13-05-2014
Una ricerca canadese della McMaster University è giunta alla conclusione che esiste un nesso diretto tra la flora batterica intestinale e il funzionamento cerebrale. I risultati, pubblicati su Gastroenterology, indicano che diverse malattie intestinali, come ad esempio la sindrome del colon irritabile, sono associabili a sintomi depressivi e stati d'ansia. Stephen Collins, l'autore dello studio, commenta: “questo eccitante risultato fornisce lo stimolo a un ulteriore studio della componente microbica nella genesi dei disturbi comportamentali”. Sono miliardi i batteri coinvolti nel funzionamento dell'intestino, analizzati da questa ricerca che ha voluto verificare l'effetto di antibiotici sulla flora batterica, e la compresenza di cambiamenti comportamentali. I ricercatori hanno scoperto su modello murino che l'azione degli antibiotici determinava un innalzamento dei livelli di ansietà. A questa modificazione era associato anche un aumento del fattore neurotrofico derivato (BDNF), anch'esso in relazione con sintomi depressivi e ansiosi.
Una volta sospesa la somministrazione degli antibiotici, il chimismo cerebrale e la flora batterica si normalizzavano. In una seconda fase, i ricercatori hanno provveduto a colonizzare topi dall'intestino sterile con batteri provenienti da altri ratti che mostravano schemi comportamentali diversi. In questo modo hanno scoperto che, a causa di questa “iniezione” di batteri i topi modificavano il loro comportamento, diventando più attivi e aggressivi. Lo stesso avveniva, ma in maniera speculare, se i topi “donatori” erano associati a un comportamento passivo. Secondo il parere di Collins, lo studio getta le premesse per un'analisi più approfondita delle proprietà dei probiotici da utilizzare nel trattamento dei disturbi del comportamento.