19-12-2018
Mangiare molta frutta a guscio durante la gravidanza aumenta del 50% il rischio di asma per il neonato. Anche se è ancora presto per cancellare noci o noccioline dalla dieta dei nove mesi, secondo i ricercatori dell’università di Utrecht, in Olanda, la relazione tra patologia e consumo è evidente. La differenza la farebbe la quantità: razioni modeste non sono pericolose, anzi, in alcuni casi fanno bene allo sviluppo del feto, apportando nutrienti e grassi sani. Lo studio pubblicato sull’American Journal of Respiratory Critical Care and Medicine è stato molto lungo e complesso perché ha preso in esame la dieta delle mamme in dolce attesa, ricostruendo il percorso clinico di circa 4.000 bambini nel corso dei primi otto anni di vita per isolare i casi di asma. Durante la gestazione sono stati somministrati migliaia di questionari in cui si chiedeva quali fossero i cibi più consumati tra verdure, frutta fresca, pesce, uova, latte, formaggi e, appunto, frutta a guscio e la frequenza con cui gli alimenti venivano mangiati dalla future neo-mamme.
Secondo il team olandese, l’incidenza dell’asma nei bambini era più alta tra i nati da donne che avevano “abusato” di noccioline e simili durante la gravidanza. Una responsabilità, quella della frutta a guscio, così come dei frutti di mare, quali fonte di allergie alimentari che è nota da tempo, tanto da aver prodotto numerose restrizioni nel loro utilizzo per l’industria alimentare. Tuttavia è la prima volta che un monitoraggio scientifico segue l’andamento per un periodo così lungo. I risultati per Saskia Willers, epidemiologo dell’Università di Utrecht che ha condotto la ricerca, è che ci sono “forti effetti sui sintomi dell’asma”, ma si tratta in ogni caso di “studi da replicare” per approfondire il legame tra sostanze e malattia. I meccanismi biologici alla base dell’asma, infatti, sono ancora ignoti, ma secondo Willers in questo caso gli allergeni potrebbero passare al bambino attraverso la placenta tanto da rendere sensibile il suo sistema immunitario, accentuando la risposta allergica. Alcuni scienziati ritengono infatti che l’asma abbia uno stretto rapporto con le intolleranze alimentari. Tosse, respiro affannoso e una sensazione di forte costrizione toracica sono i sintomi più comuni di questa malattia infiammatoria che provoca un restringimento dei bronchi e letteralmente fa “mancare l’aria”, producendo una acuta “fame di ossigeno”. Nel mondo sono più di 100 milioni le persone affette da asma bronchiale, un dato in continua crescita. Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità in alcune nazioni quasi un individuo su tre si trova in condizioni tali da sviluppare facilmente la patologia, mentre i casi accertati in Italia variano tra il 5 e l’8% della popolazione.
http://www.nhs.uk/news/2008/07July/Pages/Nutproductsandasthma.aspx
http://www.atsjournals.org/doi/abs/10.1164/rccm.200710-1544OC#.VdLQpDZmxYo
http://phys.org/news/2008-07-consumption-nut-products-pregnancy-linked.html