ACIDI GRASSI OMEGA-3: ECCO A COSA SERVONO EPA & DHA.

23-11-2018

Nell'ultimo secolo la nostra dieta si è trasformata in maniera considerevole e uno dei maggiori cambiamenti, come bene ha indicato Barry Sears nel suo libro “La zona omega3Rx”, riguarda l’enorme incremento dell’apporto di grassi nella dieta. Sintetizzando, possiamo affermare che dal punto di vista qualitativo vi è stato un aumento rilevante dell’introduzione di grassi saturi e polinsaturi della serie omega-6, associato però alla riduzione dell’apporto di alimenti ricchi di acidi grassi della serie omega-3 - acido eicosapentaenoico (EPA) e docosaesaenoico (DHA). Il cambiamento della dieta, accompagnato da altre modifiche ambientali, è considerato una delle maggiori cause del rapido aumento di malattie croniche indotte dall'alimentazione (cardiovascolari, autoimmuni, infiammatorie). In particolare, i maggiori esperti di nutrizione individuano quale fattore determinante lo squilibrio del rapporto omega-3/omega-6, che l’odierna alimentazione ha portato a 1:10, contro un rapporto più salutare che dovrebbe essere intorno a 1:5.

FATTORI DI RISCHIO CARDIOVASCOLARE

Numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato come l’incidenza della malattia cardiovascolare e delle complicanze ad essa connesse diminuisca con il consumo di acidi grassi polinsaturi n-3. Grazie a centinaia di ricerche sperimentali in animali, colture cellulari e studi sia nella popolazione che clinici, è ormai assodato che gli acidi grassi n-3 presenti nei pesci sono in grado di prevenire le coronaropatie ischemiche e la morte improvvisa. I principali effetti fisiologici in grado di influenzare favorevolmente i fattori di rischio cardiovascolare sono:

1. prevenzione delle aritmie cardiache;
2. azione antitrombotica;
3. inibizione dello sviluppo delle placche aterosclerotiche;
4. azione antinfiammatoria;
5. riduzione dei livelli plasmatici di trigliceridi;
6. riduzione colesterolo VLDL e aumento colesterolo HDL;
7. azione antipertensiva.

MALATTIE INFIAMMATORIE

E' in virtù della loro rilevante attività antinfiammatoria, che inibisce la produzione di mediatori dell'infiammazione (prostaglandine, leucotrieni, trombossani), che EPA e DHA trovano impiego in alcuni disturbi infiammatori. Nelle malattie infiammatorie intestinali (morbo di Crohn, colite ulcerosa) la somministrazione ha mostrato la riduzione delle ricadute e il miglioramento clinico e istologico associati alla diminuzione della terapia farmacologica. Nell'artrite reumatoide, malattia autoimmune cronica e recidivante, si è osservata una modesta ma costante riduzione della gravità della sintomatologia (dolore, debolezza articolare e rigidità mattutina), associata a un miglioramento della forza di presa e alla diminuzione dell'affaticamento, come conseguenza dell'assunzione di EPA e DHA. La somministrazione di queste sostanze nella psoriasi ha prodotto riduzione del prurito e miglioramenti della funzionalità cutanea. Alcuni studi clinici hanno mostrato sviluppi positivi da leggeri a moderati nelle lesioni psoriasiche, mentre in altre sperimentazioni è stata osservata la riduzione dei parametri lipidici indotta da farmaci (etretinato), il prolungamento dell'effetto benefico della fototerapia e la riduzione della nefrotossicità da farmaco (ciclosporina). Sperimentazioni cliniche effettuate hanno dimostrato che seguire una dieta ricca di acidi grassi omega-3 è in grado di incrementare la protezione contro i sintomi dell'asma, riducendo la prevalenza e l'incidenza di questa patologia.

MALATTIE NEUROLOGICHE E PSICHICHE

Gli omega-3 svolgono un ruolo importante nelle funzioni cerebrali umane e i dati disponibili sono numerosissimi. Alcuni studi indicano che l’assunzione di olio di pesce sia associata a un migliore invecchiamento cognitivo e una maggiore conservazione della funzione mnemonica negli anziani. Fondamentali per lo sviluppo cerebrale e in molte funzioni biologiche, un loro ruolo attivo è stato osservato anche in alcune patologie psichiatriche, in particolare nella depressione e in alcuni disturbi comportamentali. Nel disturbo affettivo bipolare la somministrazione di n-3 ha mostrato un significativo beneficio sulla riduzione degli episodi di mania grave e depressione. Nella schizofrenia è stato osservato il miglioramento dei sintomi psicotici positivi e negativi, mentre nel trattamento dei disturbi dell’umore ha favorito la stabilizzazione dell’umore, con un meccanismo simile a quello del litio e dell’acido valproico.

ABUSO DI SOSTANZE E ALCOLICI

La somministrazione di acidi grassi omega-3 (3 g/die) per 3 mesi ha mostrato la riduzione di episodi di aggressività e ansia in soggetti con problemi di dipendenza da sostanze, in particolare psicostimolanti e alcolici. In questi soggetti sono state osservate evidenti carenze di EPA e DHA.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12912821

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12837515

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