15-09-2015
L’uncaria tomentosa è una pianta tipica del sud America, in particolare del Perù, conosciuta con il nome di “unghia di gatto”, a causa delle spine ricurve che utilizza per sostenersi agli alberi, simili alle unghie di questo felino. La sua corteccia è ricca di principi attivi quali alcaloidi, polifenoli, flavonoidi, quercetina, tannini e mucillagini. I principi attivi maggiormente studiati per le attività immunomodulanti e antinfiammatorie dell’uncaria sono gli alcaloidi ossindolici, dei quali viene riportata in letteratura la capacità di indurre un fattore di regolazione immunitaria non ancora ben identificato. Studi in vitro mostrano che gli alcaloidi dell’uncaria aumentano la fagocitosi, svolgono proprietà immunomodulatorie, riducono l’infiammazione e possiedono attività antivirali. L’uncaria ha mostrato attività anticancro e risultati di laboratorio indicano effetti inibitori sulla crescita di cellule di glioma, neuroblastoma e leucemia promielocitica, oltre, proprietà antivirali contro l’HIV. Tuttavia non sono ancora stati condotti studi sull’uomo per valutarne l’efficacia. Il maggiore alcaloide, la rincofillina, mostra attività antipertensiva, rilassa le cellule endoteliali dei vasi sanguigni, dilatando i vasi periferici, inibisce le attività del SNS, diminuisce il battito cardiaco e riduce il colesterolo ematico.
AZIONE IMMUNOSTIMOLANTE E IMMUNOMODULANTE
La somministrazione dell'estratto secco di uncaria ha mostrato di aumentare le difese immunitarie dell'organismo. In particolare gli alcaloidi ossindolici evidenziano proprietà immunostimolanti in vitro, migliorando l'attività fagocitica, la sintesi di leucociti e la funzionalità delle cellule T-helper.
Uno studio condotto da Lemarie nel 1999, ha portato alla conclusione che l'uncaria stimoli i macrofagi alla produzione di IL-1 e IL-6, mediatori solubili della risposta immunitaria. Questa attività è attribuita principalmente alla frazione alcaloidea della pianta, alla quale partecipano anche i polifenoli.
AZIONE ANTINFIAMMATORIA
Questa proprietà è la conferma di quanto la medicina tradizionale dell'America del sud ha per secoli tramandato. In pazienti affetti da artrite reumatoide, sono stati confrontati gli effetti della somministrazione di uncaria e di un placebo. I risultati ottenuti hanno evidenziato un netto miglioramento clinico nei soggetti che avevano assunto uncaria, rispetto al placebo, proponendo l'utilizzo di questa pianta nelle malattie reumatiche e infiammatorie.
In uno studio clinico su 60 pazienti (30 con reumatismo extra-articolare e 30 con osteoartrosi) ad ogni gruppo è stata somministrata uncaria (300 mg al giorno prima dei pasti) o un antinfiammatorio non-steroideo. Nei pazienti che avevano assunto uncaria sono stati osservati miglioramenti simili a quelli rilevati nei pazienti che avevano assunto l'antinfiammatorio.
Altri studi più recenti hanno valutato l'efficacia dell'uncaria nelle malattie osteoarticolari. In un altro studio è stato evidenziato un beneficio superiore al placebo (53.2 contro 24.1) nella riduzione del numero di articolazioni dolenti in pazienti che assumevano sulfalazina e idrossiclorochina.
ATTIVITA’ ANTIVIRALE
In pazienti affetti da herpes virus la somministrazione di uncaria ha favorito la risoluzione della sintomatologia nell'85% dei soggetti entro la decima giornata. Nella varicella-zoster la risoluzione si è avuta nel 50% dei casi entro 7 giorni di terapia.
AZIONE ANTIMUTAGENA
La somministrazione di preparati a base di uncaria durante cicli chemioterapici e di irradiazione, ha evidenziato la capacità di ridurre l’incidenza di pancitopenie, mostrando una maggiore tollerabilità delle terapie e un più rapido recupero.