01-12-2016
Un team del Massachusetts General Hospital (MGH) ha trovato un possibile meccanismo che spiega il motivo per cui l’uso del sostituto dello zucchero, l’aspartame, potrebbe non promuovere la perdita di peso. Nell’articolo pubblicato online in Applied Physiology, Nutrition and Metabolism, i ricercatori dimostrano come la fenilalanina, prodotto di scarto dell’aspartame, interferisce con l’azione di un enzima che previene la sindrome metabolica, un gruppo di sintomi associati con diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari. I ricercatori hanno inoltre dimostrato che i topi trattati con aspartame hanno guadagnato più peso e sviluppato altri sintomi della sindrome metabolica, rispetto agli animali nutriti con diete simili, ma prive di aspartame. “I sostituti dello zucchero come l’aspartame sono destinati a promuovere la perdita di peso e diminuire l’incidenza della sindrome metabolica, ma un certo numero di studi clinici ed epidemiologici hanno suggerito che questi prodotti non funzionano molto bene e possono effettivamente peggiorare le cose”, dice Richard Hodin, del Dipartimento di Chirurgia MGH e autore senior dello studio. “Abbiamo scoperto che l’aspartame blocca un enzima nell’intestino chiamato fosfatasi alcalina intestinale (IAP) che è in grado di prevenire l’obesità, il diabete e la sindrome metabolica. Per questo pensiamo che l’aspartame potrebbe non funzionare come sostituto dello zucchero, perchè blocca i benefici dell’enzima IAP“. In uno studio del 2013 pubblicato in Proceedings of National Academy of Sciences, il team di Hodin ha scoperto che i topi alimentati con una dieta ricca di grassi, trattati con l’enzima IAP, non hanno sviluppato la sindrome metabolica e gli animali che avevano già sviluppato la condizione, hanno avuto una riduzione significativa dei sintomi. La fenilalanina è nota per inibire l’azione di IAP e il fatto che essa viene prodotta quando l’aspartame viene digerito, ha portato i ricercatori ad indagare se le proprietà inibitorie dell’aspartame potevano spiegare la mancanza di perdita di peso. In una serie di esperimenti i ricercatori hanno prima scoperto che l’attività di IAP è stata ridotta quando l’enzima è stato aggiunto ad una soluzione contenente una bibita dolcificata con aspartame, ma è rimasta invariata se aggiunto ad una soluzione con una bevanda dolcificata con zucchero. IAP è prodotto principalmente nell’intestino tenue, e i ricercatori hanno scoperto che iniettando una soluzione di aspartame in segmenti del piccolo intestino dei topi si è ridotta significativamente l’attività dell’enzima. Al contrario, l’attività di IAP è rimasta invariata in segmenti intestinali iniettati con una soluzione salina.
Per rappresentare meglio gli effetti del consumo di bevande o di altri prodotti contenenti aspartame, i ricercatori hanno seguito quattro gruppi di topi per 18 settimane. Due gruppi sono stati alimentati con una dieta normale, uno con acqua potabile contenente aspartame, l’altro con semplice acqua. Gli altri due gruppi sono stati alimentati con una dieta ricca di grassi o con acqua contenente aspartame. Alla fine del periodo di studio, mentre vi era poca differenza tra i pesi dei due gruppi di topi alimentati con una dieta normale, i topi alimentati con una dieta ad alta percentuale di grassi che hanno assunto anche aspartame, hanno guadagnato più peso rispetto a quelli alimentati con la stessa dieta, ma che hanno ricevuto solo acqua semplice. In entrambi i gruppi, i topi che avevano ricevuto l’aspartame avevano più alti livelli di zucchero nel sangue rispetto a quelli alimentati con la stessa dieta, ma senza aspartame, che indica un’intolleranza al glucosio. Entrambi i gruppi che avevano ricevuto l’aspartame, avevano livelli più elevati della proteina infiammatoria TNF-alfa nel sangue, il che suggerisce lo sviluppo di infiammazione sistemica associata alla sindrome metabolica. “La gente non capisce il motivo per cui questi dolcificanti artificiali non funzionano. Alcune prove hanno dimostrato che in realtà i dolcificanti artificiali possono aumentare la fame e sono associati ad un aumento del consumo calorico. I nostri risultati per quanto riguarda l’inibizione di IAP da parte dell’aspartame, possono aiutare a spiegare il motivo per cui l’uso di aspartame è controproducente“, dice Hodin, che è un Prof. di Chirurgia alla Harvard Medical School. “Anche se non possiamo escludere altri meccanismi, i nostri esperimenti mostrano chiaramente che l’aspartame blocca l’attività di IAP, indipendentemente da altri effetti”.
http://www.nrcresearchpress.com/doi/10.1139/apnm-2016-0346#.WDXqGrLhDIV