04-03-2018
La vitamina F, ovvero gli acidi grassi omega-3, potrebbero essere un aiuto naturale nella prevenzione del tumore alla prostata. Lo dimostra una ricerca della Washington State University, che mette in discussione gli esiti di studi precedenti. Gli omega-3 sono contenuti in molti prodotti naturali come il pesce, i crostacei, le noci, la lecitina di soia, i semi di chia, i semi di lino e anche in integratori alimentari come l’olio di pesce. L’effetto antinfiammatorio degli omega-3 è già noto agli istituti di ricerca internazionali. Sono un elemento essenziale per la prevenzione da patologie come Alzheimer e diabete. I risultati della Washington State University contraddicono uno studio pubblicato nel 2013 sul Journal of National Cancer Institute che aveva rilevato un legame fra elevati livelli di acidi grassi e l’insorgenza del tumore alla prostata. Secondo i dati di Kathryn Meier, Ze Liu e Mandi Hopkins, ricercatori della WSU, gli acidi grassi si legano ad un recettore chiamato FFA4: piuttosto che stimolarle, funzionerebbero come segnali inibitori della crescita delle cellule tumorali. Kathryn Meier, professoressa di farmacia alla WSU e capo del team di ricerca, ha spiegato: “Questo tipo di ricerche ci potrebbe aiutare a trattare meglio o prevenire il tumore alla prostata. Il ruolo degli omega-3, finora, è stato analizzato in relazione a patologie come il diabete o le infiammazioni croniche: il nostro studio è il primo a dimostrare la sua efficacia anche nel campo dei tumori”.
Secondo i ricercatori l’assunzione di omega-3 tramite integratori non è affidabile: l’olio di pesce, ad esempio, non è tollerato da molte persone. Per aumentarne l’efficacia gli omega-3 devono inoltre restare all’interno delle cellule e non essere smaltiti con la digestione. Meier ha concluso: “È difficile dire quale sia l’alimento più efficace per l’assunzione degli acidi grassi. Indipendentemente dal metodo di assunzione, ora abbiamo un potenziale farmaco da inserire nei trattamenti antitumorali. Con la sperimentazione possiamo verificare in modo preciso come gli omega-3 funzionano rispetto a diverse tipologie di cancro”.
http://www.sciencedaily.com/releases/2015/03/150318074521.htm
http://www.eurekalert.org/pub_releases/2015-03/wsu-wrs031715.php