14-09-2015
L’estratto di serenoa e l’olio di semi di zucca sono sostanze vegetali alle quali sono attualmente riconosciuti effetti salutari per il trattamento delle sindromi irritative e ostruttive dell’apparato urinario e in caso di iperplasia prostatica benigna.
IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA (IPB)
In esperimenti in vitro e in vivo la serenoa ha mostrato di agire a tre livelli complementari:
1. impedisce la conversione del colesterolo in diidrocolesterolo, inibendo l'enzima responsabile della reazione;
2. ostacola il legame tra questa molecola e il suo recettore;
3. blocca la riduzione del diidrocolesterolo a un metabolita implicato nell'ipertrofia prostatica.
Uno studio condotto su cellule e fibroblasti separati da tessuti prostatici colpiti da ipertrofia benigna e tessuti prostatici cancerosi, ha dimostrato che l'estratto di serenoa repens è in grado di inibire la formazione dei metaboliti del testosterone implicati nella patologia prostatica.
Studi condotti confrontando l'estratto di serenoa e un placebo o una terapia convenzionale (finasteride) hanno evidenziato nella serenoa, rispetto al placebo, la capacità di ridurre la nicturia e il senso di pesantezza pelvica. Rispetto al farmaco, sono stati evidenziati miglioramenti simili nella sintomatologia e nel flusso di urina, con effetti collaterali e disfunzioni dell'erezione minori.
In una recente revisione sistematica su 18 studi randomizzati controllati (16 dei quali in doppio cieco) riguardanti l'utilizzo di serenoa su circa 3.000 uomini con IPB sintomatica, la serenoa ha mostrato di migliorare i punteggi dei sintomi urinari e le misurazioni del flusso. La somministrazione di serenoa (160 mg al giorno di estratto per 1-3 mesi) ha prodotto miglioramenti in sintomi quali disuria, frequenza e nicturia, riducendo i punteggi dei sintomi urinari e aumentando il flusso urinario. L'estratto di serenoa, inoltre, non influenzando il volume prostatico e/o i livelli di PSA, un marker del tumore alla prostata, sembra escludere il rischio di mascheramento dei tumori.
Anche l'olio di semi di zucca ha mostrato effetti benefici nella IPB. In uno studio esteso, condotto su 2.245 uomini, si è riscontrato che i sintomi (calcolati con il punteggio della Scala Internazionale dei sintomi prostatici) erano diminuiti nel 41,4% dei soggetti e la qualità della vita era migliorata nel 46,1%.
In un altro esperimento 53 uomini hanno partecipato a uno studio in doppio cieco randomizzato, comparando l'olio di semi di zucca a un placebo. Dopo 3 mesi di terapia, il gruppo trattato con olio di semi di zucca ha mostrato miglioramenti in parametri quali flusso, durata, residui e frequenza urinaria. Altri studi in campo urologico suggeriscono che l'olio di semi di zucca sia in grado di ridurre la pressione uretrale e vescicale, aumentando la remissione del disturbo in vivo.
INFIAMMAZIONI ED EDEMI
Diversi modelli sperimentali sia in vitro che in vivo hanno dimostrato l’azione antinfiammatoria degli estratti di serenoa. Negli studi in vivo, l’estratto della pianta ha dimostrato la capacità di ostacolare l’aumento della permeabilità capillare indotta dall’istamina e da altri modelli di induzione della flogosi. Oltre a questa capacità, si aggiunge l’inibizione dell’attività della ciclossigenasi e della lipossigenasi che influenzano la sintesi dei metaboliti proinfiammatori della via dell’acido arachidonico. Analoghi risultati dell’attività antinfiammatoria sono stati evidenziati con l’utilizzo dell’olio di semi di zucca, per la presenza di cucurbitacina.
ALOPECIA
Studi effettuati recentemente hanno dato risultati positivi nella calvizie androgenetica somministrando serenoa repens. L'azione antiandrogena e antinfiammatoria della pianta si esplica inibendo il 5-alfa-reduttasi, enzima implicato nella trasformazione del testosterone in diidrotestosterone, il quale stimola la formazione di forfora e di sebo in eccesso sul cuoio capelluto, provocando la caduta dei capelli.
In uno studio pilota su maschi adulti sani (23-64 anni), è stato somministrato estratto di serenoa (320 mg al giorno) o un placebo per 3 mesi. Al termine del trattamento il 60% dei soggetti del gruppo verum ha mostrato un miglioramento statisticamente significativo nella caduta dei capelli rispetto al gruppo placebo.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12137626