17-05-2014
Una carenza di vitamina D può mettere in serio pericolo il nostro cuore. A sostenerlo sono due studi, il primo dei quali è stato presentato durante il convegno dell'American College of Cardiology da alcuni ricercatori della Emory University di Atlanta, negli Stati Uniti. Gli scienziati hanno analizzato 554 persone sane con età media di 47 anni concentrandosi sui livelli di vitamina D nel sangue. Il 14 per cento dei volontari mostrava un livello inferiore ai 20 nanogrammi per millilitro, mentre nel 33 per cento dei casi il livello era fra 20 e 30 nanogrammi. In seguito, i ricercatori hanno verificato l'elasticità delle arterie, scoprendo che le persone con livelli bassi di vitamina D avevano anche arterie più indurite rispetto agli altri. L'indurimento però è sparito dopo alcuni mesi di supplementi vitaminici. Spiegano gli autori: “non sappiamo bene il meccanismo che lega la vitamina D alle arterie. Potrebbero essere coinvolte le cellule endoteliali dei muscoli intorno ai vasi, o l'ormone angiotensina che regola l'apertura e la chiusura delle arterie. Il risultato però ci dice che la salute del cuore passa per un sufficiente tasso di vitamina D nel sangue".
L'altro studio proviene dall'Institute Intermountain Medical Center di Salt Lake City e ha preso in esame un sostanzioso campione di quasi 28.000 persone dai 50 anni in su senza alcun precedente di malattia cardiovascolare nella loro storia clinica. I pazienti sono stati divisi in tre gruppi in base al livello di vitamina D presente nei loro organismi. Un livello considerato normale è superiore ai 30 nanogrammi per millilitro, basso dai 15 ai 30 nanogrammi, carente se meno di 15 nanogrammi. Nei pazienti con livelli più bassi di vitamina D il rischio di insorgenza di malattie coronariche o di ictus aumentava in maniera significativa, e in generale la probabilità di morte era più alta del 77%. Il coordinatore della ricerca, il dott. Brent Muhlestein dell'Institute Intermountain Medical Center, esprime soddisfazione per i risultati raggiunti: “Questo è uno studio unico perché l'associazione tra la carenza di vitamina D e le malattie cardiovascolari non è stata consolidata”. In passato era stata sottolineata l'influenza positiva della vitamina D nell'ambito dei disturbi muscolo-scheletrici, ma ora si scopre un legame anche con fattori di rischio legati alle malattie cardiovascolari come la pressione arteriosa e i livelli di glucosio nel sangue. Un altro medico che ha partecipato alla ricerca, il dott. Heidi May, epidemiologo, ha affermato: “I risultati sono stati piuttosto sorprendenti e importanti. Siamo giunti alla conclusione che tra i pazienti con 50 anni di età e oltre, anche una moderata carenza di vitamina D è stata associata allo sviluppo di malattie coronariche, insufficienza cardiaca, ictus e morte. Questo è importante perché la carenza di vitamina D è facilmente curabile”. Lo studio americano dimostra la correlazione fra vitamina D e malattie cardiovascolari, ma naturalmente saranno necessarie ulteriori ricerche che non si limitino, come in questo caso, all'osservazione: “Riteniamo che i risultati sono abbastanza importanti da giustificare sperimentazioni cliniche - conclude il dott. Muhlestein - per determinare con certezza quello che abbiamo scoperto”.
https://www.eurekalert.org/pub_releases/2009-11/imc-nsl111009.php