IL TARASSACO E’ UN OTTIMO RIMEDIO DRENANTE PER ELIMINARE LE TOSSINE.

11-11-2016

Da sempre la medicina popolare ha riconosciuto a questa pianta il potere di stimolare le funzioni epatiche, ma è stata la fitoterapia moderna a confermare questa proprietà tramite prove pratiche di laboratorio e cliniche che hanno evidenziato sia l’aumento della contrazione della cistifellea (azione colagoga) sia l’aumento della secrezione biliare (azione coleretica). Il tarassaco presenta inoltre una potente attività diuretica superiore rispetto alla maggior parte delle altre droghe epatiche. L’azione lassativa è blanda. Tutte queste proprietà ne giustificano l’utilizzo come pianta depurativa e di drenaggio. Il drenaggio è una tecnica terapeutica che permette infatti l’eliminazione delle tossine da parte dell’organismo, attraverso quelli che possono essere considerati gli emuntori naturali: fegato, reni, intestino, pelle. In fitoterapia ed in gemmoterapia si parla molto di drenaggio in quanto esso è visto come momento molto importante dell’atto terapeutico. Poiché l’uomo viene considerato nella sua totalità, le malattie di cui è vittima si sviluppano su un terreno reso fragile dal rallentamento degli organi di eliminazione - gli emuntori - e dall’accumulo di un pool di sostanze tossiche, di metaboliti mal degradati, di sostanze di rifiuto. Condotto con piante medicinali o gemmoderivati, a seconda dell’indirizzo terapeutico prescelto, il fine ultimo è quello di assicurare l’eliminazione di tutte le tossine, comprese quelle prodotte dal metabolismo delle sostanze introdotte con l’alimentazione. Il risultato finale di un buon drenaggio consiste in un aumento della diuresi e delle secrezioni biliari grazie ad un’attività coleretica e colagoga assai modulata, in un blando aumento del transito intestinale, in un aumento della secrezione delle ghiandole sudoripare e nella regolazione della secrezione sebacea. Se il drenaggio è effettuato correttamente il paziente avvertirà allora una sensazione di benessere accompagnata da una diminuzione del senso di fatica. Il tarassaco può quindi essere considerato in virtù di quanto esposto un’ottima pianta da utilizzare per effettuare la tecnica del drenaggio. Non a caso il tarassaco rientra da sempre nelle formulazioni impiegate per le cosiddette “cure depurative”.
La stimolazione della cellula epatica e la decongestione del fegato rendono ragione dei successi che si ottengono nell’ambito digestivo con l’utilizzo di questa pianta. Non solo, ma la stimolazione della diuresi, unitamente all’incremento della funzionalità epatica, portano ad un’azione sul ricambio generale che si traduce in un’aumentata eliminazione di scorie da parte dell’organismo e quindi ad un alleggerimento del distretto epatorenale. La capacità di influenzare il ricambio fa del tarassaco un tonico generale impiegato nelle “cure primaverili” da aprile a maggio ed in autunno. Ottimo è associarlo con le foglie in insalata, le quali possono essere definite un medicamento-alimento. Se ne gioveranno soprattutto le persone che soffrono d’artrosi attuando cure di sei settimane in primavera-autunno, in quanto otterranno un beneficio a livello della funzionalità articolare e una minore tendenza a nuovi attacchi. Clinicamente la pianta trova indicazione nelle alterazioni del flusso biliare, nel trattamento della disappetenza e nei disturbi dispeptici quali senso di pienezza, disturbi digestivi e flatulenza e nel favorire la diuresi. E’ stato segnalato che le persone predisposte alla litiasi biliare possono utilizzare preventivamente la radice di tarassaco: occorrerà allora proseguire il trattamento per un periodo prolungato (cicli di due mesi su tre). L’attività si basa sulla stimolazione della funzione cellulare e del metabolismo in generale. Comunque è bene sottolineare che la radice possiede proprietà preventive e non può quindi dissolvere i calcoli già presenti.

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