10-05-2014
Il perossido d'idrogeno (acqua ossigenata) viene versato sulle ferite per uccidere i germi. I ricercatori hanno evidenziato che elevate dosi di vitamina C, se somministrata per via endovenosa, può elevare i livelli di perossido d'idrogeno (H2O2) all'interno delle cellule cancerose e ucciderle. La vitamina C endovena ha inoltre ucciso germi e può essere un'efficace terapia per malattie infettive. Di fronte ad un crescente numero di evidenze sperimentali, i ricercatori del NIH (National Institutes of Health) ammettono oggi che la vitamina C endovena può essere un trattamento efficace per il cancro. L'anno scorso gli stessi ricercatori ottennero uno studio simile ma i media non ne diffusero notizia. L'ultimo studio, pubblicato nei Proceedings of the National Academy of Sciences, conferma il lavoro del premio Nobel Linus Pauling che condusse ricerche sul cancro e la vitamina C negli anni '70. Allora gli studi di Pauling vennero screditati da ricerche mal condotte nella Mayo Clinic. A differenza degli altri farmaci, la vitamina C endovena uccide selettivamente le cellule cancerose e non quelle sane, oltre a non avere tossicità. La capacità della vitamina C endovena di uccidere cellule di linfoma giunge ad una rimarchevole percentuale di quasi il 100% a concentrazioni facilmente ottenibili nel siero sanguigno. Per ragioni inesplicabili, i ricercatori del NIH continuano a sostenere che alte dosi di vitamina C orale producono un limitato aumento delle concentrazioni di vitamina C nel siero sanguigno. Ciononostante, il loro studio precedente del 2004 mostrava che la vitamina C per bocca può portare a concentrazioni nel sangue tre volte superiori a quanto ritenuto possibile fino ad allora. Un fatto, questo, che contraddice le attuali dosi RDA per la vitamina C. [Annals Internal Medicine 140:5337, 2004]. I ricercatori del NIH evitano di ritrattare la vecchia posizione secondo cui gli umani non possono beneficiare di alte dosi supplementari di vitamina C presa oralmente. Il NIH non offre inoltre spiegazione del perché ci siano voluti 35 anni per confermare il lavoro di Linus Pauling.