NAC: UN POTENTE ANTIOSSIDANTE DELLE VIE RESPIRATORIE (E NON SOLO).

23-12-2018

L’acetilcisteina, o N-acetilcisteina, è il derivato N-acetilato della L-cisteina, un aminoacido solforato non essenziale. Rispetto alla L-cisteina, la NAC risulta più stabile e maggiormente biodisponibile. Dagli anni ’60 è commercializzata anche come farmaco e viene utilizzata, per via inalatoria, nel trattamento di malattie respiratorie (come la bronchite acuta e cronica), associate alla iperproduzione di muco o a muco viscoso. Viene inoltre impiegata nel trattamento dell’intossicazione da paracetamolo (contenuto nella comune Tachipirina e in altri FANS) e come antidoto nell’avvelenamento da Amanita phalloides. Negli ultimi dieci anni sono stati pubblicati migliaia di articoli sulla N-acetilcisteina, molti dei quali riguardanti la sua attività antiossidante. L’efficacia della NAC nel trattamento dell’intossicazione da paracetamolo è attribuibile principalmente alla sua capacità di rigenerare le scorte di glutatione (GSH) a livello epatico: infatti la NAC è una forma di rilascio della L-cisteina, uno dei precursori fondamentali del glutatione (composto da cisteina, acido glutammico e glicina). La somministrazione di NAC in animali affetti da ischemia cardiaca ha migliorato la contrattilità del miocardio, ha favorito l’inibizione dell’aggregazione piastrinica e la riduzione dei livelli di lipoproteina A. Sempre su modelli animali si sono avuti risultati positivi nel diabete insulino-dipendente. La NAC ha ridotto moderatamente la glicemia, mantenendo la secrezione di insulina mediata dal glucosio. Inoltre sembra inibire l’apoptosi delle cellule beta-pancreatiche senza alterarne la proliferazione. Altri dati, in attesa di approfondimento, riguardano il suo ruolo positivo in alcune forme cancerose e disturbi immunitari.

PROTEZIONE APPARATO RESPIRATORIO

La NAC possiede una marcata attività mucolitica, dovuta probabilmente alla riduzione dei ponti disolfuro tipici delle mucoproteine, che causa una diminuzione della viscosità del muco bronchiale. Il suo impiego nelle malattie respiratorie è diffuso. Numerosi studi indicano il suo utilizzo nel trattamento della sindrome broncopolmonare ostruttiva (BCPO). In uno studio aperto multicentrico controllato, effettuato su 169 pazienti affetti da BCPO di grado moderato-grave, è stata osservata una riduzione delle ricadute nel 41% del gruppo trattato con NAC (in soggetti sottoposti a trattamento standard + 600 mg/die di NAC per sei mesi, contro pazienti trattati solo con terapia tradizionale). Sono disponibili anche dati positivi nel trattamento della fibrosi polmonare idiopatica (FPI): in uno studio clinico randomizzato in doppio cieco contro placebo, recentemente comparso su The New England Journal of Medicine, la somministrazione di NAC, unitamente alla terapia standard, ha indotto significativi miglioramenti nei parametri della funzione respiratoria. Secondo gli studiosi, i pazienti affetti da questa patologia presentano un grande stress ossidativo e una carenza di antiossidanti, come prova la riduzione dei livelli di glutatione intra e extracellulare. Da qui l’ipotesi che, inducendo un aumento della biosintesi di glutatione (grazie alla somministrazione di N-acetilcisteina), sia possibile migliorare il decorso clinico dei pazienti affetti da questa grave malattia.

ATTIVITA’ EPATOPROTETTRICE

Questa attività è dovuta alla funzione della NAC di precursore del glutatione. Uno dei ruoli fondamentali del GSH è il mantenimento dell’equilibrio redox a livello epatico, vitale per una normale funzionalità epatocitaria. Nel fegato la concentrazione di tale nutriente è rilevante, al punto che le funzioni detossicanti e antisteatosiche possono svolgersi correttamente grazie all’azione del glutatione.

ATTIVITA’ ANTIAPOPTOSICA

Alcune evidenze sperimentali indicano che la NAC, per la sua proprietà antiossidante, può esercitare attività antiapoptosica, in particolare a livello delle cellule beta-pancreatiche e dei neuroni. È in virtù del ruolo di precursore della L-cisteina e del glutatione che contribuisce alla protezione delle membrane cellulari dalla perossidazione lipidica e da quella proteica.

DIPENDENZA DA COCAINA

In uno studio pilota condotto su soggetti cocaino-dipendenti la somministrazione di acetilcisteina ha riportato una riduzione del desiderio alla droga.

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/9174521

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/12600912

http://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa042976

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