12-10-2015
Il carbone vegetale, composto quasi totalmente da carbonio (80-95%), è derivato da legni pregiati o da altre fonti vegetali come i gusci dei semi con elevata area superficiale. Il processo produttivo è una distillazione secca del materiale vegetale che viene trasformato in frammenti scuri e facilmente polverizzabili. L’attivazione del carbone viene effettuata utilizzando vapore acqueo che aumenta ulteriormente la porosità e la superficie interna del materiale, migliorandone l’attività. Il carbone attivo è molto efficace nell’assorbimento di sostanze aromatiche o di tipo benzenico, mentre risulta meno efficiente nei confronti di sostanze inorganiche e non aromatiche, come acidi grassi e alcoli. Utilizzato per l’elevato potere adsorbente nei casi di intossicazione da farmaci quali barbiturici e antidepressivi triciclici, viene impiegato nel trattamento del meteorismo, delle dispepsie gastrointestinali e nelle manifestazioni di iperproduzione di gas. Il carbone attivo trova impiego anche come coadiuvante nelle terapie antidiarroiche. Uno studio condotto in Russia ha fornito risultati molto interessanti sul possibile impiego del carbone attivo come coadiuvante in caso di iperlipidemie, disturbi epatici, del tratto biliare e renali.
METEORISMO E AEROFAGIA
Il carbone attivo è indicato in tutte le condizioni di iperproduzione gassosa causata da dispepsie gastriche, con conseguente fermentazione degli alimenti. Il meteorismo può essere provocato anche da un’eccessiva ingestione di gas (aerofagia), oppure dalla carenza di enzimi digestivi, da infezioni micotiche e parassitarie. In uno studio effettuato secondo la modalità doppio cieco, è stato dimostrato che questa sostanza è in grado di ridurre i crampi addominali associati alla presenza di gas. Utile antagonista di meteorismo, flatulenza, eruttazioni e alitosi, il carbone attivo è efficace in tutte le condizioni nelle quali sia necessario l’assorbimento nel tratto gastrointestinale.
DIARREA
Alterazioni della flora batterica, malassorbimento e infezioni batteriche, sono condizioni che possono causare l'insorgenza di fenomeni diarroici. L'utilizzo di una sostanza adsorbente, come il carbone attivo, può portare giovamento, riducendo l'assorbimento di enterotossine dal tratto gastrointestinale. Il carbone attivo è un valido coadiuvante nei trattamenti delle diarree infantili o nella diarrea causata dall'ingestione di cariche batteriche elevate (diarrea del viaggiatore).
COLESTEROLEMIA
E’ stato condotto uno studio randomizzato in doppio cieco per un periodo di 3 settimane, confrontando il carbone attivo e la colestiramina. I risultati hanno evidenziato che il carbone attivo ha diminuito i livelli di colesterolo totale del 23% e quelli delle LDL del 29%, contro una riduzione provocata dalla colestiramina rispettivamente del 32 e 39%. La somministrazione sinergica di entrambe le sostanze ha triplicato i risultati. La colestiramina, tuttavia, ha provocato l’incremento del livello sierico di trigliceridi, mentre il carbone attivo non ha mostrato variazioni nei livelli fisiologici. Si ritiene che la riduzione del colesterolo sia dovuta all’interferenza del carbone attivo con la circolazione enteropatica degli acidi biliari. Gli studi proseguono per verificare la possibilità della somministrazione di carbone attivo come supporto nelle terapie ipocolesterolemizzanti.
AZIONE RIDUCENTE DEI LIVELLI SIERICI DI ACIDI BILIARI
Elevati livelli sierici di acidi biliari svolgono un ruolo importante nella colestasi nelle donne in gravidanza. La somministrazione di carbone vegetale, 3 volte al giorno per una settimana, ha riportato nelle donne trattate una concentrazione sierica totale di acidi biliari significativamente più bassa, fin dall'ottavo giorno di assunzione. Questo studio preliminare è di buon auspicio per l'eventuale utilizzo del carbone attivo come alternativa ad altre terapie di tipo farmacologico per il trattamento della colestasi in gravidanza.
AZIONE DISINTOSSICANTE
Grazie all’elevata capacità adsorbente, riconosciuta anche dalla FDA statunitense, il carbone attivo è indicato nei casi di intossicazione alimentare o di avvelenamento da farmaci, poiché ne inibisce le azioni nocive e l’assorbimento intestinale.