21-11-2016
I medicinali che fanno passare la febbre, che alleviano il mal di testa, le infiammazioni alla gola o alle articolazioni, ma anche quelli che decongestionano le vie respiratorie o l’intestino e che calmano la tosse e persino la rimozione chirurgica di tonsille, appendice e cisti, sono tutte cure dei sintomi. Questi sono solo alcuni esempi delle pratiche più comuni per i fastidi più banali, ma la lista sarebbe lunghissima e comprenderebbe patologie ben più gravi. In pratica potremmo dire che tutta la moderna medicina (o quasi) si occupa esclusivamente della cura sintomatica e non si preoccupa minimamente della prevenzione o della rimozione dei problemi alla radice. Anche quando si parla di esami preventivi in realtà si tratta di esami diagnostici che trovano o meno un determinato male o presunto tale (solo su quest’ultima affermazione si potrebbe parlare molto a lungo ma rischierei di andare un pò fuori tema). Curare i sintomi quindi non solo non migliora lo stato di salute, ma per assurdo potrebbe anche aggravarlo, anzi meglio togliere il condizionale: curare i sintomi aggrava la salute!
Questo accade per vari motivi il più semplice ed immediato è il seguente: curando i sintomi, non proviamo più un certo fastidio o dolore e quindi non ascoltiamo più il nostro corpo che attraverso quel determinato dolore/sintomo voleva comunicarci qualcosa che non andava. Quindi noi prendiamo la pillolina, il dolore passa e così possiamo riprendere la nostra vita, comprese le nostre cattive abitudini che ci hanno portato alla cosiddetta malattia, ancora più non curanti del male che ci stiamo facendo. A questo punto però è necessaria qualche definizione. Innanzitutto bisogna dire che la cosiddetta malattia non è altro che una crisi tossiemica cioè un eccessivo accumulo di tossine (scarti metabolici). La produzione di tossine è un fenomeno naturale risultante da diverse funzioni metaboliche. In condizioni ideali, queste tossine vengono eliminate dagli organi emuntori (intestino, reni, fegato, polmoni e pelle). Finché l’apporto di tossine resta nei limiti delle capacità di smaltimento di questi organi, facciamo esperienza di uno stato di buona salute. Quando per diversi fattori fisici (dovuti all’ambiente, allo stile di vita, all’alimentazione), psicologici (stress) o emozionali si arriva ad una perdita della capacità di smaltimento (indebolimento), le tossine si accumulano e c’è la comparsa dei sintomi della malattia. Quindi la malattia potremmo anche definirla come l’estremo tentativo dell’organismo di liberarsi delle tossine in eccesso. In pratica quella che consideriamo malattia è in realtà un processo di autoguarigione.
Dunque cosa succede quando noi con un farmaco blocchiamo i sintomi e quindi il tentativo estremo del nostro sistema immunitario di liberarsi delle tossine in eccesso? Le tossine non vengono più eliminate e cosa peggiore non vengono eliminate le cattive abitudini (fisiche, psicologiche ed emozionali) che hanno causato l’indebolimento. Quindi le crisi si ripeteranno fino a diventare croniche e degenerare in qualcosa di peggio. Infine, ma non meno importante, la cura dei sintomi delle cosiddette malattie con farmaci o con interventi invasivi, genera un considerevole numero di effetti collaterali conosciuti e non, dovuti all’immissione nel corpo di sostanze sintetiche estranee (farmaci) o a vere e proprie mutilazioni (chirurgia). L’unica medicina veramente utile rimane quella di primo soccorso, quella traumatologica e poco altro. La vera prevenzione invece sarebbe avere un’alimentazione sana, condurre uno stile di vita sereno, vivere in un ambiente il più salubre ed arieggiato possibile, fare lunghe passeggiate ed un attività fisica leggera, riposare, fare esercizi di respirazione, meditare, rilassarsi ecc. In caso di crisi acute di eliminazione di tossine (cosiddette malattie) lasciare che il tempo e la natura facciano il loro corso riposando, mangiando il meno possibile e soprattutto non ostacolando l’autoguarigione. Concludo con questa bella e provocatoria frase di A. Furetière che secondo me si addice molto alla realtà attuale: “Un medico è un uomo che viene pagato per raccontare fandonie nella camera del malato, sino a quando la natura non l’abbia guarito o i rimedi non l’abbiamo ucciso”.