08-10-2016
La curcuma è coltivata soprattutto in Asia dove il suo rizoma polverizzato viene utilizzato come pigmento ed aromatizzante in numerosi alimenti e condimenti, tra i quali il famoso curry. Per la Medicina Tradizionale Cinese la curcuma stimola le energie vitali del sangue, ha azione emmenagoga ed analgesica, viene utilizzata per trattare le dilatazioni dell'addome, l'amenorrea, il dolore addominale post-partum, ferite, carbonchio ed ittero. Nell'antica medicina tradizionale indiana, l'Ayurveda, la pianta aveva una grande importanza come antinfiammatorio e colagogo. In Indonesia è considerata dalla medicina popolare utile per la cura dell'itterizia e delle malattie epatiche. Somministrata generalmente per bocca, la pianta viene assorbita solo parzialmente essendo rintracciabile nelle feci per almeno il 75%. Studi con curcumina radioattiva, a vari dosaggi, hanno dimostrato come non si possano identificare livelli ematici significativi di curcumina tanto nel circolo portale come in quello sistemico: mentre quantità considerevoli di radioattività (fino al 65%) sono rintracciabili nel sangue, nel fegato e nei reni: ciò potrebbe far pensare ad una rapida trasformazione in un qualche metabolita non ancora identificato, forse la tetraidrocurcumina. Questi studi evidenziano un dato contraddittorio che dovrà essere ulteriormente indagato. L'esperienza di numerosi terapeuti suggerisce che si potrebbe potenziare l'assorbimento di curcumina attraverso l'assunzione contemporanea di bromelina, il principale enzima proteolitico dell'ananas. Non ho trovato pubblicazioni in merito ma ho ritenuto opportuno segnalare questa notizia. Dal momento che la curcumina viene scarsamente assimilata, si consiglia l'assunzione a stomaco vuoto.
ATTIVITA' ANTINFIAMMATORIA
L'estratto acquoso di Curcuma longa è in grado di inibire l'edema provocato dall'iniezione di carragenina nella zampa di ratto: nello stesso test la curcumina ha dimostrato un'attività paragonabile a quella dell'idrocortisone. Attività simile a quella del cortisone è stata dimostrata nell'inibizione della cicatrizzazione di ferite da parte della curcumina mentre l'estratto totale di curcuma sembrerebbe accelerare il processo di riparazione delle ferite. La curcumina, ed estratti di Curcuma longa, sono in grado di inibire anche l'artrite da formaldeide risultando così attiva anche nella flogosi cronica.
L'interesse della curcumina risiede nel fatto che è attiva tanto sulle ciclossigenasi (sistema delle prostaglandine) quanto sulle lipossigenasi (sistema dei leucotrieni), come accade in parte a molti moderni FANS. Tali dati in vitro hanno avuto conferma anche in alcuni trials clinici in cui la molecola ha dimostrato un'attività antinfiammatoria simile al fenilbutazone nell'artrite reumatoide e nell'infiammazione post-operatoria. Alcuni studi clinici di autori indiani segnalavano, agli inizi degli anni settanta, l'attività della curcuma nelle infiammazioni croniche delle vie respiratorie. Se la curcumina, proprio per il suo meccanismo d'azione, induce ulcera gastrica nei ratti, la polvere della radice di curcuma sembra aumentare in modo significativo la protezione gastrica con incremento del muco.
ATTIVITA' EPATOPROTETTRICE
In colture di epatociti di ratti, la pianta è risultata attiva nel proteggere le cellule dalla perossidazione lipidica indotta dal paracetamolo, anche se non in grado di inibire la sua citotossicità. In studi su animali la curcumina è stata in grado di ridurre significativamente le lesioni epatiche indotte dall'aflatossina dell'Aspergillus parasiticus, una delle più potenti tossine epatiche conosciute. Tale azione va probabilmente ascritta alle sue proprietà antiossidanti.
ATTIVITA' ANTIMICROBICA
Mentre la curcumina risulta un agente batteriostatico, l'olio essenziale e l'estratto alcolico della curcuma hanno mostrato attività battericida in vitro sia per i gram positivi che per i gram negativi. L'olio essenziale di curcuma risulta attivo anche su diversi funghi patogeni. Si suppone che gli effetti antimicrobici della curcuma siano veramente efficaci quando utilizzata per uso topico. In uno screening sull'attività biologica di piante indiane è stata segnalata l'attività anti-amebica dell'estratto etanolico del rizoma di Curcuma su Entamoeba hystolitica in vitro.
MUTAGENESI ED ANTIMUTAGENESI
Gli estratti acquosi ed alcolici di Curcuma longa e la stessa curcumina sono risultati non mutageni al test di Ames, con e senza attivazione metabolica, ed in grado viceversa di antagonizzare numerose sostanze mutagene come i prodotti di condensazione del tabacco, il benzopirene ed il dimetilbenzoantracene.
ATTIVITA' CHEMOPREVENTIVA
L'azione chemopreventiva della curcumina è stata indagata in numerosi modelli animali tanto da essere inclusa tra le sostanze chemopreventive più interessanti nel grande screening che il National Cancer Institute sta sviluppando in tal senso. Non è ancora arrivata alla fase 1 o 2 di studio sull'uomo, ma sicuramente, insieme all'acido ellagico e all'acido fumarico, è tra le molecole più promettenti per passare ad uno studio clinico. Sicuramente gran parte del suo interesse risiede nel fatto di esercitare un'azione chemopreventiva su più modelli animali e soprattutto nell'esplicarla a dosaggi paragonabili alle percentuali di curcumina presenti nella dieta umana.