11-01-2017
L'insufficiente regolazione del tasso ematico di glucosio e di insulina influisce anche sull'invecchiamento biologico accelerato, connesso allo stress ossidativo. Nel corso degli ultimi cinquant'anni la comunità medico-scientifica ha infatti accettato il concetto secondo cui i radicali liberi contribuiscono all'invecchiamento accelerato. Recenti ricerche mostrano come la resistenza all'insulina, e la difettosa regolazione dei valori glicemici, possono accrescere anche il rischio di stress ossidativo. L'insufficiente regolazione del glucosio e dell'insulina dà luogo alla combinazione chimica del glucosio e delle proteine nel sangue e nei tessuti, e alla produzione di proteine danneggiate (proteine glicosilate). La formazione di proteine danneggiate somiglia alla formazione della crosta sulla parte superiore del pane. In questo caso la crosta ha origine per la reazione chimica fra gli zuccheri presenti nella pasta del pane, e le proteine contenute nella farina di frumento, che provoca la modificazione di entrambi, attraverso glicosilazione. Usando la crosta del pane come esempio visivo di quanto accade nel momento in cui gli zuccheri reagiscono con le proteine, potete raffigurarvi la reazione dello zucchero con le proteine nell'organismo fino a formare "croste" di cellule danneggiate, che alterano il funzionamento dell'organismo e generano messaggi nocivi nei confronti dei geni. Le proteine alterate, presenti nell'organismo, sono state definite prodotti finali della glicosilazione avanzata (AGE); più si accumulano nell'organismo, maggiore è il rischio di invecchiamento biologico accelerato. Le proteine glicosilate "avvelenano" le funzioni dei mitocondri, producendo ulteriore stress ossidativo. In base ai loro fattori genetici ereditari, alcuni individui sono maggiormente sensibili alle proteine glicosilate, rispetto ad altri. Il soggetto resistente all'insulina può essere portatore di un "killer subdolo", che non viene riconosciuto, e che aumenta la produziuone di queste proteine e le reazioni da stress ossidativo a livello dei niutocondri, con conseguente invecchiamento biologico accelerato.
Queste informazioni di carattere tecnico, e in apparenza complicate, possono essere condensate in un semplice concetto: i vostri geni sono portatori di messaggi che delineano il vostro grado di sensibilità all'insulina e allo zucchero nel sangue. Potete modificare l'espressione di questi messaggi racchiusi nei vostri geni, attraverso ciò di cui vi nutrite, la vostra attività fisica, il livello di stress al quale siete sottoposti, e le tossine alle quali siete stati esposti, fra cui farmaci e alcol. Il rischio della resistenza all'insulina negli individui con una determinata suscettibilità genetica, aumenta notevolmente in presenza di fattori, come l'alimentazione carente, stress o esposizione a tossine o farmaci. In questi individui, decisioni errate in termini di stile di vita possono dare origine all'espressione dei geni che aumentano la formazione di proteine glicosilate. Lo stress ossidativo nei loro mitocondri di conseguenza aumenta, così come aumentano i danni a livello organico. Dopo molti anni, i danni possono manifestarsi sotto forma di insufficienza renale, malattie cardiache, demenza, perdita della vista, artrite. Gran parte dei medici, nel corso di una normale visita, non prende in considerazione un'eventuale resistenza all'insulina. Si tratta di un fenomeno spesso trascurato, esattamente come accadeva con l'ipertensione o il tasso di colesterolo, prima che le persone a controllarli regolarmente. All'ipertensione alta, o al colesterolo elevato, non veniva associato alcun sintomo; ma abbiamo appreso con il tempo che a questi due fattori si accompagna un rischio molto maggiore di ictus o di malattie cardivoascolari. E' possibile agire correttamente nei confrotni dei pazienti affetti da resistenza all'insulina, solo se avremo posto loro domande adeguate. Esse riguardano la storia famigliare e quella del paziente, nonchè il test di tolleranza al glucosio per la misurazione della glicemia e dell'insulinemia. Nel caso in cui un individuo risulti resistente all'insulina, è possibile applicare un criterio di nutrizione genetica per stabilizzare la reazione dell'organismo all'insulina, e regolare in modo più efficiente l'espressione genica. Numerosi studi clinici indicano che un insufficiente controllo della glicemia, e l'aumentata formazione di proteine glicosilate, provocano la comparsa di manifestazioni, come irrigidimento del tessuto connettivo cinetico. Quest'ultimo si traduce in una minore flessibilità, con aumentato rischio di invecchiamento e raggrinzimento cutaneo e accresciuto rischio di reazioni allergiche e di tipo artritico, e di disturbi come la periodontite, che è la causa principale della perdita dei denti, dovuta a infiammazione gengivale negli adulti. Tutti questi fenomeni patologici sono associati a un costante invecchiamento. Esempi di alterazioni funzionali, fra cui depositi di grasso, diminuzione delle energie, ridotta flessibilità, dolore cronico e insorgenza di allergie, costituiscono segni precursori o segnali di allarme di gravi disturbi, come malattie cardiache o renali che possono insorgere successivamente.