LE 5 PROPRIETA’ CURATIVE DELL’OLIO DI SEMI DI RIBES NERO

05-01-2019

Il ribes nero (Ribes nigrum) è una pianta che cresce spontaneamente in Europa settentrionale e centro-orientale. Dai suoi semi oleosi viene estratto l’olio che mostra un elevato tenore in acido gamma-linolenico (GLA), acido grasso essenziale della serie omega-6. Il GLA, classificato anche come EFA (Essential Fatty Acid), non è sintetizzabile dai mammiferi, ma solo dai vegetali ed è presente in poche varietà di piante. L’apporto di GLA con la dieta è in grado di aumentare la produzione di prostaglandine (PG-1) che hanno la proprietà di inibire i processi infiammatori, bloccando la liberazione di acido arachidonico e di conseguenza di PG-2. Il GLA, pertanto, oltre a limitare i processi infiammatori, inibisce l’aggregazione piastrinica, svolge azione vasodilatatrice, riduce la pressione sanguigna, favorendo la cicatrizzazione cutanea.

PRESSIONE SANGUIGNA E PROTEZIONE CARDIOVASCOLARE

Sono stati condotti alcuni studi sull’uomo che indicano l’azione ipotensiva dell’acido gamma-linolenico. In uno studio di 8 settimane per valutare la pressione sanguigna a riposo e la reattività cardiovascolare allo stress psicologico in pazienti ipertesi, i risultati hanno mostrato che l’olio di semi di ribes nero è in grado di inibire la reattività della pressione sanguigna di oltre il 40%. La differenza maggiore è stata la riduzione della pressione diastolica. In uno studio randomizzato, a 26 pazienti ipertesi borderline divisi in due gruppi, è stato somministrato olio di semi di ribes nero o olio di cartamo per 4 settimane. I risultati hanno mostrato nel gruppo che aveva assunto olio di ribes nero una significativa riduzione della pressione sanguigna, contro una modesta diminuzione dell’altro gruppo. L’olio di semi di ribes nero produce una modesta attività ipocolesterolemizzante che è da attribuire all’incremento della produzione di prostraglandine PG-1: queste hanno la capacità di inibire la formazione di colesterolo LDL, favorendo l’incremento del colesterolo HDL. Altri studi sulla somministrazione di GLA indicano la riduzione dei livelli di trigliceridi nel sangue.

PATOLOGIE CUTANEE

Numerosi studi clinici hanno dimostrato l’effetto della somministrazione del GLA nel trattamento di affezioni dermatologiche quali psoriasi, acne e orticaria, ottenendo i risultati migliori con la dermatite atopica. Secondo alcuni Autori, infatti, uno dei meccanismi implicati nello sviluppo di questa malattia dermatologica è la carenza di GLA. Nei soggetti trattati è stato osservato un miglioramento generale delle condizioni cutanee, la diminuzione della sintomatologia (eritema, prurito, escoriazioni, perdita di lucidità, lichenificazione), oltre alla riduzione dell’assunzione di farmaci (steroidi orali e topici, antibiotici, antistaminici). In soggetti affetti da dermatite atopica la supplementazione a base di GLA, ha ottenuto risultati spettacolari, sempre comunque di attenuazione o riduzione dei sintomi più fastidiosi, come prurito, secchezza della cute e desquamazione.

MALATTIE INFIAMMATORIE

Una recente rassegna di studi clinici ha sottolineato il ruolo del GLA nella modulazione della risposta infiammatoria, con discreti risultati clinici. In pazienti con artrite, la somministrazione di GLA ha ridotto l’infiammazione e la richiesta di FANS. Nella PRK (cheratectomia fotoretrattiva) ha migliorato i sintomi e la condizione della superficie oculare, aumentando la produzione di lacrime. Anche nella sindrome di Sjogren il GLA ha ridotto il disagio oculare, diminuendo l’infiammazione e aumentando il contenuto di PGE1 nelle lacrime. Buoni risultati si sono osservati anche nella sindrome dell’occhio secco. GLA ed EPA sono in grado di ridurre la produzione degli eicosanoidi derivanti dall’acido arachidonico e di ridurre le citochine infiammatorie, i ROS e la reattività dei linfociti. Una serie di studi in doppio cieco contro placebo ha evidenziato miglioramenti significativi nell’artrite reumatoide.

DIFESE IMMUNITARIE

L’aumento della produzione delle prostaglandine E-2 associato all’invecchiamento, contribuisce al declino della funzione cellulo-mediata (cellule T). In uno studio su soggetti anziani, la somministrazione di olio di semi di ribes nero ha mostrato la capacità di modulare la composizione della membrana lipidica e la produzione di eicosanoidi. L’olio di semi di ribes nero ha un moderato effetto immunomodulante attribuibile alla sua capacità di ridurre la produzione di prostaglandine E-2.

SINDROME PREMESTRUALE

Questa sindrome potrebbe essere collegata anche ad una produzione alterata di prostaglandine. In particolare, le donne con PMS soffrono di una carenza di PGE1 nel SNC e nei tessuti mammari. L’attività antinfiammatoria dell’acido gamma-linolenico trova impiego in questa sindrome, con effetti di riduzione dei sintomi della mastodinia (dolore e gonfiore al seno).

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17168669

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