17-02-2016
Il trifoglio rosso, Trifolium pratense, è una pianta perenne molto diffusa e coltivata come erba da foraggio. Tradizionalmente utilizzato per trattare disturbi cutanei quali psoriasi ed eczema, pertosse e mastite, negli ultimi anni ha destato interesse per il suo contenuto in una classe di fitoestrogeni, gli isoflavoni. Soia e trifoglio rosso sono una ricca fonte di isoflavoni, un sottogruppo di fitoestrogeni che include daidzeina, formononetina (precursore della daidzeina), genisteina e biocanina (precursore della genisteina). L’azione di tali composti risulta protettiva in particolare sui disturbi associati a menopausa, osteoporosi, dislipidemie e disturbi cardiovascolari e sviluppo di alcuni tipi di tumore ormono-dipendenti. L’estratto di trifoglio rosso ha mostrato effetti neuroprotettivi in neuroni corticali umani e la capacità di ridurre l’invecchiamento cutaneo mediante l’aumento delle concentrazioni di collagene. Secondo recenti studi, il Trifolium pratense mostra un’attività protettiva contro l’ipertrofia prostatica.
MENOPAUSA
Recentemente sono stati valutati gli effetti della supplementazione di isoflavoni del trifoglio rosso sulla frequenza delle vampate di calore nelle donne in menopausa. I ricercatori che hanno raccolto i dati di una rassegna di studi hanno concluso che le preparazioni a base di isoflavoni di trifoglio (40-80 mg/die) sono efficaci nel trattamento delle vampate di calore nelle donne in menopausa. In uno studio in doppio cieco randomizzato di 16 settimane, sono state selezionate 30 donne sane non vegetariane in postmenopausa da almeno un anno. Le donne hanno ricevuto 40 mg di isoflavoni standardizzati (genisteina, daidzeina, formononetina e biocanina) o un placebo. Al termine dello studio nelle donne che avevano assunto gli isoflavoni è stata osservata la riduzione della frequenza e intensità delle vampate di calore.
PROTEZIONE CARDIOVASCOLARE
Studi epidemiologici in modelli animali e sull'uomo indicano che gli isoflavoni possono ridurre la pressione del sangue, migliorare il profilo lipidico e la funzione vascolare. Un sondaggio sulle abitudini alimentari di 180 donne in menopausa almeno da 20 anni ha evidenziato che la riduzione del consumo di isoflavonoidi è associata al peggioramento della velocità dell'onda pulsatoria, un indice di durezza arteriosa. In uno studio australiano, la somministrazione di isoflavoni del trifoglio rosso ha migliorato del 23% rispetto al placebo la compliance arteriosa, indice di elasticità delle grandi arterie, che costituisce un importante fattore di rischio cardiovascolare. In uno studio in doppio cieco randomizzato su 80 volontari (uomini di mezz'età e donne in età postmenopausale) la somministrazione di 40 mg al giorno di isoflavoni da trifoglio rosso titolati in biocanina, per 6 settimane, ha provocato una significativa riduzione del colesterolo LDL. In questi soggetti è stata inoltre osservata una significativa riduzione della rigidità arteriosa, azione attribuita in particolare alla formononetina. Un estratto di trifoglio rosso ha mostrato di migliorare i livelli di colesterolo HDL in donne in postmenopausa. Nello studio, 50 donne (50-64 anni), sono state divise a ricevere 25, 50 o 75 mg di trifoglio. Le donne che avevano assunto 50 mg hanno mostrato il maggiore aumento del colesterolo HDL. In un altro studio sono state arruolate 40 persone con ipercolesterolemia lieve somministrando loro 26 mg di isoflavoni da trifoglio rosso o un placebo. I soggetti che avevano assunto trifoglio hanno avuto un miglioramento nel colesterolo totale e un aumento importante nel colesterolo HDL.
OSTEOPOROSI
Similmente alla soia, il trifoglio rosso in alcuni studi clinici ha mostrato un modesto effetto di miglioramento della densità minerale ossea (BMD), rispetto al placebo. In uno studio, mentre tutte le donne perdevano BMD, quelle che assumevano trifoglio rosso ne perdevano molto meno rispetto al placebo. Gli Autori hanno notato che non c’erano differenze nella densità mammografica tra i due gruppi. In un altro studio, le donne del gruppo del trifoglio hanno mostrato un incremento della densità minerale ossea nell’articolazione radio-ulnare prossimale.
ATTIVAZIONE DELLA SINTESI DI NO
Il Trifolium pratense in recenti studi ha mostrato di attivare la sintesi di ossido nitrico (NO), con tutti i risvolti positivi che questo implica (miglioramento della difesa immunitaria, cardioprotezione, aumento della risposta erettile e della massa muscolare).