27-10-2016
Le donne incinte dovrebbero astenersi dall'assumere antidepressivi in gravidanza, anche nella fase finale. Lo afferma una ricerca pubblicata su Jama Psychiatry da un team del Columbia University College of Physicians and Surgeons di New York. Lo studio segnala il possibile rischio di insorgenza di disturbi del linguaggio nei bambini. I ricercatori hanno analizzato i dati del registro finlandese sulle nascite per il periodo 1996-2010, considerando un campione totale di 56.340 bambini. I soggetti sono stati divisi in tre gruppi: 15.596 sono stati esposti ad antidepressivi durante la vita prenatale; 9.537 non esposti ad antidepressivi nonostante la diagnosi di depressione per le madri; infine 31.207 bambini non esposti in quanto le madri non soffrivano di disturbi psichiatrici. I medici hanno calcolato le diagnosi di disturbi del linguaggio, di disturbi motori e di difficoltà scolastiche. È emerso che i bambini esposti agli antidepressivi nel corso della vita prenatale mostravano un rischio di disturbi del linguaggio del 37 per cento maggiore rispetto ai bimbi del secondo gruppo e del 63 per cento rispetto ai bambini non esposti ai farmaci e con mamme non depresse. «Abbiamo trovato un aumento significativo del rischio di disturbi del linguaggio tra i figli di madri che avevano acquistato almeno due confezioni di antidepressivi durante la gravidanza rispetto ai figli di madri depresse ma non trattate con antidepressivi in gestazione», concludono gli autori.
Secondo un altro studio pubblicato sul British Medical Journal, i nati da mamme che assumono antidepressivi SSRI, ovvero gli inibitori della ricaptazione della serotonina, mostrano un rischio maggiore di ipertensione polmonare persistente rispetto alla media. Sophie Grigoriadis, direttore del Women’s Mood and Anxiety Clinic al Sunnybrook Health Sciences Centre di Toronto e coordinatrice della ricerca, precisa: «Il rischio è basso, ma le donne incinte che vorrebbero assumere SSRI o che li stanno usando vanno informate di questa possibile evenienza, che in genere può essere curata con successo. L'ipertensione polmonare persistente del neonato (Pphn) è un’elevata pressione sanguigna che si verifica nei polmoni dopo la nascita e che porta a difficoltà respiratorie. La condizione è rara ma può essere grave, specie se associata ad altre malattie», spiega la ricercatrice. La dott.ssa Grigoriadis ha effettuato insieme ai suoi colleghi una metanalisi sul legame fra antidepressivi in gravidanza e ipertensione polmonare persistente nei neonati: «A tale scopo abbiamo esaminato i risultati di sette studi sull’argomento, scoprendo che l’analisi era possibile solo per gli SSRI, a causa della mancanza di dati sulle altre classi di farmaci contro la depressione», spiega la scienziata. Dai risultati è emerso un leggero ma significativo aumento del rischio di Pphn nei neonati esposti a Ssri durante l'ultima fase della gravidanza, mentre la stessa associazione pare assente nei primi mesi. Come detto, il rischio è minimo, dal momento che si verifica un caso in più di ipertensione polmonare ogni 300 gravidanze in media. «Saranno necessari ulteriori studi per verificare se altre classi di antidepressivi hanno analoghe associazioni, e valutare il ruolo di possibili fattori di rischio quali il cesareo, l'obesità e il parto pretermine», concludono gli autori.
http://jamanetwork.com/journals/jamapsychiatry/article-abstract/2566206
http://www.bmj.com/content/348/bmj.f6932