26-01-2016
Può essere l’alluminio, un metallo tossico che ritroviamo nel cibo e in vari prodotti di bellezza, la causa della bassa produzione degli spermatozoi negli uomini? Sterilità e caduta della conta spermatica sono fenomeni che sono stati osservati per decenni nel mondo occidentale. Oggi, i ricercatori stimano che il 20% dei giovani hanno un basso numero di spermatozoi definito come meno di 20 milioni di spermatozoi per millilitro, ed è il problema principale per circa una su cinque coppie che hanno difficoltà a concepire. La maggior parte della ricerca ha trovato nel BPA e nel fluoro (sostanze che sconvolgono gli ormoni) le possibili cause dell’infertilità maschile. Anche il fumo, i pesticidi e i farmaci psicotropi sono stati implicati come fattori causali dell’infertilità. Ma un nuovo studio suggerisce che l’alluminio, metallo tossico onnipresente, può essere il colpevole principale per la riduzione del numero degli spermatozoi. In un meeting sull’alluminio tenutosi a Lille, in Francia, 75 ricercatori provenienti da tutto il mondo hanno presentato le loro conclusioni sull’impatto dell’alluminio sullo sperma. Tra questi ricercatori, il dottor Philippe Klein, che ha pubblicato di recente un articolo sulla rivista Reproductive Toxicology, e i suoi colleghi dell'Università di Lione, in collaborazione con il dottor Christopher Exley della Keele University, in Inghilterra, hanno analizzato il contenuto di alluminio su 62 campioni di sperma provenienti da uomini che cercavano aiuto per problemi di fertilità. Hanno osservato alte concentrazioni di questo metallo e conseguente riduzione della conta spermatica. L'alluminio è il terzo elemento più abbondante sulla terra (dopo il silicio e l’ossigeno) ed è estremamente bio-reattivo, ma legato alla crosta terrestre è biologicamente inerte e innocuo. Tuttavia, negli ultimi 125 anni, il metallo è stato "liberato" attraverso trasformazione industriale ed è sempre più utilizzato in tutto, dai packaging alimentari, all'architettura. Di conseguenza, gli esseri umani sono stati esposti in maniera esponenziale a questo metallo. La tossicità dell’alluminio è ben documentato scientificamente. È una neurotossina in grado di penetrare la barriera emato-encefalica. E’ stato coinvolto nello sviluppo delle placche amiloidi che si trovano nel cervello dei pazienti affetti da Alzheimer, e altri studi lo hanno collegato ad autismo e ad altre malattie neurologiche poco conosciute, come la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica). E' stato anche collegato a disregolazione cronica del sistema immunitario e ad una vasta gamma di malattie autoimmuni, dal diabete di tipo 1 alla sclerosi multipla. Durante il meeting i ricercatori stavano discutendo il suo ruolo nell'autismo, nel morbo di Alzheimer e nel cancro al seno. Una nuova ricerca presentata alla conferenza ha dimostrato che, sperimentalmente, può attraversare e danneggiare la barriera intestinale e quindi avere un ruolo significativo nella sindrome della "permeabilità intestinale", sottostante a molte allergie e malattie autoimmunitarie. Secondo lo studio di Klein, si tratta di un metallo “eccitotossico, immunogenico, pro-infiammatorio e mutageno".
In studi precedenti è stato rilevato in diversi fluidi biologici tra cui l'urina, il liquido cerebrospinale, il sudore e lo sperma, ed è stato in questa luce che Klein e i suoi colleghi hanno cercato di scoprire se il metallo potrebbe essere implicato nel misterioso declino moderno dello sperma. Usando campioni di sperma di 62 pazienti (età media 34 anni), che cercavano aiuto per problemi di fertilità, in Francia, i ricercatori hanno valutato il loro sperma su parametri generalmente accettati: il numero di spermatozoi, la motilità, vitalità e morfologia. Trentatré dei pazienti sono stati classificati come aventi sperma "normale" e 29 pazienti con almeno uno o più segni patologici: 12 avevano oligospermia (riduzione del numero di spermatozoi), 14 avevano spermatozoi pigri con motilità ridotta (astenospermia), 5 avevano spermatozoi morti o immobili (necrospermia) e 15 avevano spermatozoi anomali (teratospermia). Sette pazienti presentavano una conta spermatica troppo bassa per consentire ai ricercatori di valutare la vitalità e la morfologia. I ricercatori della Keele University hanno poi utilizzato immagini spettroscopici ad alta tecnologia per analizzare il contenuto di alluminio nei campioni di sperma. In media, essi contenevano 339μg (microgrammi) di alluminio/l. "Vi è la presenza di molto alluminio nello sperma umano", ha dichiarato Klein alla conferenza, “nei campioni dello studio, l'analisi ha rivelato che era statisticamente superiore nei pazienti con un basso numero di spermatozoi rispetto a quelli il cui sperma era risultato essere "normale". È interessante notare che non vi era alcuna correlazione tra il fumo e la qualità del seme, ha riferito, nonostante l'elevata esposizione al metallo nei fumatori abituali. Tossico com'è, l'alluminio è praticamente onnipresente: è nell'aria che respiriamo, in molti dei cibi che mangiamo, in una vasta gamma di cosmetici e prodotti personali, tra cui antitraspiranti e dentifrici. E’ presente in farmaci che le persone consumano ogni giorno, ed è un ingrediente comune in molti vaccini iniettati in individui sani, tra cui i neonati. A causa della trasformazione industriale dell'alluminio, si può essere esposti ad esso semplicemente attraverso la respirazione. A seconda di dove si vive si possono inalare da 1,4 mg al giorno, fino a mille volte tanto in aree inquinate o se si fuma. Negli alimenti, l'alluminio è presente come conservante, colorante, antiagglomerante, nei lieviti in polvere, nella farina e nel sale. Si tratta di un contaminante da imballaggio, come pellicole, lattine, carta stagnola per cucina, pentole e padelle. A causa dei suoi pericoli, nel 2008 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha diminuito la presenza nei cibi da 7 mg/kg al giorno ad 1 mg/kg al giorno, ma pochissime aziende riportano le quantità di alluminio sulle etichette come ingrediente nei prodotti alimentari. Aggiungete a questo anche il problema che alcuni comuni aggiungono alluminio per l'acqua potabile nel processo di trattamento!
L'alluminio è un ingrediente molto comune nel make up delle donne e la maggior parte delle persone sono ancora all'oscuro della sua presenza nei vari prodotti antitraspiranti; l'assorbimento attraverso la pelle nel flusso sanguigno (soprattutto negli uomini dopo la barba) è stato dimostrato in diverse ricerche, e un certo numero di studi hanno collegato questa fonte di alluminio come causa principale del cancro al seno e la sua migrazione (metastasi) in altre parti del corpo. Nel 2011, l'Agenzia francese per l'Alimentazione, Ambiente, Salute e Sicurezza ha raccomandato che gli antitraspiranti contengano non più del 2% di cloruro di alluminio, ma in America, la Food and Drug Administration (FDA) ha respinto le prove sull’alluminio come inconcludenti, e quindi molti antitraspiranti venduti in America contengono fino a 10 volte in più di alluminio rispetto al limite francese. Forse per gli esseri umani la principale fonte di esposizione all'alluminio sono i farmaci. Antiacidi, antidiarroici, e analgesici come l'aspirina contengono elevate quantità di questo metallo tossico, e il loro consumo "può aumentare l’introito di questo metallo di diversi grammi su base giornaliera", dicono i ricercatori. L'alluminio è anche un ingrediente comune in una vasta gamma di vaccini come quelli per l’epatite A e B, Hib, DTaP (difterite, tetano, pertosse), meningite C, vaccino pneumococcico, Gardasil (HPV) e altri ancora. Queste iniezioni possono contenere fino ad 1 mg ciascuno di alluminio come coadiuvante unito ad antigeni e allergeni per stimolare il sistema immunitario. Gli scienziati stanno iniziando a capire l’azione dell’alluminio nel sangue, e numerose ricerche sperimentali hanno dimostrato che l’alluminio può migrare in altri organi del corpo tra cui milza, linfonodi, muscoli e cervello e possono persistere nel corpo per anni, provocando infiammazione cronica. Precedenti studi, condotti in modelli animali, hanno dimostrato che l’alluminio influisce su tutti i parametri spermatici, dalla motilità e vitalità, alla conta e morfologia. Alcuni risultati suggeriscono che il tipo di alluminio e le modalità di erogazione possono essere significativi: uno studio del 2011 su ratti che ingeriscono una dose giornaliera di 36.3mg/kg al giorno di alluminio per 10 settimane, non ha mostrato alcun effetto tossico sui parametri spermatici; ma un altro studio del 2014 ha mostrato che una singola iniezione intraperitoneale di acetato di alluminio nei topi, ha diminuito da un lato il numero di spermatozoi normali, e dall’altro ha aumentato il numero di quelli anomali.
Chiaramente, sarebbe opportuno prendere misure preventive per evitare l’esposizione a questo metallo dal maggior numero possibile di fonti, minimizzando il “carico tossico” a livello corporeo. Chris Exley, ha concentrato la sua ricerca su come aiutare l'organismo ad espellere il metallo. La sua ricerca pubblicata nel 2013 ha scoperto che i malati di Alzheimer che hanno bevuto acqua minerale come Fiji, Volvic e Spritzer, che hanno un elevato contenuto di silicio, hanno aumento l’escrezione urinaria di alluminio, senza compromettere i livelli di altri minerali essenziali come il ferro e il rame. Inoltre, tre dei 15 soggetti hanno mostrato miglioramenti cognitivi in appena tre mesi dopo aver consumato l'acqua. Inoltre, secondo una nuova ricerca condotta da Exley, i soggetti esposti ad esercizio fisico per 30 minuti (una raffica di cinque minuti, seguito da 20 minuti di moderato esercizio fisico, seguita da un’altra raffica di cinque minuti), riuscivano ad espellere l’alluminio attraverso il sudore. Ma bere 1,5 litri di acqua minerale ricca di silicio un'ora prima degli allenamenti intensi, aumentava l'escrezione di alluminio attraverso il sudore fino a 10 volte, secondo i ricercatori. Questi risultati confermano le centinaia di studi che attestano i benefici di un’attività fisica. Altre ricerche hanno dimostrato il beneficio della sudorazione attraverso la sauna per detossificare l’organismo dai metalli tossici come l’alluminio.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25461904
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1046/j.1432-1033.2000.01328.x/full#f9
http://www.sciencedaily.com/releases/2014/10/141013090451.htm
http://journal.frontiersin.org/article/10.3389/fneur.2014.00212/abstract