19-12-2016
Gli asparagi erano molto amati dai reali francesi del Seicento, non solo per il sapore fresco, ma perché si riteneva che le loro tenere punte avessero un forte effetto afrodisiaco. Ancora oggi per gli appassionati degli asparagi, compresi coloro che non pensano all’amore, non c’è segno più gradito della vista di questi germogli verdi che spuntano timidamente dalla terra. Buon segno anche per la salute, dal momento che gli asparagi contengono sostanze che possono aiutare a prevenire difetti congeniti, malattie cardiache e tumori. Una delle scoperte più significative della medicina è che si potrebbe dimezzare l’incidenza dei difetti congeniti al cervello e al midollo spinale (i cosiddetti difetti del tubo neurale o spina bifida) somministrando a tutte le donne in età fertile 400 mcg di acido folico al giorno. Gli asparagi sono molto ricchi di acido folico, una vitamina del gruppo B essenziale per la rigenerazione cellulare. Cinque punte di asparagi ne contengono 110 mcg, pari a circa il 28% del fabbisogno giornaliero. Le donne incinte, tuttavia, faranno bene a raddoppiare la dose. Se le linee guida delle autorità sanitarie raccomandano alle donne l’assunzione di 400 mcg di acido folico al giorno, Lynn Bailey, ricercatrice e docente di nutrizione alla University of Florida di Gainesville, afferma che il livello in gravidanza è probabilmente assai più alto, “forse addirittura 600 mcg”. L’acido folico non fa bene solo alle donne in età fertile, ma a tutti, perché combatte le malattie di cuore. Pare infatti che funga da “saracinesca”, regolando la quantità di omocisteina nel sangue: quando il livello di acido folico si abbassa, aumenta la quantità di questo aminoacido, che nuoce alle arterie che portano il sangue al cuore e al cervello. Per prevenire le malattie di cuore, il giusto apporto di acido folico è probabilmente importante quanto il controllo del livello di colesterolo. I cardiologi americani affermano in effetti che se le persone aumentassero l’apporto di acido folico portandolo a 400 mcg al giorno, i decessi per cause cardiache diminuirebbero di almeno 13.500 unità. Attualmente solo il 12% della popolazione assume tale quantità di acido folico.
E’ ormai risaputo che le verdure a foglia verde, compresi gli asparagi, hanno un forte effetto protettivo nei confronti dei tumori. Contengono infatti una serie di sostanze che attaccano i prodotti cancerogeni prima ancora che possano causare danni. La prima di tali sostanze è l’acido folico: è accertato che coloro che ne hanno un livello elevato nel sangue hanno meno probabilità di ammalarsi di tumore del colon e sono anche meno predisposti alla formazione di polipi intestinali, cioè quelle piccole escrescenze che con il tempo possono portare al cancro. Risulta inoltre che l’acido folico protegga dai tumori della cervice uterina, soprattutto nelle donne infette dal virus del papilloma umano, che provoca i condilomi genitali. La seconda sostanza protettiva contenuta negli asparagi è il glutatione, una piccola proteina fortemente antiossidante, che aiuta a raccogliere i radicali liberi. Questi ultimi sono particelle ad alta energia che, se non vengono controllate, rimbalzano incontrollabilmente nell’organismo provocando lacerazioni e lesioni nelle cellule che, a lungo andare, possono portare al cancro. In un’analisi di 38 verdure diverse, gli asparagi appena cotti sono risultati primi per contenuto di glutatione. C’è un altro motivo per includere gli asparagi nel proprio menù: contengono vitamina E, che fa molto bene al cuore. Uno studio condotto da ricercatori della University of Minnesota School of Public Health di Minneapolis ha permesso di accertare che anche solo 10 UI (unità internazionali) di vitamina E al giorno possono ridurre notevolmente il rischio di malattia cardiaca nelle donne. “Si tratta del primo lavoro in cui sono stati esaminati gli effetti della vitamina E di provenienza alimentare rispetto a quella assunta sotto forma di integratori e i risultati hanno lasciato sorpresi anche noi”, dichiara Lawrence Kushi, professore associato di igiene pubblica, nutrizione e epidemiologia alla University of Minnesota di Minneapolis e coordinatore della ricerca. Ovviamente, si dovrebbero mangiare moltissimi asparagi (119, per la precisione) per assicurarsi la quantità di vitamina E che si è dimostrata efficace nello studio. In effetti, non è facile coprire il fabbisogno di vitamina E con il solo apporto alimentare, perché essa è abbondante soprattutto negli oli e nella frutta oleosa, per cui molti medici consigliano di prendere integratori di vitamina E. La vitamina E non protegge solo dalle malattie cardiache: secondo alcune ricerche avrebbe un effetto protettivo nei confronti del diabete di tipo II, o non insulino-dipendente, sia perché protegge il pancreas (l’organo che produce l’insulina) sia perché influisce sul modo in cui l’organismo brucia gli zuccheri. Da uno studio su 944 uomini di età compresa tra 42 e 60 anni è risultato che nei soggetti con un basso livello di vitamina E il rischio di questa malattia era quadruplicato.