01-05-2018
Di marche e tipologie diverse, gli assorbenti interni sono tra gli acquisti più diffusi tra le donne, ma siamo certi che siano veramente così sicuri? Secondo una recente ricerca condotta dall’Università Claude Bernard di Lione in Francia, i tamponi mestruali potrebbero trasformarsi nel peggiore nemico delle donne, arrivando anche a causare uno shock tossico. I ricercatori hanno esaminato 15 tamponi attualmente in commercio e coppette mestruali. Ecco cos’hanno scoperto.
L’INSIDIA NASCOSTA NEGLI ASSORBENTI INTERNI
Febbre alta, vomito, diarrea, stato confusionale ed eruzione cutanea. Sono questi i sintomi da shock tossico che possono derivare dall’uso degli assorbenti interni. Una condizione rara, ma non impossibile, che ha portato ad esempio all’amputazione di un arto della modella californiana Lauren Wasser. Il rischio maggiore lo corrono le donne con un’infezione intima da Staphylococcus aureus, che produce tossina-1 della sindrome da shock tossico (TSST-1) e di cui le mestruazioni possono aumentare la crescita.
SHOCK TOSSICO E TAMPONI: I RISULTATI DELLO STUDIO
Nello studio, Gerard Lina dell’Università Claude Bernard e i suoi colleghi hanno esaminato il ruolo di tamponi e coppette mestruali sulla crescita di S. aureus e sulla produzione della tossina incriminata. Nel loro laboratorio, gli scienziati hanno cercato di riprodurre le condizioni interne della vagina, durante l’uso di questi dispositivi. I risultati hanno confermato i timori: tamponi e coppette favoriscono la proliferazione dello Staphylococcus aureus, anche se non è stato possibile stabilire la differenza tra le varie marche di assorbenti interni.
«I nostri risultati non supportano l’ipotesi che suggerisce che tamponi composti esclusivamente da cotone organico potrebbero essere intrinsecamente più sicuri di quelli in cotone misto e rayon, o viscosa o ancora dei tamponi composti interamente di viscosa», spiega Lina. Ma le coppette mestruali non sarebbero meglio. Anzi. Sembrerebbe infatti che favoriscano una maggiore produzione di tossine rispetto ai tamponi vaginali.
Cosa fare allora per proteggersi? Gli esperti consigliano di prestare molta attenzione all’igiene intima, cambiando spesso gli assorbenti interni e di bollire le coppette tra un uso e un altro. Rossella Nappi, ginecologa dell’Ambulatorio di endocrinologia ginecologica e della menopausa del Policlinico San Matteo di Pavia, consiglia: «I rischi di andare incontro alla sindrome da shock tossico possono essere ridotti alternando l’uso dell’assorbente interno a quello esterno, lavando le mani prima di inserirlo o dopo averlo rimosso e cambiarlo ogni 4-6 ore, senza mai dimenticarlo in vagina».
IL CASO DELLA MODELLA LAUREN WASSER
«La sindrome da shock tossico è una malattia rara ma grave caratterizzata da febbre, pressione bassa, eruzione cutanea con successiva desquamazione e a una disfunzione multiorgano», sottolinea il report. La sua incidenza annuale media è di circa 0,7 casi per milione. Un’esperienza del genere, purtroppo, è stata vissuta dalla modella californiana Lauren Wasser. Laura ha solo 24 anni quando rischia di morire per uno shock tossico causato da un assorbente interno. La ragazza mette un tampone prima di uscire. Tornando a casa e sentendosi molto stanca, decide di mettersi a dormire, per poi svegliarsi con febbre altissima. Arriva in ospedale con uno shock settico in corso. Le sue condizioni sono così gravi che i medici sono costretti ad amputarle una gamba. Ma il suo calvario sembra non essere ancora terminato: «Il mio piede sinistro è un’ulcera aperta, non ha dita né tallone e mi causa dolori continui. Tra pochi mesi avrò inevitabilmente anche l’altra gamba amputata e non c’è niente che io possa fare», dichiara.
http://www.dailymail.co.uk/health/article-5276685/Model-loses-second-leg-toxic-shock-syndrome.html