30-11-2014
La vitamina D è essenziale per una serie di funzioni dell’organismo tra cui la più nota è l’azione sulla formazione e il mantenimento delle ossa. Recenti studi hanno tuttavia messo in evidenza come questa vitamina sia altrettanto importante per altri organi e tessuti: uno di questi è il cervello. E proprio sull’azione della vitamina D sul cervello si è concentrato un nuovo studio dei ricercatori dell’University of Kentucky, i quali hanno scoperto che una carenza di vitamina D può causare seri danni cerebrali. Lo studio è stato condotto su modello animale, utilizzando dei topi a cui è stata fatta seguire una dieta povera di vitamina D per diversi mesi. L’osservazione dei processi innescati dalla carenza di vitamina D ha permesso ai ricercatori di individuare un’azione dannosa sul cervello da parte dei radicali liberi in cui si evidenziavano anche danni a molte delle proteine cerebrali. Non solo i danni alle cellule cerebrali sono stati rilevati per mezzo di strumentazione, ma anche per mezzo di test cognitivi in cui i topi hanno mostrato un significativo calo delle prestazioni, sia cognitive che di apprendimento e memoria. «Dato che la carenza di vitamina D è particolarmente diffusa tra gli anziani, abbiamo studiato come durante la fase d’invecchiamento tra la mezza età e la vecchiaia bassi livelli di vitamina D abbiano influenzato lo stato ossidativo del cervello – ha spiegato il dottor Allan Butterfield, autore principale dello studio –. Livelli sierici adeguati di vitamina D sono necessari per prevenire i danni al cervello da parte dei radicali liberi e le successive conseguenze deleterie».
I risultati completi dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Free Radical Biology and Medicine e dimostrano come una carenza di vitamina D possa dunque essere deleteria non solo per le ossa. Precedenti studi, poi, avevano suggerito come bassi livelli di vitamina D siano associati con la malattia di Alzheimer e lo sviluppo di alcuni tumori e malattie cardiache. Non dimentichiamo pertanto di seguire una dieta che favorisca l’assunzione di questa vitamina e, soprattutto, cerchiamo di esporci di più alla luce solare, possibilmente anche d’inverno.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23872023