27-11-2016
Il mercurio negli alimenti si è rivelato pericoloso per una gran moltitudine di disturbi. Tant’è vero che in molti Paesi si stanno prendendo misure precauzionali per evitare che i livelli nel corpo umano siano eccessivi. Tra questi, vi è il suggerimento di non mangiare il pesce per tutto il periodo della gravidanza. Questo consiglio deriva dal fatto che il feto potrebbe assorbire tale sostanza con tutti gli effetti negativi del caso. Un nuovo studio, tuttavia, sembra non confermare questa ipotesi; anzi, consiglia l’utilizzo del pesce per tutti gli altri effetti positivi sulla crescita fetale e lo sviluppo dell’infante. Il tutto nacque tempo fa quando alcune ricerche identificarono il pericoloso mercurio nell’organismo umano a causa dell’ingerimento di pesce. Questo nuovo studio, pubblicato ieri su Environmental Health Perspectives, sembra indicare l’importanza di rivedere dati e livelli di mercurio per capire realmente quanto l’organismo umano ne immagazzina con il pesce - o i frutti di mare - e qual è il limite per non incappare in problemi di salute. Negli anni ’90, fu condotta un’importante ricerca dall’Università di Bristol denominata “ALSPAC” (Avon Longitudinal Study of Parent and Children). Lo studio è oggi meglio conosciuto come “Children of the 90s”, si tratta di un progetto a lungo termine che ha coinvolto oltre 14.000 donne in gravidanza tra il 1991 e il 1992. Da allora la salute dei figli viene monitorata costantemente e le famiglie forniscono una grande varietà di informazioni genetiche e ambientali al fine di studiare una vasta gamma di problemi di salute. Alcuni risultati ottenuti dall’ALSPAC hanno evidenziato come l’assunzione di pesce durante la gravidanza possa aver portato a effetti positivi sia sul quoziente intellettivo (QI) che sulla capacità visiva del bambino. Probabilmente molti di tali effetti positivi sono dovuti alla presenza di iodio e acidi grassi omega-3. Sempre secondo la ricerca, inoltre, sul banco degli imputati - per ciò che concerne la presenza di mercurio - non c’era solo il pesce, sia esso bianco o azzurro, ma anche alimenti come la birra, il vino, l’alcol e perfino le tisane: queste ultime sono state per i ricercatori una scoperta inattesa, probabilmente perché erano anche fonte di tossine. Le donne che mostravano livelli più elevati di mercurio sembravano essere quelle di ceto sociale medio-alto; che avevano frequentato l’Università; che conducevano lavori di un certo rilievo in posizioni manageriali ed erano in attesa di un primo figlio. Nonostante questo, però, le statistiche dimostravano che era inferiore all’1% il numero di persone con livelli di mercurio superiore al massimo raccomandato dal National Research Council degli Stati Uniti. È bene specificare che anche se la ricerca è stata condotta in Inghilterra, i valori massimi sono stati identificati negli Stati Uniti perché nel Regno Unito non esiste, allo stato attuale, un livello di sicurezza circa l’assunzione di mercurio. Dalla ricerca, si evince che il consiglio che di solito viene dato alle donne in gravidanza, di evitare l’assunzione di pesce o frutti di mare al fine di ridurre l’ingestione di mercurio, è pressoché inutile. «Siamo rimasti piacevolmente sorpresi di scoprire che il pesce contribuisce solo a una piccola quantità (il sette per cento) dei livelli di mercurio nel sangue. Abbiamo già scoperto che mangiare pesce durante la gravidanza ha molti benefici per la salute sia per la madre che per il bambino. Ci auguriamo che molte più donne prenderanno in considerazione il mangiare maggiori quantitativi di pesce durante la gravidanza. E' importante sottolineare, tuttavia, che in gravidanza le donne hanno bisogno di una dieta equilibrata mista. Esse dovrebbero includere nella dieta i pesci insieme ad altri componenti benefici come frutta e verdura», conclude il professor Jean Golding Obe.