01-11-2018
Lo zinco è uno dei principali elementi traccia nel nostro organismo, secondo solo al ferro: è coinvolto in numerose attività fisiologiche ed è essenziale in particolare per il buon funzionamento del sistema immunitario. I ricercatori dei Dipartimenti dell’Agricoltura delle università statunitensi di Tufts e di Boston hanno osservato l’effetto di basse concentrazioni di zinco sull'incidenza di polmonite in anziani (età media 84,6 anni), residenti in case di riposo. In particolare ne hanno valutato l’associazione con l’incidenza e il decorso della polmonite, con l’utilizzo e la durata di somministrazione di antibiotici e con la mortalità. La ricerca faceva parte di uno studio randomizzato, in doppio cieco e con placebo, volto a valutare l’effetto dei supplementi di vitamina E nelle infezioni respiratorie. I 420 soggetti appartenenti a 33 case di riposo di Boston hanno ricevuto vitamina E ed un integratore contenente metà della dose giornaliera raccomandata di altri micronutrienti essenziali, tra i quali lo zinco (15 mg per l’uomo e 12 mg per la donna negli USA), per 12 mesi. Al termine dello studio si è osservato che i soggetti con bassi livelli di zinco (meno di 70 microgrammi per decilitro) hanno mostrato un incremento dell’incidenza di polmonite, episodi di polmonite più duraturi, il 50% circa in più di nuove prescrizioni di antibiotici e un loro più prolungato utilizzo (3.9 giorni contro 2.6 giorni) rispetto ai pazienti con un normale livello di zinco nel sangue (≥70 microgrammi per decilitro). Inoltre, nel caso di normale concentrazione sierica di zinco, si è osservato una riduzione del tasso di mortalità, evidenziando come lo zinco abbia un ruolo cruciale nell'influenzare la mortalità dei soggetti anziani. Gli autori hanno quindi concluso che i risultati del loro studio, sommati a quelli di precedenti ricerche, indicano che gli anziani con basse concentrazioni ematiche di zinco potrebbero trarre beneficio dalla sua integrazione.