04-08-2016
L’alfalfa, o erba medica (Medicago sativa), è una pianta leguminosa originaria dell’area medio-orientale, oggi coltivata ovunque su larga scala principalmente come erba da foraggio. Oltre alla ricca e completa composizione che comprende minerali, vitamine, aminoacidi e flavonoidi, questa pianta contiene un numero di componenti “non nutrienti” che possono avere effetti salutari nell’organismo umano. I ricercatori hanno identificato nella pianta alcuni composti attivi sugli ormoni, i più importanti dei quali sono i fitoestrogeni. Numerosi studi epidemiologici hanno evidenziato una ridotta incidenza di sintomi e patologie post-menopausali (malattie cardiovascolari, osteoporosi e tumori ormono-dipendenti) nelle donne che consumano diete ricche di fitoestrogeni. Questi non sono veri estrogeni, ma possiedono strutture molecolari abbastanza simili all’estrogeno per legare i recettori dell’estradiolo. Nell’erba medica, il principio biologicamente più rilevante è il cumestrolo, un derivato cumarinico, presente in alte concentrazioni nelle foglie (10-184 mg/g) e nei germogli (5 mg/g). Altri fitoestrogeni presenti sono genisteina, formonetina, diadzeina e biocanina. Il cumestrolo mostra un’attività estrogenica pari al 5% di quella osservata nell’estradiolo, seguito da genisteina (1%) e formonetina (0,1).
MENOPAUSA
L’utilizzo della Medicago sativa appare promettente nel trattamento di alcuni squilibri endocrini, grazie all’azione bilanciante dei fitoestrogeni che possono essere utilizzati sia nei casi di ipoestrogenismo che iperestrogenismo. Nell’ipoestrogenismo i fitoestrogeni si legano direttamente ai recettori dell’estrogeno, provocando un lieve effetto estrogenico, che viene aumentato dalla tendenza dei fitoestrogeni a concentrarsi nei tessuti riproduttivi. Questo è stato dimostrato in vivo e in vitro. Nell’iperestrogenismo l’azione dei fitoestrogeni compete con i siti di legame, riducendo il numero di recettori disponibili all’azione degli estrogeni endogeni, diminuendo la stimolazione estrogenica. In uno studio condotto su 30 donne in menopausa, l’assunzione di alfalfa e di un estratto di foglie di salvia per 3 mesi, ha provocato la scomparsa di vampate e sudore notturno in 20 pazienti. È importante notare che anche le altre donne partecipanti allo studio hanno osservato un miglioramento generale dovuto alla riduzione dei principali sintomi della menopausa.
COLESTEROLO
Risalgono al 1967 le prime osservazioni di Cookson, secondo le quali i conigli alimentati con alfalfa (erba medica) mantenevano basse concentrazioni di colesterolo nel plasma. Le ricerche sono proseguite nell'uomo, confermando i risultati ottenuti in vivo. Secondo alcuni autori, le saponine contenute nell'erba medica formano nell'intestino complessi insolubili con il colesterolo LDL, inibendone di conseguenza l'assorbimento, senza modificare i livelli di colesterolo HDL. Per altri ricercatori il meccanismo implicato nella riduzione del colesterolo plasmatico sembra essere ricollegabile più alla presenza di fitosteroli che alle saponine. I fitosteroli, infatti, sono steroli vegetali che limitano l'assorbimento e competono con il colesterolo per i siti di legame. I principali fitosteroli presenti nell'alfalfa sono sitosterolo, stigmasterolo e, in minori quantità, campestrolo e alfa-pinestrolo.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9677811