24-06-2018
Grazie a una sostanza specifica, il tè verde avrebbe un effetto positivo sul cuore. A suggerirlo è uno studio pubblicato sul Journal of Biological Chemistry da un team della Lancaster University e della University of Leeds. La sostanza oggetto di analisi è l’antiossidante epigallocatechina-3-gallato (EGCG), che ha dimostrato peraltro anche un’azione di contrasto nei confronti delle placche proteiche e quindi degli aggregati di beta-amiloide che si creano in caso di Alzheimer. Tuttavia, nello studio inglese è stato scoperto che l’antiossidante, in presenza di eparina, svolge un’azione demolitiva anche sulle placche che si formano sulle pareti dei vasi sanguigni. L'antiossidante del tè demolisce la placca in fibrille solubili e non pericolose nel sangue.
Un altro studio conferma i benefici legati all'assunzione di tè per il nostro organismo, segnalando anche una riduzione del rischio di mortalità non cardiovascolare. La ricerca, presentata nel corso dell'ultimo congresso dell’European Society of Cardiology, è firmata dal prof. Nicolas Danchin del centro di Medicina preventiva di Parigi.
Secondo le conclusioni dello studio, il tè abbasserebbe del 24 per cento la probabilità di morire precocemente per cause non cardiovascolari. «Se dovete scegliere tra tè o caffè è probabilmente meglio bere il tè. Caffè e tè sono componenti importanti del nostro modo di vita e i loro effetti sulla salute cardiovascolare (CV) sono stati studiati in passato con risultati talvolta divergenti. Abbiamo studiato gli effetti del caffè e del tè sulla mortalità CV e la mortalità non CV in un’ampia popolazione francese a basso rischio di malattie cardiovascolari», spiega il professor Danchin. I medici d'oltralpe hanno analizzato soggetti di età compresa fra 18 e 95 anni che eseguivano controlli sanitari presso il centro parigino dal gennaio 2001 al dicembre 2008. Nel corso del follow up durato 3 anni e mezzo 95 persone sono decedute per problemi cardiovascolari e 632 per altre motivazioni.
Il consumo della bevanda o del caffè è stato verificato attraverso un questionario nel quale le opzioni erano le seguenti: più di quattro tazze al giorno, da una a quattro tazze, nessuna tazza. I risultati hanno dimostrato che chi beveva caffè aveva un rischio cardiovascolare maggiore rispetto ai non bevitori, ma il pericolo era legato soprattutto al fumo, più frequente in chi beve il caffè. Al contrario, chi beveva tè mostrava un profilo di rischio cardiovascolare migliore. Il tè aveva anche un effetto più marcato sulla pressione sanguigna rispetto a quello mostrato dal caffè, con una riduzione di circa 5 mmHg nella pressione sistolica e 3 mmHg in quella diastolica. «Nel complesso si tende ad avere un profilo di rischio più elevato per i bevitori di caffè e un profilo di rischio più basso per bevitori di tè. Abbiamo anche trovato grandi differenze di genere. Gli uomini tendono a bere il caffè molto di più rispetto alle donne, mentre le donne tendono a bere più tè rispetto agli uomini», commenta Danchin.
«Il trend di mortalità più elevato nei bevitori di caffè - sottolinea Danchin - è probabilmente in gran parte spiegato dal fatto che ci sono più fumatori nel gruppo che beve molto caffè». L'effetto del tè sui problemi cardiovascolari esiste, ma non è così significativo come quello sulle altre cause di morte. «Bere il tè abbassa il rischio di morte non-CV del 24% e la tendenza alla riduzione della mortalità CV era quasi significativa - spiega Danchin. Quando abbiamo esteso la nostra analisi al 2011 abbiamo scoperto che il tè ha continuato a ridurre la mortalità generale durante il periodo di 6 anni. Interessante notare che la maggior parte degli effetti del tè sulla mortalità non-CV è stata trovata in attuali fumatori o ex-fumatori, mentre il tè ha avuto un effetto neutrale nei non fumatori. Il tè possiede antiossidanti che possono fornire benefici di sopravvivenza nei bevitori che hanno anche stili di vita più sani. Chi beve il tè riflette un profilo particolare di persona o è il tè, di per sé, che migliora i risultati (che per me rimane una questione aperta). In attesa di risposta a questa domanda, penso che si potrebbe raccomandare abbastanza onestamente di bere il tè al posto del caffè o anche piuttosto non bere proprio nulla».
Un altro studio decanta le lodi di una particolare qualità di tè, quello verde.
Il tè verde è una bevanda antichissima preparata per infusione delle foglie di Camellia sinensis, una pianta arbustiva della famiglia delle teacee originariamente coltivata in Cina e in Giappone. Il tè verde è preparato trattando le foglie in maniera meno drastica del tè nero, e anche per questo si caratterizza per la concentrazione elevata di composti fenolici (i flavonoidi) ad alto potere antiossidante. Fra questi le catechine negli ultimi anni hanno dimostrato diversi benefici per la salute.
Uno studio pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition ha dimostrato i benefici del tè verde collegati alla funzionalità dell'organismo degli anziani, grazie all'analisi di un campione di 14 mila giapponesi dai 65 anni in su messa in atto dalla Tohoku University. Con un consumo pari a tre tazze di tè al giorno, si registra un 25 per cento di possibilità in meno di sviluppare un qualsiasi tipo di invalidità. Ma non è il solo studio a sottolineare le proprietà della bevanda. NFI - Nutrition Foundation of Italy - segnala due studi scientifici che confermano gli effetti positivi del tè sul tono dell’umore e sulla perdita e sul mantenimento del peso dopo una dieta.
Nel primo studio, pubblicato anch'esso sull’American Journal of Clinical Nutrition, la relazione fra il consumo di tè verde, determinato mediante la compilazione di appositi questionari, e i sintomi della depressione è stata valutata in una popolazione composta da 1058 anziani giapponesi con più di 70 anni. Dall’analisi dei risultati è emerso che tra i consumatori di 4 tazze di tè verde al giorno la prevalenza dei sintomi depressivi, di moderata e grave entità, era ridotta del 44% rispetto a coloro che ne consumavano una tazza o meno. Questa osservazione conferma i risultati di altri studi che hanno evidenziato l’effetto favorevole del tè verde, e in particolare di alcuni suoi componenti come l’aminoacido teanina, sul tono dell’umore.
Il secondo studio, pubblicato sull’Internal Journal of Obesity, è una metanalisi dei risultati di altre ricerche scientifiche, realizzata con l’obiettivo di verificare l’impatto del tè verde sul peso corporeo. Precedentemente altri studi avevano evidenziato l’efficacia del tè verde sulla perdita e sul mantenimento del peso; tali effetti sarebbero variabili in base all’etnia e al consumo abituale di caffeina. Per la metanalisi sono stati considerati 11 studi in lingua inglese sugli effetti dell’assunzione per 12-13 settimane di una miscela di epigallocatechina gallato, un polifenolo del tè con attività antiossidante, e caffeina, sotto forma di tè verde o di capsule. I risultati confermano che il tè verde induce un significativo calo ponderale e promuove il mantenimento del peso corporeo dopo un periodo di bilancio energetico negativo, e che tali effetti possono variare in base all’etnia e sono ridotti dal consumo abituale di caffeina.
http://www.jbc.org/content/early/2018/05/31/jbc.RA118.002038.abstract
https://www.sciencedaily.com/releases/2014/08/140831125253.htm
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3278248/