IL CORTISONE NON E' IL MODO MIGLIORE PER TRATTARE L'ECZEMA.

02-12-2016

Laura mi portò il figlio Giorgio, tre anni, per un eczema di cui soffriva fin da piccolissimo. Per anni gli aveva applicato scrupolosamente una pomata al cortisone sulle lesioni dietro le orecchie, nelle pieghe delle braccia e tra le dita delle mani. Funzionava, ma non appena smetteva di usarla, l'eruzione cutanea purulenta e pruriginosa ricompariva peggiore di prima. Laura sapeva che doveva esserci un metodo migliore per curare suo figlio. Quando mi raccontò che il bambino non era stato allattato al seno e che c'erano altri casi di asma, eczema e allergie in famiglia, non mi fù difficile capire qual'era il problema. Non essendo stato allattato era ovvia una carenza di acidi grassi essenziali e neanche il latte in commercio riusciva a ricoprire tale carenza. Neanche il latte di mucca poteva servire a molto, perchè non copre il fabbisogno di zinco. Il programma era semplice: 1 g al giorno di olio di enotera per fornire direttamente prostaglandine antinfiammatorie, 10 mg al giorno di picolinato di zinco (la stessa forma che si trova nel latte materno) per aumentare l'attività dell'enzima carente e introduzione nella dieta di frutta oleosa e semi crudi, che sono una buona fonte di zinco e acidi grassi essenziali. Per fortuna la malattia di Giorgio non era molto avanzata e in poche settimane la madre mi riferì che l'eczema stava migliorando. Quando lo rividi sei mesi dopo, la pelle era tornata del tutto normale. La madre lo trovava inoltre più allegro e più interessato al gioco e alle attività intellettualmente stimolanti, cosa non sorprendente se si considera che le anomalie degli acidi grassi e la carenza di zinco rallentano lo sviluppo cerebrale.

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