08-01-2015
Nel nostro organismo sono presenti (o dovrebbero esserlo) diversi minerali. Tutte sostanze che di norma assumiamo attraverso il cibo o l’acqua. Questi minerali sono classificati in base alle loro caratteristiche e alla loro presenza nel corpo: tra questi vi sono i minerali macro, gli elettroliti e i minerali traccia. Uno di questi ultimi è lo zinco, un minerale traccia di fondamentale importanza per il buon funzionamento dell’organismo e per la salute – dato che è anche un buon rimedio preventivo per molte malattie. In genere lo zinco è presente nel corpo umano in quantità superiori a qualsiasi altro oligoelemento, a parte il ferro. In un adulto se ne trovano circa due-tre grammi, ed è rintracciabile negli organi, nei tessuti, nelle ossa, nei fluidi e nelle cellule. Come detto, si può assumere attraverso gli alimenti: tra cui quelli ad alto contenuto di proteine, in particolare proteine animali. Nonostante le fonti di zinco non manchino, si stima che circa la metà della popolazione mondiale potrebbe essere a rischio assunzione di zinco insufficiente.
Ma qual è il ruolo principale di questo minerale, e perché è così fondamentale? La domanda se la sono posti anche i ricercatori indiani Kuljeet Kaur, Rajiv Gupta, Shubhini A. Saraf e Shailendra K. Saraf, i quali hanno svolto una revisione sistematica i cui risultati sono stati pubblicati su Comprehensive Reviews in Food Science and Food Safety, a cura dell’Institute of Food Technologists (IFT). L’articolo, dal titolo “Zinco, il minerale della vita”, riporta i risultati dell’analisi di numerosi studi condotti sullo zinco e dimostra come questo minerale sia non solo un elemento vitale in vari processi fisiologici, ma anche una sorta di farmaco che aiuta nella prevenzione di molte malattie. E una sua carenza può, per contro, essere coinvolta in altrettante malattie. Per esempio, si è stabilito che lo zinco era carente nel sangue dei pazienti con l’Alzheimer e la malattia di Parkinson (Brewer, ed altri 2010). In uno studio su modello animale è stato osservato che lo zinco si comporta come un antidepressivo (Nowak ed altri, 2005). E poi svolge un ruolo di primo piano nella regolazione della pressione arteriosa. A questo proposito, si è poi trovato che maschi e femmine metabolizzano lo zinco in modo diverso quando soffrono di ipertensione (TUBEK, 2007). Una carenza di zinco nel fegato è stata accertata non solo in coloro affetti da cirrosi epatica, ma anche in una meno avanzata malattia epatica alcolica e non alcolica (Bode e altri, 1998). Una lieve carenza di zinco durante la gravidanza potrebbe causare aumento della morbilità materna, alterazione del senso del gusto, gestazione prolungata, difficoltà e inefficienza del travaglio, sanguinamento atonico (o emorragia post-parto) e un aumento del rischio per il feto (Jameson, 1993). Il minerale poi è molto importante nella sintesi, nella conservazione e nella secrezione dell’insulina (Chausmer 1998). Bassi livelli di zinco hanno oltremodo dimostrato di svolgere un ruolo nei pazienti diabetici con condizioni associate a malattie come la malattia coronarica e diversi fattori di rischio connessi, tra cui l’ipertensione e livelli elevati di trigliceridi (Singh e altri, 1998). Lo zinco potrebbe anche ridurre la durata di una grave polmonite e il tempo di degenza in ospedale (Brooks, 2004). Infine, gli studi analizzati mostrano una correlazione tra una carenza di zinco nei pazienti geriatrici e una ridotta attività della ghiandola del timo e gli ormoni timici, una diminuita risposta alle vaccinazioni e una riduzione dell’immunità (Haase e Rink, 2009). Una sua carenza è stata anche collegata con una più difficile e ritardata guarigione delle ferite. Lo zinco e stato poi trovato essere fondamentale per la guarigione delle ulcere gastriche, soprattutto in fase iniziale (Kennan e Morris, 1993; Andrews e Gallagher-Allred, 1999; Watanabe, 1995). Ecco dunque come sia importante assicurarci che la nostra dieta sia corretta e fornisca adeguate dosi di minerali fondamentali per il buon funzionamento dell’organismo: tra questi vi è appunto lo zinco, non dimentichiamolo.
Tra le principali fonti alimentari di zinco troviamo le ostriche, i cereali, il germe di grano, il fegato di vitello, il formaggio tipo grana, altri carni bovine, ovine e suine, i funghi, il cacao, le noci e il tuorlo d’uovo. E’ tuttavia bene tenere presente che i cibi che contengono fibre e fitati (Sali dell’acido fitico) come i cereali, proteine del latte (come la caseina) o elevate quantità di calcio, ne possono ridurre l’assorbimento da parte dell’organismo.
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/1541-4337.12067/full
https://www.sciencedaily.com/releases/2014/07/140718114541.htm