30-01-2016
La quercetina è un potente antiossidante che si trova in numerosi cibi, tra cui il cappero, l’uva rossa e il vino rosso, la cipolla rossa, il tè verde, il mirtillo, la mela e il sedano. Assumendola si possono risolvere vari problemi come i disturbi cardiaci e vascolari, le infezioni della prostata e le allergie. La quercetina, inoltre, previene i danni del colesterolo, riduce la pressione sanguigna nelle persone che hanno l’ipertensione e alcuni studi sembrano confermare la sua importanza nella prevenzione del cancro. Secondo uno studio del Cnr di Avellino pubblicato on line sulla rivista Leukemia, la quercetina può migliorare l’efficacia dei farmaci antitumorali nella cura della leucemia: “Mele, cipolle, tè e vino rosso: sono alimenti o farmaci?”
Alimenti con effetti salutistici potrebbero essere la risposta e, questo, grazie alla presenza di una piccola molecola ad attività antiossidante, la quercetina, che secondo uno studio dei ricercatori dell’Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa) del Consiglio nazionale delle ricerche di Avellino potrebbe essere utilizzata nella terapia delle leucemie. Questa molecola ha una potenziale attività chemiopreventiva, cioè la capacità che hanno le molecole naturali o sintetiche di bloccare il processo di trasformazione di una cellula normale in tumorale. “Molte sostanze ad attività chemiopreventiva sono presenti in alimenti di origine vegetale, come frutta e verdure e in bevande come tè e vino rosso”, sottolinea Gian Luigi Russo, ricercatore presso l’Isa-Cnr e responsabile della ricerca. “Queste sostanze agiscono per lo più da antiossidanti, contrastando gli effetti deleteri dei radicali liberi sulle cellule dell’organismo e modulando l’attività di numerosi enzimi responsabili della detossificazione da sostanze cancerogene assunte dall’esterno (nell’ambiente, attraverso l’alimentazione ecc.)”. Uno dei sistemi che gli organismi viventi hanno messo in atto nel corso dell’evoluzione per liberarsi di cellule danneggiate, quali quelle pre-cancerose, che si generano all’inizio del processo di trasformazione tumorale, è il “suicidio cellulare” programmato, comunemente noto come apoptosi. In altre parole, l’organismo si attiva per liberarsi di cellule proprie irreversibilmente danneggiate, a vantaggio della sopravvivenza dell’intero organo o individuo. Questo spiega come molti farmaci antitumorali di nuova generazione agiscano su meccanismi che attivino l’apoptosi cellulare. Tuttavia, alcuni tumori, e tra questi diverse leucemie, sono resistenti sia alla normale chemioterapia sia a farmaci pro-apoptotici in fase sperimentale (ad esempio TRAIL, un ligando per un recettore apoptotico presente sulla membrana cellulare).
“Noi abbiamo dimostrato su un ampio spettro di linee cellulari derivate da leucemie umane”, spiega Gian Luigi Russo, “che la quercetina è in grado di sensibilizzare tali cellule all’azione di farmaci pro-apoptotici”. “Più in dettaglio”, aggiunge Maria Russo, partecipante alla ricerca, “la quercetina predispone al suicidio indotto da farmaci pro-apoptotici, che in assenza di questa molecola sono assolutamente inefficaci nei confronti delle stesse cellule”. “Sebbene lo studio abbia fornito dati incoraggianti”, fa notare il ricercatore dell’Isa-Cnr, “è stato eseguito su linee cellulari, mentre un lavoro parallelo, condotto in collaborazione con Silvestro Volpe del Reparto di Ematologia dell’Ospedale Moscati di Avellino, su cellule di pazienti affetti da leucemie mieloidi e linfoidi conferma l’attività sinergizzante della quercetina quando è associata a farmaci antitumorali”. “Le concentrazioni di quercetina utilizzate nel nostro studio”, conclude Gian Luigi Russo, “sono compatibili con l’assunzione dietetica giornaliera della molecola nell’ambito di un regime alimentare ricco di frutta e verdura. Inoltre, la scarsa tossicità della quercetina anche quando somministrata a elevati dosaggi lascia ben sperare per la progettazione di test clinici sia per l’utilizzo della molecola come farmaco sia come agente chemiopreventivo”.