06-01-2016
Il selenio in natura si trova nel terreno e nelle rocce, viene assorbito dalle piante per entrare così nella catena alimentare. La presenza di selenio si ritrova nella maggior parte degli alimenti, soprattutto nelle noci (in particolare le noci brasiliane), nel pesce e nei frutti di mare, nella carne e nelle frattaglie (rene e fegato). I cereali, le verdure e in generale tutti gli alimenti vegetali contengono selenio, ma la quantità varia in base al tipo di terreno in cui vengono coltivati. In Europa, il terreno è moderatamente ricco di selenio rispetto, ad esempio, all’America, al Canada e alla Cina. All’interno del nostro organismo, il selenio si trova in numerose proteine che prendono appunto il nome di selenoproteine. Fino ad oggi sono state identificate 25 selenoproteine tra cui: le perossidasi che possiedono importanti proprietà antinfiammatorie e proteggono le membrane cellulari dai danni causati dai radicali liberi; le deiodinasi che sono coinvolte nella produzione dell’ormone tiroideo attivo; e sia nelle proteine coinvolte nella riproduzione e nella riparazione del DNA.
Negli ultimi decenni però, l’assunzione di selenio nel Nord Europa è calata notevolmente. L’assunzione negli anni ‘70 era stimata a circa 60-70 µg (microgrammi) al giorno, mentre ora l’apporto stimato è di solo 30 µg per la donna e 40 µg al giorno per l’uomo, quasi la metà del quantitativo raccomandato. In Europa, il limite di sicurezza per l’assunzione di selenio è stato fissato a 300 µg/giorno per gli adulti, mentre per i bambini di 1-3 anni è ridotto a 60 µg/giorno. Superate tali soglie può causare, nei casi più lievi: lesioni cutanee, perdita di capelli e unghie. Dosi elevate per lungo tempo (oltre 900 µg/giorno) possono generare alterazioni neurologiche quali: sonnolenza, convulsioni e addirittura paralisi.
RUOLO DEL SELENIO NELLA PREVENZIONE DI CANCRO E MALATTIE CARDIACHE
Studi recenti hanno approfondito il ruolo del selenio nello sviluppo del cancro facendo emergere meccanismi plausibili con cui le selenoproteine possono ridurre la sua probabilità di sviluppo (per esempio eliminando i radicali liberi che danneggiano il DNA). Mentre prove scientifiche che attestino che alimenti contenenti selenio proteggano dal rischio di qualsiasi forma di cancro, eccetto il cancro alla prostata, sono tuttora limitati. Le selenoproteine, sarebbero capaci di ridurre il rischio di cancro alla prostata in quanto coinvolte nella produzione di testosterone, un regolatore della crescita prostatica normale e anomala. Ulteriori analisi sperimentali riguardanti il ruolo del selenio nelle malattie cardiache ha rilevato una modesta correlazione inversa tra i marker dello stato del selenio e il rischio di malattie cardiache. Ad ogni modo, studi su popolazioni non carenti di selenio non hanno individuato prove di attività protettiva cardiovascolare e studi complementari sono del tutto inconcludenti. Sebbene in Europa l’assunzione di selenio sia diminuita, ancora non sono emersi segni dovuti alla sua carenza. Tuttavia la ridotta assunzione di selenio può diminuire la produzione di selenoproteine, che a loro volta possono influenzare la riparazione del DNA, indebolire le risposte immunitarie e antinfiammatorie e ridurre così la protezione verso malattie quali appunto il cancro e le cardiopatie.