19-04-2016
Il biancospino, Crataegus oxyacantha, è un arbusto spinoso diffuso in Europa, Nord Africa e Nord America. I costituenti responsabili dei suoi effetti farmacologici includono flavonoidi e proantocianidine. Altri componenti attivi sono vitexina, rutina e iperoside. Le preparazioni ottenute dai frutti contengono una concentrazione più elevata di proantocianidine rispetto alle altre. Comunemente utilizzato come cardiotonico, è indicato anche nell'insonnia e negli stati ansiosi. In Germania il suo impiego terapeutico riconosciuto riguarda lo scompenso cardiaco (stadi 1° e 2° della NYHA - New York Heart Association), senso di costrizione in regione cardiaca, formi lievi di aritmie e cardiopatie senili non ancora trattate con digitale.
CARDIOPATIA, COADIUVANTE E COME PREVENZIONE
A livello cardiaco il biancospino svolge effetto inotropo positivo (aumento della forza di contrazione del cuore), cronotropo negativo (riduzione della frequenza cardiaca), dromotropo positivo (aumento della conduzione atrio-ventricolare), batmotropo negativo (riduzione dell'eccitabilità cardiaca). Alla vitexina (principio attivo), in particolare, è attribuita la capacità di aumentare la forza di contrazione del miocardio, con il miglioramento dell'irrorazione dei vasi coronarici e del cuore. Altri composti presenti nella pianta (OPC e flavonoidi) agiscono come vasodilatatori coronarici, aumentando il flusso ematico al miocardio e riducono la pressione arteriosa in soggetti ipertesi (minore è risultato l'effetto sui normotesi). La quercetina (altro principio attivo presente nella pianta) agisce sul muscolo cardiaco, causando rilassamento delle contrazioni. In alcuni studi il trattamento con un estratto secco standardizzato di biancospino in pazienti affetti da insufficienza cardiaca cronica ha portato ad un miglioramento dei sintomi, all'aumento della capacità di esercizio e della soglia anaerobica. In uno studio su pazienti affetti da malattie ischemiche del miocardio, la terapia con biancospino ha portato ad un miglioramento delle condizioni generali, dei sintomi soggettivi e della funzione cardiaca. Dispnea, palpitazioni, edema cardiaco e congestione polmonare sono diminuiti, come anche il carico di lavoro sul muscolo cardiaco.
In una recente rassegna (Cochrane 2008), sono stati considerati 14 studi clinici in doppio cieco controllato randomizzato. Nella maggior parte degli studi il biancospino è stato associato ai trattamenti farmacologici convenzionali. 10 studi comprendevano 855 pazienti con scompenso cardiaco cronico. I risultati della metanalisi hanno evidenziato che il biancospino è in grado di aumentare il carico di lavoro massimale sostenibile e la tolleranza all'esercizio fisico, riducendo il consumo di ossigeno da parte del cuore e la sensazione di affanno e fatica. Alcuni studi clinici in doppio cieco su pazienti con infarto, hanno mostrato miglioramenti nelle performance cardiache usando una cyclette ergometrica o la spiroergometria.
In un altro studio, il biancospino ha mostrato la stessa efficacia del captopril (un antipertensivo) nel migliorare la tolleranza all'esercizio fisico. Basandosi su parametri di performance ergometrica, la dose minima efficace è risultata 300 mg al giorno. Nella maggioranza dei trials il massimo beneficio è stato osservato dopo 6-8 settimane di terapia. Alcuni ricercatori hanno dimostrato un miglioramento nelle performance fisiche in 136 pazienti con infarto.
ANSIA E INSONNIA
L’azione blandamente sedativa del biancospino si manifesta a livello del sistema nervoso centrale, in caso di ansia cardiaca (palpitazioni) accompagnata da insonnia, irritabilità, emotività, attacchi improvvisi d’ansia. Il biancospino può essere utile anche in caso di cefalee, disturbi legati alla menopausa, stress e insonnia, dove non sia necessario l’ausilio dei farmaci. In uno studio clinico in la somministrazione di biancospino (in associazione ad altre piante) ha migliorato i disturbi ansiosi e dell’umore dei soggetti trattati.