05-05-2014
Gli odierni tempi frenetici ci portano spesso ad acquistare e consumare cibo precotto o acquistato dai fast food perché ritenuti più comodi e di celere preparazione. Purtroppo però, molto spesso, questi alimenti non si rivelano salubri per la nostra salute e vengono spesso messi sotto accusa dai nutrizionisti e dai dietologi. Ultimo in ordine di tempo, è il caso delle patatine fritte congelate, accusate da una recente ricerca di essere altamente nocive per il nostro organismo, arrivando persino a provocare il cancro. La notizia è stata pubblicata dai quotidiani britannici Daily Mail e Telegraph, che riportano entrambi le parole del dottor Donald Mottram, chimico e coordinatore della ricerca stessa. Secondo Mottram, la colpa sarebbe da attribuire alla presenza di acrilamide, ovvero una sostanza ritenuta tossica che si forma maggiormente nel corso di prolungate cotture effettuate ad alte temperature, proprio ciò che accade con le fritture.
Nel caso specifico delle patatine pre-fritte poi la cottura è maggiormente prolungata, perché cotte più volte. Proprio in merito alla preparazione, e quindi alla cottura, di tale alimento, il dottor Mottran afferma: “Il processo include la selezione delle patate, il taglio, l’aggiunta di zucchero, l’essiccazione, la frittura e il congelamento. Tutto questo, combinato alla cottura finale, dona il colore, la consistenza e il sapore che i consumatori si aspettano dalle patatine fritte. L’acrilamide si forma naturalmente durante la cottura di molti prodotti alimentari. La formazione di acrilamide nelle patate fritte è inevitabile”. La formazione di acrilamide è un processo dunque che non può essere arrestato e che si verifica in molti altri alimenti in cui esso è presente (alimenti ricchi di carboidrati). Per questo motivo gli esperti raccomandano sempre di:
1. Effettuare un’unica cottura, eliminando così i cibi pre-fritti.
2. Realizzarla in tempi brevi.
3. Utilizzare un olio adeguato, evitando così il burro.
4. Cambiare l’olio “bruciato” nel corso della frittura senza quindi rabboccarlo con quello “pulito”.
5. Non mangiare le parti degli alimenti eccessivamente cotte o bruciate.