05-04-2016
La colina è un composto organico naturale, costituente della fosfatidilcolina, uno dei fosfolipidi della colina. Partecipa al metabolismo dei lipidi, attività condivisa anche dall'inositolo. Essendo un componente essenziale per il normale funzionamento di tutte le cellule, la colina assicura l’integrità strutturale, le funzioni di trasmissione delle membrane cellulari e influenza direttamente la trasmissione dell’impulso nervoso. In particolare, la colina è un precursore del neurotrasmettitore acetilcolina, oltre ad essere un’importante fonte di gruppi metilici. Scoperta nel 1932, fu catalogata sostanza “similvitaminica”, in quanto l’organismo è in grado di sintetizzarla a partire dall'aminoacido metionina. Tuttavia nel 1998, la prestigiosa National Academy of Sciences statunitense, ha pubblicato un report nel quale segnala la colina quale nutriente necessario per l’uomo, fornendo di conseguenza un livello giornaliero di assunzione raccomandata (RDA) di questa sostanza. Infatti, un recente studio effettuato sull'uomo ha dimostrato che i soggetti nutriti con una dieta carente in colina, possono sviluppare l’infiltrazione grassa del fegato e altri sintomi relativi a disfunzioni epatiche. Una sua carenza è rara nell'uomo, ma la produzione di colina richiede numerosi prerequisiti: uno di questi è la presenza di una grande quantità di metionina, vitamina B-12 e folati. E’ sufficiente che anche solo uno di questi fattori sia carente, perché i livelli di colina nei tessuti diminuiscano. La colina modula importanti processi biologici di base all'interno delle cellule, essendo un elemento strutturale delle membrane fosfolipidiche vitali per lo sviluppo del cervello, in particolare per le attività mnemoniche. I soggetti più vulnerabili al deficit di colina sono bambini, gravide, nutrici, pazienti cirrotici (alcolisti e non).
STEATOSI E DISTURBI EPATICI
La colina è conosciuta come uno dei fattori lipotropi con la proprietà di prevenire l'infiltrazione e la degenerazione grassa del fegato. Questo è il risultato di uno studio recentemente condotto, secondo il quale la carenza di colina rappresenta un fattore nutrizionale per la manifestazione di questo disturbo. La colina, infatti, è una sostanza indispensabile per impedire l'accumulo di trigliceridi nel fegato. In esperimenti su animali, la carenza di colina è stata associata all'incremento dell'incidenza di tumore al fegato e ad una maggiore sensibilità ai carcinogeni.
POTENZIAMENTO DELLA MEMORIA
Secondo recenti studi condotti su animali, la gravidanza è una condizione fisiologica durante la quale le riserve di colina vengono depauperate. Allo stesso tempo, la disponibilità di colina per un normale sviluppo del cervello, è ritenuta fondamentale. Vi sono numerose evidenze, per il momento tratte da modelli sperimentali animali, che la disponibilità di colina durante il periodo prenatale influenzi lo sviluppo neurale e cognitivo. Secondo uno studio, tra i numerosi condotti, effettuato su cuccioli di ratti, la supplementazione di colina (in utero o durante la seconda settimana di vita), ha dato come risultato il potenziamento della memoria in maniera permanente. Questa azione sembra dovuta a modificazioni nello sviluppo dell’ippocampo. La somministrazione di colina alla madre durante il periodo critico per lo sviluppo del feto, sembra influenzare il tasso di nascita e di morte delle cellule nervose: più precisamente la carenza di colina sembrerebbe indurre l’apoptosi nelle cellule neuronali fetali. Altri studi indicano che la supplementazione di colina possa migliorare i disturbi della memoria associati al morbo di Alzheimer. Gli interessanti dati acquisiti ci forniscono un nuovo potenziale esempio di sviluppo della plasticità del sistema nervoso che può essere governato dalle riserve nell'organismo di un unico nutriente.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11023003