31-01-2018
Chi soffre di mal di schiena cronico non può affidarsi ai farmaci, e se lo fa non si aspetti grandi risultati. È impietosa la conclusione di uno studio apparso su Annals of the Rheumatic Diseases a firma di ricercatori del George Institute for Global Health di Sydney. Stando all'analisi di 35 studi randomizzati per un totale di oltre 6.000 persone coinvolte, gli antinfiammatori NSAIDs (Non-steroidal anti-inflammatory drugs, farmaci antinfiammatori non steroidei) avrebbero effetti solo lievemente superiori al placebo. L'analisi evidenzia che solo 1.000 pazienti sui 6.000 esaminati hanno mostrato benefici clinicamente significativi nel breve termine. Benefici che in ogni caso erano inferiori a gravi effetti collaterali come ulcere gastriche e sanguinamento. Manuela Ferreira e Gustavo Machado, i responsabili dello studio, spiegano: «La nostra analisi di sicurezza farmaceutica rivela che i NSAIDs aggravano il rischio di effetti collaterali intestinali di due volte e mezzo rispetto al placebo». Una ricerca precedente degli stessi autori aveva sottolineato la scarsa efficacia del paracetamolo, che d'altro canto quadruplica l'incidenza di funzioni epatiche anormali. Neanche gli oppioidi sembrano affidabili, in quanto poco più efficaci dei NSAIDs, con l'aggravante di effetti collaterali ancora più pesanti. «I risultati mettono in luce la necessità urgente di sviluppare nuove terapie e di dedicare più attenzione alla prevenzione», aggiungono i ricercatori.
Un altro studio ha analizzato anche l'effetto degli steroidi per il trattamento del mal di schiena, anche in questo caso evidenziando risultati poco lusinghieri. Janna Friedly, assistente alla cattedra di medicina della riabilitazione all'Università di Washington a Seattle, commenta: «Le iniezioni di steroidi sono un trattamento comune per la stenosi spinale e siamo rimasti sorpresi dai risultati del nostro studio». I ricercatori, che hanno pubblicato i risultati dello studio sul New England Journal of Medicine, hanno coinvolto 400 persone affette da dolore alla schiena e alla gamba per via della compressione nervosa provocata da una stenosi spinale, sottoponendole all'iniezione di lidocaina da sola o insieme allo steroide. A tre settimane dall'iniezione, il gruppo steroide stava meglio, ma a sei settimane non c'era nessuna differenza in termini di dolore e funzionalità fra i due gruppi. La ratio medica per la somministrazione degli steroidi si basa sulla loro efficacia nel ridurre il gonfiore e l'infiammazione attorno ai nervi schiacciati. «Per alcuni pazienti funziona davvero così», ha ricordato Gunnar Andersson, docente del dipartimento di Chirurgia ortopedica al Rush University Medical Center di Chicago, in un editoriale di commento allo studio, «mentre in altri pazienti non funziona oppure ha un effetto di durata molto breve». Le opzioni alternative, ovvero la chirurgia e l'attività fisica, non modificano comunque il problema di base e non producono un effetto duraturo della stenosi, spiega il dott. Andersson, che quindi invita in ogni caso a considerare con attenzione un’eventuale rinuncia alla terapia di infiltrazione.
http://ard.bmj.com/content/early/2017/01/20/annrheumdis-2016-210597.short
https://www.sciencedaily.com/releases/2017/02/170202090820.htm
https://www.georgeinstitute.org/media-releases/the-drugs-dont-work-say-back-pain-researchers