13-02-2017
Circa il 15% delle coppie ha difficoltà a concepire. In un terzo dei casi la causa è l'uomo e in un altro terzo entrambi i partner. Secondo stime recenti, è infertile circa il 6% degli uomini fra i 15 e i 50 anni. Nel 90% dei casi il problema è un'insufficiente produzione di spermatozoi. Sebbene ne basti uno soltanto per fecondare l'uovo, nell'eiaculato normale di un uomo sano ce ne sono quasi 200 milioni, ma a causa delle barriere naturali dell'apparato riproduttivo della donna, solo 40 spermatozoi circa arrivano nelle vicinanze dell'ovulo. Esiste una forte correlazione fra il numero di spermatozoi eiaculati e la fertilità. In generale negli ultimi decenni sono calati sia il numero sia la qualità degli spermatozoi della popolazione maschile. Dal 1940 ad oggi il numero medio di spermatozoi è sceso da 113 milioni a 66 milioni per ml. Inoltre la quantità di liquido seminale è calata di quasi il 20%, da 3,4 ml a 2,75 ml. Nel complesso, pertanto, il numero di spermatozoi per eiaculazione oggi è circa il 40% rispetto al 1940. La tendenza al ribasso del numero di spermatozoi sembra dipendere dai cambiamenti avvenuti nell'ambiente, nella dieta e nelle abitudini di vita in questi ultimi anni. Le cause più comuni della diminuzione del numero di spermatozoi sono:
- Abiti e mutande strette.
- Varicocele.
- Inquinamento ambientale.
- Metalli pesanti (piombo, mercurio, arsenico ecc.).
- Solventi organici, pesticidi (DDT, PCB ecc.).
- Abuso di alcol, tabacco e droghe.
- Aumento dell'apporto di grassi saturi.
- Consumo ridotto di fibre, frutta e verdura.
- Carenze nutrizionali.
COME RISTABILIRE LA FERTILITA'
Poichè la formazione dello sperma è strettamente legata allo stato nutrizionale, è fondamentale che chi ha un numero basso di spermatozoi si assicuri un apporto ottimale di nutrienti. Questo significa mangiare sano secondo la propria costituzione genetico-sanguigna e prendere integratori nutrizionali e fitoterapici che favoriscano la formazione di spermatozoi. E' inoltre importante mantenere lo scroto alla giusta temperatura, curare tempestivamente eventuali infezioni genitourinarie ed evitare fonti alimentari di estrogeni.
MANTENERE LO SCROTO ALLA GIUSTA TEMPERATURA
La borsa scrotale mantiene i testicoli a una temperatura compresa fra 34,5 e 35,5°C.
Sopra i 35,5°C la produzione di spermatozoi viene inibita, se non bloccata del tutto. Non a caso la temperatura scrotale media degli uomini infertili è notevolmente superiore a quella degli uomini fertili e riducendola spesso si risolve il problema. Per abbassare la temperatura dello scroto occorre portare biancheria e pantaloni larghi, evitare i bagni caldi e fare periodicamente docce fredde, soprattutto dopo aver svolto attività fisica.
INFEZIONI DELL'APPARATO UROGENITALE
Molti batteri, virus e altri microrganismi possono provocare infezioni dell'apparato urogenitale maschile. La clamidia, che si trasmette per via sessuale, è la più comune e la più grave. Provoca dolore e bruciore durante la minzione e l'eiaculazione. Se l'infezione da clamidia è acuta, è indispensabile prendere gli antibiotici. La clamidia è sensibile alle tetracicline e all'eritromicina, ma purtroppo poichè prolifera nelle cellule dell'organismo, può essere difficile eliminarla con i soli antibiotici ed è quindi essenziale sostenere il sistema immunitario. Se le infezioni da clamidia sono generalmente associate a forti dolori, alcune infezioni croniche del pene, dei testicoli o della prostata sono quasi asintomatiche.
ESTROGENI E ALTRE TOSSINE AMBIENTALI
Come già accennato, ormai siamo esposti a molti estrogeni presenti nel cibo e nell'ambiente, che danneggiano la funzionalità delle gonadi maschili. Sebbene molti estrogeni di sintesi come il DES (dietistilbestrolo) siano stati proibiti dalla legge, molti animali di allevamento vengono trattati con ormoni, soprattutto le vacche da latte. Il latte vaccino contiene grandi quantità di estrogeni a causa delle moderne tecniche di allevamento. Evitare i prodotti provenienti da animali trattati con ormoni può essere molto importante per gli uomini che hanno un basso numero di spermatozoi o poco testosterone. E' meglio scegliere latticini provenienti da animali non trattati con ormoni e antibiotici. Secondo alcuni studi, ci sarebbero estrogeni persino nell'acqua potabile. Per evitare il rischio, conviene bere acqua purificata o in bottiglie di vetro. Molte sostanze chimiche con cui abbiamo inquinato l'ambiente negli ultimi 60 anni sono lievemente estrogeniche. Per la maggior parte PCB, diossina e DDT, non sono biodegradabili e prima o poi arrivano al nostro organismo. Il DDT, per esempio, pur essendo stato vietato diversi anni fà, si trova ancora nella terra e quindi in carote e patate. Si tratta di sostanze che interferiscono con la spermatogenesi. Tuberi e verdure provenienti da colture biologiche contengono livelli molto inferiori di tossine. Una tossina molto dannosa per la fertilità maschile è l'aflatossina, che si forma quando gli alimenti sono contaminati da muffe o funghi ed è particolarmente frequente nelle arachidi. Una ricerca ha studiato 50 uomini che si erano rivolti a un centro per la cura dell'infertilità e 50 uomini sani della stessa comunità. Nei campioni di sperma esaminati è stata riscontrata una concentrazione di aflatossina del 60% più alta negli uomini infertili. Particolarmente sconcertante è poi il fatto che il 50% degli spermatozoi degli uomini infertili con valori di aflatossina elevati presentavano anomalie rispetto a quelli del gruppo di controllo (10-15%). Somministrando ai ratti alimenti contenenti aflatossina si riscontrano gli stessi effetti negativi su sperma e fertilità. Per fortuna altri studi suggeriscono un metodo molto semplice per proteggere lo sperma da tali tossine. E' dimostrato infatti che l'aglio ne neutralizza un buon numero, fra cui l'aflatossina. L'aglio impedisce all'aflatossina di legarsi al DNA (e quindi di danneggiarlo) e tale effetto è dose-dipendente, cioè proporzionale alla quantità che se ne mangia.
SUPPORTO NUTRIZIONALE
Gli spermatozoi sono particolarmente sensibili ai danni provocati dai radicali liberi, poichè contengono alte concentrazioni di acidi grassi polinsaturi nella membrana, producono radicali liberi e non hanno enzimi di difesa. Al danno ossidativo sono attribuiti molti casi di abbassamento del numero di spermatozoi, dal momento che nel liquido seminale del 40% degli uomini infertili vi sono molti radicali liberi. Gli uomini esposti a livelli elevati di radicali liberi nell'ambiente hanno più probabilità di presentare anomalie spermatiche e basso numero di spermatozoi. Anche il fumo è associato a questi problemi, probabilmente a causa della presenza di molti radicali liberi e altre tossine. La somma di tutti questi fattori fa sì che la salute dello sperma dipenda in larga misura dagli antiossidanti come la vitamina C, il beta-carotene, il selenio e la vitamina E, che sono pertanto importantissimi.
VITAMINA C
La vitamina C è particolarmente importante per proteggere il DNA dello sperma. L'acido ascorbico è presente in maggiore quantità nel liquido seminale che in altri liquidi organici, sangue compreso. Uno studio ha evidenziato che riducendo l'apporto giornaliero di vitamina C da 250 mg a 5 mg in soggetti sani si induceva una riduzione del 50% dell'acido ascorbico nel liquido seminale e un aumento del 91% degli spermatozoi con danni al DNA. Agli uomini infertili è quindi raccomandata un'integrazione di vitamina C. In uno studio a 30 uomini sani ma infertili vennero somministrati 200 mg oppure 1.000 mg al giorno di vitamina C o un placebo. Dopo una settimana nei soggetti che assumevano 1.000 mg di vitamina C il numero di spermatozoi era aumentato del 140%, nel gruppo che ne assumeva 200 mg del 112% e nel gruppo placebo non c'erano stati cambiamenti. Dopo tre settimane entrambi i gruppi trattati con la vitamina C continuavano a migliorare e il gruppo che ne assumeva 200 mg al giorno raggiunse il gruppo che ne assumeva 1.000. Il risultato più straordinario di questo esperimento è che nell'arco di 60 giorni tutti i soggetti a cui era stata somministrata la vitamina C avevano fecondato le loro mogli, mentre nel gruppo placebo questo non era successo in nessun caso.
ZINCO
L'oligoelemento più importante per le funzioni sessuali maschili è forse lo zinco, che interviene in quasi tutti gli aspetti della riproduzione, compresi il metabolismo ormonale e la formazione e la motilità degli spermatozoi. Se lo zinco è carente i valori di testosterone e di spermatozoi scendono. Negli uomini infertili con un numero di spermatozoi basso di solito è basso anche lo zinco, a dimostrazione del fatto che una carenza di zinco può essere uno dei fattori causali dell'infertilità. Un'integrazione di zinco può essere molto utile. In uno studio condotto su uomini infertili da cinque o più anni e i cui spermatozoi non superavano i 25 milioni per ml, una cura di solfato di zinco (60 mg di zinco elementare al giorno) per 45-50 giorni ha evidenziato un aumento del 250% del numero di spermatozoi in 22 soggetti con valori di testosterone bassi. Anche i valori di testosterone sono aumentati e in 9 casi su 22 la moglie è rimasta incinta. Per contro, nei 15 uomini che avevano valori di testosterone normali, sebbene il numero degli spermatozoi fosse aumentato lievemente, il testosterone non è aumentato e non ci sono state gravidanze. In altre parole, lo zinco è servito a chi ne era carente.
VITAMINA B12
Un altro nutriente importante per gli uomini con disturbi della fertilità è la vitamina B12, la cui carenza è legata a una diminuzione della motilità spermatica e del numero di spermatozoi. Anche se non c'è carenza di vitamina B12, l'integrazione è consigliata se il numero di spermatozoi è inferiore ai 20 milioni per ml. Una ricerca ha studiato uomini aventi un numero di spermatozoi inferiore a 20 milioni per ml cui è stato somministrato 1.000 mcg di vitamina B12 al giorno. Nel 27% dei casi la produzione di spermatozoi è salita oltre i 100 milioni.