ALLA SCOPERTA DELLA CARNOSINA.

31-03-2016

La carnosina è un dipeptide, ovvero una molecola composta da due aminoacidi (in questo caso alanina e istidina), la cui scoperta nel muscolo risale a più di cento anni fa in Russia, mentre la definizione della sua struttura chimica è riconducibile agli inizi degli anni ’20. Il suo ruolo principale nell'organismo è quello di scavenger non enzimatico di radicali liberi (attività antiossidante). Anche per questa molecola, come per tutti gli aminoacidi presenti nell'organismo, la forma biologicamente attiva è la levogira, cioè L-carnosina. Si trova in quantità rilevanti in particolare nel tessuto muscolare (del quale regola alcuni processi metabolici collegati alla produzione di energia), nel cervello, nel muscolo cardiaco e nello stomaco. La carnosina in laboratorio ha mostrato una capacità dose-dipendente di ridurre la perossidazione lipidica. È stato inoltre osservato che interviene nella regolazione dei livelli intracellulari di calcio del miocardio e quindi può migliorare la contrattilità cardiaca. Studi in attesa di ulteriori conferme indicano una funzione protettiva dai danni da radiazioni, grazie al potenziamento della funzione immunitaria. Sembra infatti che la carnosina possa modulare l’attività dei neutrofili (un tipo di leucociti) aumentando la produzione di interleuchina-beta e inibendo l’apoptosi cellulare. Altri studi recenti stanno indagando sul ruolo potenziale di questo composto in alcune malattie neurodegenerative, quali il morbo d’Alzheimer. Sembra infatti che la carnosina svolga un effetto protettivo contro i beta-amiloidi, piccoli peptidi la cui eccessiva produzione o scarsa degradazione sono considerate la causa primaria dello sviluppo di questa patologia.

SUPPORTO ANTIOSSIDANTE E ANTINVECCHIAMENTO

La carnosina può essere considerata un fattore antiradicalico di rilievo. E' efficace, infatti, contro radicali perossidici e idrossidici, radicale ossigeno e perossido d'idrogeno. La sua attività antiossidante viene esplicata in quanto la carnosina è in grado di ostacolare il processo di glicosilazione (cioè di alterazione delle proteine corporee da parte degli zuccheri circolanti), che rappresenta uno tra i principali fattori responsabili dei processi di invecchiamento.

MIGLIORAMENTO DELLE PRESTAZIONI SPORTIVE

- EFFETTO TAMPONE: L’effetto tampone è di particolare importanza durante l’attività muscolare, in cui si verifica l’acidificazione dell’ambiente intracellulare. La carnosina, legandosi all'acido lattico, in particolare all'idrogeno dell’acido, è in grado di stabilizzare il pH intracellulare. Questo a livello muscolare consente di ridurre il bruciore conseguente ad allenamenti intensi e permette all'atleta prestazioni più lunghe e un recupero più veloce. Inoltre la carnosina mostra effetti chelanti con alcuni metalli (in particolare rame, ferro, zinco), i quali inibiscono alcune importanti reazioni enzimatiche.

- AUMENTO DELLA FOSFORILAZIONE OSSIDATIVA (PRODUZIONE DI ATP MEDIANTE I PROCESSI OSSIDATIVI): La carnosina incrementa la capacità di trasporto di ossigeno dell’emoglobina. In uno studio condotto su atleti che avevano assunto carnosina per 3 giorni, è stato osservato un incremento rilevante dei livelli di 2,3 difosfoglicerato (DPG). Il 2,3 DPG è in grado di spostare la curva di dissociazione dell’ossigeno consentendo, a livello del tessuto muscolare attivo, un aumento della captazione di ossigeno dall’emoglobina e del suo conseguente passaggio al tessuto muscolare in attività, favorendo i processi ossidativi necessari alla produzione di energia. La carnosina ha mostrato anche la capacità di indurre l’incremento della stimolazione della fosforilazione ossidativa indotta da ADP

- PROTEZIONE CONTRO LA FATICA MUSCOLARE: Recentemente è stato ipotizzato che la riduzione del tasso intracellulare di carnosina possa costituire un fattore importante nella comparsa della fatica. La spiegazione di tale funzione è attribuibile al fatto che la carnosina sembra responsabile della diminuzione della possibilità d’ossidazione degli acidi grassi e di conseguenza della produzione energetica. Un suo maggiore apporto, pertanto, potrebbe permettere una migliore ossidazione degli acidi grassi e quindi un risparmio di glicogeno intracellulare, con conseguente ritardo della fatica muscolare.

PROTEZIONE OCULARE

La carnosina ha recentemente mostrato in vivo la capacità di prevenire lo sviluppo della cataratta. La sua attività biologica a livello oculare è dovuta alle proprietà antiossidante e antiglicazione. Queste caratteristiche la rendono un fattore nutrizionale essenziale per la prevenzione dei disturbi oculari correlati a stress ossidativo e, in caso di patogenesi, a neuro-degenerazione.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9765790

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10951103

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9061036

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