10-12-2016
Sebbene il concetto di reazione alimentare sia ancora scarsamente accettato dalla medicina ufficiale (per quanto queste osservazioni siano state avanzate sin dagli inizi del secolo scorso), i medici nutrizionisti sono convinti che le allergie e le intolleranze alimentari abbiano un ruolo importante nei deficit dell’attenzione caratterizzati da iperattività o sindrome ipercinetica del bambino. Questa convinzione trova conferma in uno studio condotto su 26 bambini affetti da questo disturbo dell’attenzione. Per prima cosa i ricercatori hanno eliminato un certo numero di allergeni dalla dieta dei bambini, quindi hanno studiato i 19 (73%) che sembravano rispondere favorevolmente a un test di provocazione alimentare in doppio cieco, controllato con placebo, e hanno riscontrato che i bambini rispondevano con la sindrome suddetta ai cibi reattivi e ai coloranti artificiali, mentre miglioravano se questi venivano eliminati dalla dieta. I bambini che hanno risposto meglio a questo approccio sono stati quelli con l’eczema. Questo studio conferma le scoperte del dottor Joseph Egger, che ha pubblicato una serie di ricerche sull’argomento dimostrando che certi alimenti, e soprattutto certi additivi alimentari, possono nuocere gravemente alla salute emotiva e mentale dei bambini. Perché allora non dovrebbe risentirne anche la salute emotiva e mentale di certi adulti? Questo problema è stato riconosciuto dagli ecologisti clinici (medici che studiano gli effetti delle tossine ambientali e delle allergie alimentari sulla salute) diversi decenni fa. I segni tipici della disfunzione cerebrale che si manifestano dopo l’assunzione di un cibo allergizzante comprendono mal di testa, letargia, sonnolenza, irritabilità, iperattività, confusione, depressione e difficoltà di concentrazione (alcuni ricercatori considerano le psicosi una reazione avversa verso certi alimenti e additivi allergizzanti).