L’AULIN E' TOSSICO. L’ITALIA QUANDO DECIDERA' DI TOGLIERLO DAL MERCATO?

06-10-2016

Questa notizia è in rete già da diverso tempo eppure sembra che nessuno ne voglia prendere atto. L’analgesico più conosciuto, l’Aulin, è tossico. Utilizzato per lo più nei mal di testa, mal di denti, un antidolorifico utilizzato e consigliato spesso. Qualche anno fa se ne era ancora parlato, l’allarme era stato lanciato da 16 paesi Europei e Irlanda, Spagna e Finlandia lo avevano ritirato dal mercato. Un medicinale che non viene nemmeno commercializzato negli Stati Uniti, in Giappone, Canada, Germania e Gran Bretagna. I primi Paesi a ritirare dal mercato il nimesulide (per l’Italia il farmaco di marca più noto è sicuramente l’Aulin) nel lontano 2002 furono Spagna e Finlandia, seguite nel 2007 anche da Irlanda. Nel Gennaio 2010, dopo numerosi casi di danni collaterali su diversi pazienti, principalmente danni al fegato e all’apparato gastroenterico causati dalla nimesulide, la Commissione Europea raccomanda ai vari paesi dell’ Unione di «evitare ogni possibilità d’uso cronico della nimesulide».Già prima delle raccomandazione della Commissione Europea nel 2010, ben nove nazioni Europee (Belgio, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Olanda, Spagna e Svezia) avevano ritirato il farmaco dal mercato, mentre addirittura Germania e Gran Bretagna non hanno mai autorizzato il suo commercio! In Italia invece, l’Aulin continua ad esser venduto dietro ricetta medica e prescritto per brevi periodi di tempo, anche se in commercio esistono già altri medicinali con la stessa efficacia e minor rischio per la salute. Il principio attivo Nimesulide, alla base di numerosi medicinali in commercio, comporterebbe effetti devastanti per il fegato, talvolta anche letali. Il Nimesulide è commercializzato in vari Paesi e in Italia ed è la molecola alla base di diversi farmaci: Algimesil, Antalgo, Areuma, Dimesul, Domes, Efridol, Eudolene, Fansulide, Flolid, Isodol, Ledolid, Ledoren, Nerelid, Nide, Nimenol, Nims, Noxalide, Resulin, Solving, Sulidamor, Fansidol, Sulide, Idealid, Delfos, Domes, Noalgos, Algolider, Aulin, Mesulid, Nimesil, Remov, Migraless, Edemax, Mesulid Fast, Nimedex. I primi a ritirare dal commercio farmaci contenenti il nimesulide sono stati Spagna, Finlandia ed Irlanda allertati dalla sua tossicità epatica, nel 2002. Cinque anni più tardi, il 15 maggio 2007, l’Irlanda si accoda, dopo che sei pazienti in cura con l’Aulin sono stati costretti al trapianto di fegato per grave insufficienza epatica. E’ proprio il documento ufficiale della Irish Medical Board (il massimo organo di Salute) a fugare ogni dubbio.
L’Irish Medical Board ha dichiarato: “è un raro ma grave effetto collaterale del nimesulide. Tuttavia abbiamo ricevuto dati provenienti dall’Unità Nazionale di trapianto di fegato del St. Vincent University Hospital, i quali parlano di sei pazienti che hanno richiesto trapianto di fegato dopo il trattamento con il nimesulide. Da quando il prodotto ha fatto ingresso in Irlanda nel 1995, si sono registrati un totale di 53 segnalazioni. Tra queste nove casi di insufficienza epatica, sei dei quali provenivano da l’Unità Nazionale trapianto di fegato e tre casi mortali di insufficienza epatica. “Non sembra però che l’allarme abbia in qualche modo preoccupato l’Italia. Il nostro Paese consuma il 60% della produzione mondiale di nimesulide. Sembra che nel maggio 2008 un’inchiesta guidata dal magistrato torinese Raffaele Guariniello abbia portato allo scoperto un sistema illecito che potrebbe avere arrecato danni alla salute dei cittadini. Un alto funzionario dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) avrebbe intascato mazzette per evitare i controlli sul farmaco. In manette sarebbero finiti 2 funzionari dell’Aifa, Pasqualino Rossi ed Emanuela Bove. Nel maggio 2008 la SIF (Società Italiana di Farmacologia) avrebbe riportato che i benefici sono superiori ai rischi legati al principio attivo. “Se essa (nimesulide) resta in commercio oltre che in Italia in ben altri 16 Paesi europei“, ha dichiarato, “fra cui Francia, Portogallo, Svizzera, Ungheria, è perché l’Agenzia regolatoria europea ha ritenuto che, nonostante quanto autonomamente stabilito da alcuni Paesi, il suo profilo di beneficio/rischio rimane ancora favorevole“.

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