16-12-2017
I conservanti alimentari che vengono aggiunti ai cereali per la prima colazione e ad altri prodotti quotidiani, possono causare l’obesità secondo una crescente evidenza degli esperimenti sugli animali. Un nuovo studio pubblicato in “Nature Communications” spiega come i ricercatori del Cedars-Sinai hanno sviluppato una nuova piattaforma e un protocollo per testare gli effetti delle sostanze chimiche note come disgregatori endocrini sugli esseri umani. Le tre sostanze chimiche testate in questo studio, presenti in abbondanza nella vita moderna, sono il butilidrossitoluene (BHT) che è un antiossidante comunemente aggiunto ai cereali per la prima colazione e ad altri alimenti, al fine di proteggere le sostanze nutritive e conservare i grassi; l’acido perfluorooctanoico (PFOA) che è un polimero presente in alcune pentole, moquette e altri prodotti e la tributiltina (TBT) che è un composto presente nelle vernici che può entrare nell’acqua e accumularsi nei frutti di mare.
I ricercatori hanno utilizzato tessuti che producono ormoni, coltivati da cellule staminali umane per dimostrare come l’esposizione cronica a queste sostanze chimiche può interferire con i segnali inviati dal sistema digestivo al cervello per indicare che siamo “sazi” dopo i pasti. Quando questo sistema di segnalazione si interrompe, le persone spesso continuano a mangiare e aumentano di peso. “Abbiamo scoperto che ognuno di questi prodotti chimici hanno danneggiato gli ormoni responsabili della comunicazione tra l’intestino e cervello”, ha dichiarato Dhruv Sareen, Professore ordinario di scienze biomediche e Direttore dell’Induced Pluripotent Stem Cell Core Facility al the Cedars-Sinai Board of Governors Regenerative Medicine Institute. “Quando abbiamo testato i tre additivi insieme, lo stress causato era molto più grave”. “Tra le tre sostanze chimiche testate, il butilidrossitoluene ha prodotto effetti più dannosi rispetto alle altre. Inoltre, altri scienziati hanno dimostrato che questi composti possono distruggere i sistemi ormonali negli animali da laboratorio, ma il nuovo studio è il primo ad utilizzare le cellule staminali pluripotenti e i tessuti umani per documentare come i composti possono disturbare gli ormoni critici per la segnalazione intestinale e prevenire l’obesità nelle persone”, ha detto Sareen. “Questo studio migliora notevolmente la nostra comprensione di come i disgregatori endocrini possono danneggiare i sistemi ormonali umani e contribuire all’epidemia di obesità”, ha dichiarato Clive Svendsen, Direttore dell’Institute and the Kerry and Simone Vickar Family Foundation Distinguished Chair in Regenerative Medicine. Più di un terzo degli adulti statunitensi sono considerati obesi, secondo statistiche federali.
Il nuovo sistema di test sviluppato per lo studio ha il potenziale di fornire un metodo necessario, sicuro e conveniente che può essere utilizzato per valutare gli effetti sulla salute di migliaia di sostanze chimiche esistenti e nuove nell’ambiente. Per i loro esperimenti, Sareen e il suo team hanno utilizzato per primi i campioni di sangue prelevati dagli adulti e poi, attraverso la riprogrammazione dei geni, hanno convertito le cellule in cellule staminali pluripotenti indotte. Quindi, utilizzando queste cellule staminali, i ricercatori hanno sviluppato il tessuto epiteliale umano e tessuti neuronali della regione dell’ipotalamo del cervello, la regione che regola l’appetito e il metabolismo. I ricercatori hanno poi esposto i tessuti a BHT, PFOA e TBT, uno per uno e anche in combinazione e osservato che le sostanze chimiche hanno interrotto reti che consentono agli ormoni di segnalazione di mantenere la loro struttura ed essere trasportati fuori dalle cellule, rendendoli inefficaci. Le sostanze chimiche hanno anche danneggiato i mitocondri - strutture cellulari che trasformano cibo e ossigeno in energia e guidano il metabolismo del corpo.
“Poiché i danni chimici si sono verificati nelle “giovani” cellule, i risultati suggeriscono che un sistema ormonale difettoso potenzialmente potrebbe influenzare una madre incinta e il feto nel grembo materno”, ha detto Sareen. ”Anche se altri scienziati hanno dimostrato negli studi sugli animali che gli effetti dei disgregatori endocrini possono essere tramandati alle generazioni future, questo processo non è stato ancora dimostrato nell’uomo”, ha spiegato il ricercatore.
Più di 80.000 sostanze chimiche sono registrate per essere utilizzate negli Stati Uniti, negli alimenti, prodotti per la cura personale, detergenti per la casa e prodotti per la cura del giardino, secondo il National Toxicology Program del Dipartimento di Salute e Servizi Umani degli Stati Uniti. Mentre il programma afferma sul suo sito web che relativamente pochi prodotti chimici sono considerati come un rischio significativo per la salute umana, afferma anche: “Non conosciamo gli effetti di molti di questi prodotti chimici sulla nostra salute”.
I costi e le questioni etiche, incluso il rischio per la salute di esporre i soggetti umani a sostanze eventualmente dannose, sono tra le barriere per testare la sicurezza di molte sostanze chimiche. Di conseguenza, numerosi composti ampiamente utilizzati rimangono non valutati negli esseri umani per i loro effetti sulla salute, in particolare sul sistema ormonale.