05-01-2017
Questi piccoli semi sono una miniera di magnesio, fosforo e vitamina B: tre sostanze indispensabili per scongiurare l’affaticamento fisico e mentale. I pinoli sono i semi commestibili di due specie di pini diffusi a medie e alte latitudini in tutta Europa, il Pinus pinea e il Pinus cembra. Anche gli altri pini danno semi commestibili ma le loro dimensioni sono estremamente esigue e quindi difficilmente utilizzabili come alimento o come integratore. La pigna (o strobilo) custodisce nel suo “guscio” rigido e legnoso i piccoli pinoli, che cadono a terra quando la pigna si stacca dall’albero e costituiscono un fondamentale nutrimento autunnale per gli uccelli. Il pinolo è costituito per circa il 30% da proteine, calcio, ferro, vitamina A e vitamine del gruppo B (soprattutto niacina), indispensabili per un buon equilibrio nervoso e cerebrale. I lipidi sono presenti in questi semi per il 50% ma sono prevalentemente grassi insaturi. Come tutti i semi oleosi, anche il pinolo è estremamente calorico (100 grammi contengono circa 600 calorie) e questo lo rende un alimento importante per i bambini durante la crescita e per le donne durante la gravidanza e l’allattamento, mentre va consumato con parsimonia in caso di sovrappeso. La presenza di notevoli quantità di fosforo e magnesio fa sì che il pinolo sia anche un importante tonico dei tessuti neuronali e in particolare dell’epifisi, la ghiandola dalla quale dipendono la nostra resistenza allo stress e il livello di energia vitale.
L’epifisi produce un ormone, la melatonina, i cui livelli aumentano quando viene il buio e che è responsabile dell’induzione del sonno. In inverno non sono poche le persone che vengono colpite da un particolare tipo di depressione stagionale chiamato SAD, o sindrome affettiva stagionale. In questi soggetti sembra che i livelli di melatonina siano più alti rispetto alla norma. Vari studi hanno dimostrato che quando vi sono livelli alterati, per eccesso o per difetto, nella produzione di melatonina, possono comparire insonnia, o depressione e cali energetici. Un’integrazione della dieta con pinoli (una decina al giorno come snack) è utile per riequilibrare la funzionalità della ghiandola pineale, soprattutto durante i bui mesi invernali. Un modo “classico” per gustarli? Il pesto alla genovese. Questa salsa andrebbe inserita nella dieta anche in inverno proprio perché i pinoli, compresi nella ricetta, migliorano la funzionalità epifisaria. Lava in acqua fredda 50 g di foglie di basilico e asciugale in un canovaccio. Pesta in un mortaio 2 spicchi di aglio e qualche grano di sale grosso marino integrale. Aggiungi le foglie di basilico, che dovranno essere pestate con movimenti rotatori per estrarre tutto l’olio essenziale che contengono. Poi versa i pinoli (1 cucchiaio da cucina) continuando a pestare fino a che non si forma una crema. Infine aggiungi 6 cucchiai di parmigiano reggiano, 2 cucchiai di pecorino e dell’olio extravergine di oliva biologico da spremitura a freddo, versandolo goccia a goccia. Se la sera ti piace cenare con una zuppa o un passato di verdura, evita di arricchire questi piatti con i crostini, che sono delle vere “bombe” di grassi. Per rendere le tue minestre più appetitose, prima di servirle arricchiscile con un cucchiaio di pinoli e un cucchiaino di semi di sesamo: riattivi e lubrifichi l’intestino e rigeneri i tessuti nervosi.