10-10-2016
Ogni volta che si parla di abolire l’obbligo vaccinale, si finisce sempre a discutere come se si volessero abolire le vaccinazioni, ma abolire l’obbligo, non significa vietare qualcosa, ma semmai restituire la facoltà di scelta. Lo scopo della libertà di scelta, è quello di garantire ai genitori una corretta informazione al fine di poter scegliere liberamente e consapevolmente sulla salute dei propri figli. Venendo a meno l’obbligo vaccinale, si rende necessaria la promozione di una campagna di informazione scientificamente e deontologicamente corretta per una scelta consapevole. E’ forse questa informazione che si teme di dare? Si teme forse che le informazioni non siano tali da confutare i dubbi dei genitori? Dopo tanto discutere, mi viene da pensare che forse il punto sia proprio questo: fornire l’informazione, la documentazione, le prove, tali per le quali ogni genitore senta di fare la cosa giusta nel sottoporre il proprio figlio alle vaccinazioni. Andando a curiosare sul portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica, scopriamo quanto il tema del superamento dell’obbligo vaccinale sia in realtà un tema ampiamente condiviso. Dallo stesso portale, possiamo apprendere che: "Sospendere l’obbligo di vaccinazione non significa necessariamente smantellare il sistema vaccinale, ma iniziare ad affrontare il problema del divario tra vaccinazioni obbligatorie, facoltative e raccomandate nell’ambito di un nuovo tipo di percorso". Leggendo le varie osservazioni, possiamo notare come già dal 2006, questa “strada” fosse condivisa da fonti istituzionali.A questo punto mi chiedo, dopo 10 anni, cosa impedisca d’intraprendere questa strada a livello nazionale. Forse c’è in gioco ben più che la semplice libertà di scelta, forse a qualcuno fa comodo così, mi vien da pensare…
D’altronde quella dell’obbligo è da sempre la scelta più facile (per loro) e nascondendosi dietro l’obbligo, ci si può permettere ad esempio, di non distribuire i bugiardini dei vaccini, come prassi, insieme alla lettera d’invito dell’Asl. Voi prendereste un medicinale senza leggere il bugiardino? Eppure con i vaccini si fa, ed alcuni genitori, affermano che dietro esplicita richiesta, hanno sì ricevuto i bugiardini, ma in lingue diverse dall’italiano. Sempre sul tema dell’obbligo, ribadisce il concetto il Prof. Tridente, ex Direttore di Immunologia all’Università di Verona, facendo anche riferimento ad un’indicazione europea che invitava gli stati membri a rendere facoltative tutte le vaccinazioni a partire dal 2010. E’ infatti interessante osservare come si comportano a proposito le altre nazioni, comprese quelle europee, di cui la maggior parte non ha l’obbligo. Attualmente, alle regioni è data facoltà di decidere la “strategia” vaccinale: ricordo che in Veneto è in vigore la legge sulla sospensione dell’obbligo vaccinale. I dati raccolti nel Veneto, dimostrano come questa scelta sia funzionale. Se tutti siamo d’accordo sulla libertà di scelta, qual è l’ostacolo che non riusciamo a passare? Di cosa si ha realmente paura? E’ importante notare che: in caso di pandemie l’obbligo viene ripristinato. Forse, senza obbligo, ci sarebbero più cose da garantire, come per esempio, una serie di controlli sul bambino prevaccinazione, come riporta fra l’altro, la Corte Costituzionale con sentenza 258 del 20-23/6/1994 ove dice espressamente che è “necessario porre in essere una complessa e articolata normativa di carattere tecnico che individui esami chimico-clinici idonei a prevedere e prevenire possibili complicanze da vaccinazione”. Riporto due estratti:
“In questa prospettiva e per quanto innanzi premesso, emerge come le esigenze cautelative sottolineate dal Pretore già trovino un primo livello di risposta nella doverosità dell’osservanza, in sede di attuazione ed esecuzione del trattamento obbligatorio, di quelle <<cautele o modalità che lo stato delle conoscenze scientifiche e l’arte prescrivono in relazione alla sua natura>>, e la cui violazione fonda appunto la tutela aquiliana ex art. 2043 cit.”.
“Tuttavia il Pretore, evidentemente, ritiene necessaria una più puntuale ed espressa prescrizione di siffatte cautele mediante la previsione e specificazione a livello normativo dei singoli accertamenti preventivi idonei a ridurre, se non ad eliminare radicalmente, il rischio, che peraltro egli stesso riconosce percentualmente modesto, di lesioni alla integrità psico-fisica per complicanze da vaccino”.
- Si può “imporre” l’esavalente ( 6 vaccini ) a fronte dei 4 obbligatori.
- Si possono evitare di dare spiegazioni dettagliate ai genitori (esempio bugiardini).
- Si possono evitare di fare esami preventivi al fine di ridurre il rischio di reazioni avverse.
Dovrebbe essere doveroso per ogni medico porsi la domanda se l’attuale approccio vaccinale, di un paese industrializzato, sia corretto o se non sia ora più saggio pensare di potenziare l’immunità aspecifica, al posto di quella specifica, impostando eventualmente una scheda vaccinale strettamente individualizzata in base alle caratteristiche personali e socio familiari del bambino e che tenga anche conto delle più recenti ricerche immunologiche. Certo questo potrebbe voler dire rendere effettivamente disponibili le singole dosi da vaccino, in modo tale che se per esigenze dovessi fare il vaccino antimorbillo a mio figlio, potrei evitare di somministrargli anche l’antiparotite e rosolia. Oppure potrei decidere di fare il dosaggio ematico degli anticorpi contro il tetano e scoprire, magari, che mio figlio ha un tasso di anticorpi antitetanici superiore alla soglia considerata protettiva dalla letteratura scientifica, cosa che rende di fatto inutile la vaccinazione tetanica, se non pericolosa per via del rischio di iperimmunizzazione. E’ questo che significa libertà di scelta. Significa anche il poter scegliere il percorso più adatto per il proprio figlio, studiato con il proprio medico, e non adottare una strategia di vaccinazione di massa, che di fatto considera ogni bambino uguale all’altro. Potrebbe anche voler dire fare un vaccino alla volta, rispettando i tempi tra una somministrazione e l’altra, in modo da valutare eventuali effetti negativi ed interrompere il piano vaccinale. Come detto in precedenza, in questo momento, alle regioni è lasciata facoltà di decisione. Abbiamo visto sopra l’esempio del Veneto: in Lombardia, ad esempio, l’obbligatorietà permane, ma è previsto il dissenso informato: è sparita la coercizione, la segnalazione automatica al tribunale dei minori, e non è più prevista la sanzione amministrativa. Alcuni diranno che praticamente l’obbligo non sussiste più: ma se non c’è obbligo, perché mai dovrei firmare una carta in cui dichiaro di non voler vaccinare mio figlio? E soprattutto: è possibile che in entrambi i casi, sia che vaccino o che non vaccino, devo firmare l’assunzione di responsabilità? E lo Stato quando si assume le proprie?