SCOPERTA LA “MOLECOLA DELLA FERTILITÀ” FEMMINILE: ECCO IN QUALI ALIMENTI È PRESENTE.

24-07-2016

Dieci anni di tentativi andati a vuoto e poi, dopo sei mesi di mioinositolo, finalmente un test di gravidanza positivo. La vicenda di Claudia, neo mamma di Urbino, è una testimonianza di come questo integratore (l’inositolo è di fatto uno “zucchero” alcolico normalmente presente nell’organismo e indispensabile per la buona funzionalità ovarica) stia contribuendo a cambiare la storia delle donne affette da ovaio policistico (Pcos), scrivendo in molti casi un lieto fine senza ricorso ai farmaci tradizionali e senza effetti collaterali: dopo tre mesi di cura l’88% delle pazienti ripristina infatti il ciclo mestruale (il 70% in maniera regolare) e il 55% riesce in seguito ad avere una gravidanza spontanea. Il che, tradotto in altri termini, significa abbassare del 30% il ricorso alla procreazione medicalmente assistita. I nuovi studi sui meccanismi d’azione dell’inositolo e sui suoi effetti positivi sulla Pcos sono stati presentati a Firenze durante il World Pediatric and Adolescent Gynecology Congress da due pionieri delle ricerche di settore: l’italiano Vittorio Unfer e lo statunitense John E. Nestler.
L’ovaio policistico è un patologia complessa, caratterizzata da un aumento degli ormoni maschili e associata all’insulino resistenza. Si calcola colpisca dal 5 al 10% delle donne italiane e, oltre a essere la causa più comune di infertilità femminile, provoca alterazioni del ciclo, acne e obesità. Le due forme di inositolo utili per la terapia della Pcos sono il mioinositolo (Mi) e, in misura minore, il D-chiro-inositolo (Dci): le ricerche più recenti hanno portato a sviluppare un trattamento basato su entrambe le molecole nella proporzione di 40 (Mi) a 1 (Dci), un rapporto considerato ottimale per migliorare la qualità ovocitaria e agire al contempo con efficacia su sovrappeso e obesità.
L’inositolo può essere facilmente trovato in natura in alcuni alimenti come legumi, cereali e frutta. In particolare la lecitina di soia ne è ricca, come anche il riso integrale, il grano saraceno, l’avena e l’orzo. Alcuni tipi di carne, bovino e maiale, contiene una discreta quantità di inositolo. Secondo i più recenti studi, una dieta equilibrata contenente questi alimenti, abbinata ad una costante attività fisica e ad un’aggiunta di integratori a base di inositolo, può portare grossi benefici a chi soffre di sindrome dell’ovaio policistico.

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