricchirsi alle spalle dei (presunti) malati.
Oltre alle patologie quali colesterolo, ne sono state create altre e sempre di nuove ce ne saranno. Ciò grazie a degli accordi nascosti presi tra le case farmaceutiche, i ministeri della sanità (?) delle varie nazioni e, non da ultimi, i medici. In base a questi accordi, la case farmaceutiche, il cui scopo, di sicuro, non è quello di curare il paziente ma, semmai, di mantenerlo malato per potersi poi arricchire alle sue spalle, creano nuovi farmaci, all’apparenza più efficaci ma che, in realtà, agiscono solo sui sintomi e, quasi mai, sulle vere cause delle patologie. Al di là del fatto che la medicina ufficiale è anni luce indietro rispetto a quelle che sono le vere cause della malattia, essa non ha, a prescindere dalla sua ignoranza, alcun interesse a curare nessuno. Esistono in commercio farmaci molto costosi che vanno assunti per lunghi periodi. Questi farmaci, hanno spesso (l’80% delle volte) effetti collaterali nei confronti dei pazienti che li assumono. Le case farmaceutiche, di contro, avendo interesse a guadagnarci, minimizzano sui possibili danni, limitandosi a scrivere libri di avvertenze sugli effetti collaterali pur continuando a produrli e a mantenerli in commercio. La gente, per fortuna, si va svegliando. Molti ricorrono alla medicina alternativa abbandonando, al contempo, quella allopatica. L’omeopatia, ormai, ha preso piede; ciò grazie alla sua efficacia e ai ridotti effetti collaterali (sempre e comunque transitori). Ovviamente, la medicina di base, accusando il colpo, fa di tutto per screditare le terapie non convenzionali, allo scopo di difendere i suoi metodi di cura obsoleti, invasivi, e spesso mortali. Quanta gente è già morta a causa delle terapie iatrogene? Quanta ne dovrà morire ancora prima che qualcosa cambi? Se vogliamo che cambi davvero qualcosa, iniziamo a cambiare noi. Non diamo nulla per scontato, specie in ambito medico. Fermiamo l’espandersi delle multinazionali del farmaco attraverso la presa di coscienza dei reali interessi che si nascondono dietro queste persone senza scrupoli. Informiamoci, cerchiamo di capire al di là delle parole dette dai medici. Essi, non tutti per fortuna, sono solo dei burattini che stanno alla base di una piramide con al vertice persone che altro interesse non hanno se non quello di arricchirsi alle spalle delle masse inconsapevoli. Apriamo gli occhi. Cambiamo visione della vita e dei fenomeni ad essa inerenti. Solo così la realtà potrà cambiare.

 

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