15-01-2016
L’artiglio del diavolo, Harpagophytum procumbens, è una pianta largamente utilizzata dalla medicina tradizionale del Sud Africa, dove cresce spontanea nelle savane e nelle foreste decidue. Il suo nome deriva dalla peculiarità dei frutti, che sono ricoperti da numerose appendici che assomigliano ad artigli. Le parti utilizzate, a cui sono attribuite le azioni farmacologiche, sono le radici secondarie essiccate e l’arpagoside, un glicoside iridoide, è considerato il principio attivo più importante e più a lungo studiato. Le ricerche hanno evidenziato attività antiflogistiche e analgesiche utili per il trattamento di affezioni reumatiche, artrosiche e artritiche. Possiamo dunque considerare questa pianta un ottimo coadiuvante nel trattamento delle patologie osteo-artro-muscolari, in grado di alleviare il dolore nei processi infiammatori cronici a carico delle articolazioni. Grazie al potere amaricante e all’attività stomachica, l’artiglio del diavolo, incrementando la produzione di succhi gastrici, trova impiego nell’inappetenza e nella dispepsia.
ATTIVITA’ ANTINFIAMMATORIA, ANTIDOLORIFICA, ANTIREUMATICA
Sono stati effettuati numerosi studi sugli effetti di questa pianta nelle patologie osteoarticolari. Uno studio condotto su pazienti affetti da artosi, poliartrosi e periartrite, ha evidenziato il miglioramento nell'89% dei soggetti con una riduzione del dolore e nell'84% con un miglioramento della mobilità dopo 60 giorni di trattamento con artiglio del diavolo. Un altro studio, randomizzato in doppio cieco effettuato su 118 pazienti sofferenti di lombalgie, ha riportato nel 25% circa dei soggetti la completa remissione del disturbo, mentre nel resto dei partecipanti si è verificata una generale diminuzione del dolore. Dati provenienti da una metanalisi recentemente condotta indicano che l'estratto secco di artiglio del diavolo (600-1.200 mg al giorno) titolato in arpagoside è in grado di ridurre il dolore nell'artrosi con un tasso di efficacia tra il 42 e l'85%, a seconda del tipo di artrosi e della gravità dei sintomi.
In un altro studio in doppio cieco, la somministrazione di 770 mg al giorno di estratto secco standardizzato ha prodotto una consistente riduzione del dolore e il miglioramento della flessibilità articolare in pazienti con dolori articolari. In uno studio in doppio cieco l'artiglio del diavolo è stato comparato con diacereina (farmaco antinfiammatorio utilizzato per il trattamento dell'osteoartrosi). A 122 pazienti con osteoartrosi dell'anca o del ginocchio è stato somministrato l'artiglio del diavolo (6 x 435 mg di estratto secco al giorno) o diacereina (100 mg al giorno) per 4 mesi. I risultati hanno mostrato che l'artiglio del diavolo è efficace quanto la diacereina, secondo i punteggi dell'indice di Lequesne (dolore, disabilità funzionale e ricorso ad antidolorifici), con minori effetti collaterali. In un altro studio 89 soggetti con artrite reumatoide hanno ricevuto artiglio del diavolo per 2 mesi, riportando una significativa riduzione del dolore e un miglioramento della mobilità. Altri studi hanno valutato l'artiglio del diavolo nel trattamento del dolore e della tensione muscolare di spalle, collo o schiena, riportando un'attenuazione del dolore. In una recente rassegna condotta da Cochrane, 2 studi di buona qualità hanno evidenziato la capacità dell'artiglio del diavolo (50-100 mg al giorno di arpagoside) di essere superiore al placebo e di avere la stessa efficacia (60 mg al giorno di estratto secco) di un antinfiammatorio (rofecobix, 12,5 mg) nella lombalgia. In un piccolo studio durato 20 settimane in 46 pazienti affetti da coxartrosi, la somministrazione di artiglio del diavolo ha mostrato la riduzione dei sintomi, diminuendo il dosaggio di ibuprofene.
ARTIGLIO DEL DIAVOLO NELLA DISPEPSIA E INAPPETENZA
I composti amari presenti nell'artiglio del diavolo, fra cui l'arpagogenina, sono responsabili dell'attività positiva a livello gastrointestinale. Stimolando il flusso biliare, svolgono azione coleretica e colagoga, favoriscono il metabolismo epatico, aumentano l'appetito, stimolano la peristalsi intestinale e la secrezione enzimatica digestiva e, di conseguenza, la digestione.