RISCHIO DI CANCRO ALLA PELLE SE ASSUMETE QUESTO ANTIPERTENSIVO.

14-02-2018

Ricerche recentemente pubblicate dall’Università della Danimarca meridionale e dalla Danish Cancer Society mostrano una connessione tra uno dei più comuni farmaci per l’ipertensione e il cancro della pelle. Ricercatori danesi si sono concentrati sulla medicina antipertensiva contenente idroclorotiazide (Esidrex) in relazione ad un aumentato rischio di cancro della pelle. I ricercatori hanno precedentemente dimostrato che il farmaco, che è uno dei farmaci più usati in tutto il mondo, può aumentare il rischio di cancro al labbro. In un nuovo studio, i ricercatori hanno identificato un’altra chiara connessione tra l’uso del farmaco per l’ipertensione e la possibilità di sviluppare il cancro della pelle. Più specificamente, questo si riferisce a farmaci contenenti idroclorotiazide e carcinoma a cellule squamose.
I ricercatori hanno anche esaminato altri farmaci comunemente usati per l’ipertensione, ma nessuno di questi ha aumentato il rischio di cancro della pelle . “Sapevamo che l’idroclorotiazide rendeva la pelle più vulnerabile ai danni provocati dai raggi UV del sole, ma ciò che è nuovo, e anche sorprendente, è che l’uso a lungo termine di questo medicinale per la pressione del sangue, porta ad un aumento così significativo del rischio di cancro della pelle”, dice Anton Pottegård, Professore associato dell’Università della Danimarca meridionale. Lo studio, che si basa su circa 80.000 casi danesi di cancro della pelle, mostra che il rischio di sviluppare il cancro è fino a sette volte maggiore per gli utilizzatori di medicinali contenenti idroclorotiazide.
Esistono diversi tipi di cancro della pelle. Il carcinoma a cellule squamose, al quale è associato il medicinale per la pressione sanguigna, può essere facilmente trattato e ha un tasso di mortalità molto basso. L’idroclorotiazide è uno dei farmaci più comunemente usati per ridurre la pressione sanguigna sia negli Stati Uniti, dove oltre 10 milioni di persone usano il farmaco ogni anno, sia nell’Europa occidentale. Gli effetti collaterali interessano quindi molte persone e i ricercatori hanno calcolato che circa il 10% di tutti i casi danesi di carcinoma a cellule squamose può essere causato dall’idroclorotiazide. ”Ovviamente non bisogna interrompere il trattamento senza prima consultare il medico, tuttavia, se si utilizza idroclorotiazide al momento, potrebbe essere una buona idea parlare con il medico per vedere se è possibile scegliere un farmaco diverso”, afferma Anton Pottegård.
Come parte del progetto, i ricercatori danesi hanno collaborato con il Dr. Armand B. Cognetta Jr., della divisione di Dermatologia della Florida State University, che è a capo di uno dei più grandi centri di trattamento per il cancro della pelle negli Stati Uniti. Il Dr. Cognetta ha una vasta esperienza nella diagnosi e nel trattamento di pazienti affetti da cancro della pelle in Florida, e ha notato che l’idroclorotiazide è sospettosamente prevalente tra i suoi pazienti. Il ricercatore accoglie i nuovi risultati con entusiasmo ed afferma: “Abbiamo visto e seguìto molti pazienti con diversi tipi di cancro della pelle dove l’unico fattore di rischio, a parte l’esposizione alla luce solare, sembra essere l’idroclorotiazide. Sapevamo che l’idroclorotiazide rende sensibili al sole, ma la connessione tra questo medicinale e il cancro della pelle è rimasta elusiva: lo studio condotto da Pottegård e dai suoi colleghi avrà un grande impatto sulla prevenzione del cancro della pelle e sulla salute pubblica in tutto il mondo”.
I ricercatori continuano a lavorare su studi che possono gettare ulteriore luce sulla connessione tra idroclorotiazide e cancro della pelle. Inoltre, hanno avviato un dialogo con le aziende mediche competenti e con l’Agenzia dei medicinali danese in merito ai loro risultati. “Il rischio di cancro della pelle deve, ovviamente, essere valutato rispetto al fatto che l’idroclorotiazide è un trattamento efficace e sicuro per la maggior parte dei pazienti. Tuttavia i nostri risultati dovrebbero portare a una riconsiderazione dell’uso di idroclorotiazide”, afferma Anton Pottegård.

 

https://www.sciencedaily.com/releases/2017/12/171204105339.htm

http://www.jaad.org/article/S0190-9622(17)32741-X/pdf

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