08-09-2016
L’inositolo, un membro del complesso B, è una di quelle vitamine di cui se ne parla pochissimo, forse per il fatto che siano in pochi a riconoscere le straordinarie virtù terapeutiche di questa sostanza per l’organismo umano. Già negli anni ‘40 due ricercatori, Gross e Kesten, riferirono sulla strabiliante efficacia dell’inositolo nella guarigione di ammalati di psoriasi i cui indici di colesterolo erano al di sopra del normale. Essi annunciarono sul New York State Journal of Medicine che non meno di 55 su 64 pazienti avevano ottenuto una significativa riduzione del tasso di colesterolo del sangue dopo aver preso un preparato a base di inositolo. Qualche anno più tardi, altri due scienziati, Felch e Dotti, riferirono lo stesso tipo di risultati quando questo fattore vitaminico B venne somministrato a un altro gruppo di pazienti: 30 diabetici che soffrivano del ben noto rialzo del tasso di colesterolo. Questi ricercatori affermarono su Proceedings of the Society for Experimental Biological Medicine che i loro test dimostravano che l’inositolo era di reale valore nell’abbassamento del colesterolo nel siero di sangue, almeno nei diabetici. Nel medesimo anno, Leinwand e Moore riferirono sull’American Heart Journal di aver avuto anch’essi dei risultati incoraggianti usando l’inositolo per regolare lipidi anormali, o grassi come il colesterolo. Essi avevano somministrato 3 grammi al giorno a pazienti che presentavano sintomi di aterosclerosi e dichiararono che, dopo un rialzo iniziale, si era verificata una caduta sostanziale nel colesterolo del sangue dopo la continuazione del trattamento. L’aumento iniziale era stato causato probabilmente dal fluire di depositi di colesterolo dalle arterie nella corrente sanguigna; e la caduta successiva era una conseguenza dell’escrezione o della scomposizione del colesterolo liberato. La capacità l’inositolo di demolire anormali depositi di grassi è stata anch’essa dimostrata dal suo uso in connessione col trattamento di infiltrazioni di grassi o cirrosi del fegato. Uno studio pubblicato su Proceedings of the Society for Experimental Biological Medicine ha dimostrato che la somministrazione di inositolo riduceva i grassi nel fegato a livelli prossimi alla normalità entro le 24 ore in pazienti nel cui fegato aveva avuto luogo una pesante infiltrazione di grassi come conseguenza di un accumulo nel tratto gastrointestinale. Evidentemente, la regolazione del colesterolo non è l’unica funzione dell’inositolo. Nessun osa come o perché ciò avvenga, ma questo fattore B, come è stato dimostrato, ha un moderato effetto inibitorio sul cancro. Una ricerca riportata su Science riferisce che iniezioni endovenose di inositolo hanno rallentato la crescita di tumori trapiantati. Altre ricerche riportate sul Journal of Urology riferiscono che quando l’inositolo venne somministrato a sei pazienti ammalati di cancro della vescica, i loro tumori si ridussero di volume, e scomparvero le tracce di sangue nelle urine. Uno studio apparso su Federation Proceedings riferisce che l’inositolo è stato usato con successo anche ella cura di lesioni nervose in certe forme di distrofia muscolare, ma soltanto quando usato in congiunzione con la vitamina E. Da sola, nessuna delle due vitamine ha alcun effetto. Similmente, l’inositolo, come hanno riferito alcuni ricercatori, ha maggior potere di demolire i grassi quando sia somministrato insieme a un altro fattore B, la colina, alla quale è imparentato.
E’ stato dimostrato che anche un altro fattore correlato, la biotina, ha una complessa relazione con l’inositolo, sia per il suo effetto sul grasso patologico nel fegato, sia per il benessere della flora batterica. Se tutto questo può suonare alquanto complicato, è perché veramente è fantasticamente complicato. E la scienza non è riuscita altro che a scalfire la superficie della questione. Le complessità metaboliche dell’inositolo sono tali che gli sperimentatori si sono frequentemente scontrati sulle loro scoperte. Alcuni risultati raggiunti da uno scienziato spesso non sono stati raggiunti da un altro. Ciò dimostrerebbe che nella questione sono implicati molti più fattori di quanto gli scienziati ne possano controllare nei loro laboratori. Indicativo della posizione nella quale ci troviamo attualmente, è il fatto che sebbene l’esistenza dell’inositolo sia stata scoperta in Europa nel 1950, la sua vera natura di vitamina non è stata riconosciuta fino al 1956. E vi sono ancora molte questioni aperte. La proprietà dell’inositolo di mobilizzare e ridurre il colesterolo ha qualche rapporto con la quasi identica azione della vitamina C? Le due vitamine sono forse sinergiche, come l’inositolo e la vitamina E per la cura delle lesioni nervose? E in che modo si ottenne di ridurre le dimensioni dei tumori e far cessare la comparsa di sangue nelle urine dei sei ammalati di cancro? Non esiste ancora nessuna risposta a tali questioni, ma due cose sono abbastanza sicure: l’inositolo ha importanti funzioni protettive per la salute umana, e molte persone non ne ricevono a sufficienza. Se così fosse, perché godrebbero di una salute migliore dopo averne ricevuto dosi supplementari? Non è il caso di prendere inositolo come vitamina isolata. Si conosce ancora troppo poco di come agisca (specialmente per ciò che riguarda i suoi effetti su altre vitamine ed enzimi) per usarne quantità sostanziose con effettiva sicurezza. E’ buona regola prendere sufficienti quantitativi di inositolo, sia in supplementi razionalmente composti sia in alimenti interi, dove si trova in forma ben equilibrata con il resto del complesso B. La questione della presenza dell’inositolo nei cibi è piuttosto interessante. Le fonti migliori sono il cervello di manzo, il cuore di manzo e il germe di grano, ma pochi mangiano abbastanza di questi cibi. Tuttavia l’uomo primitivo, quando uccideva un animale, ne mangiava il cuore, il fegato, il cervello e altri organi, e lasciava ad altri animali i tessuti muscolari, ovvero le bistecche. E quando mangiava dei semi, ne mangiava anche il germe, perché i suoi semi non erano stati raffinati. Oggi, tutto è cambiato. Non solo l’uomo mangia pane bianco privato del germe e della crusca, ma cerca quasi esclusivamente la bistecca, che è la fonte animale più povera di tutte in fatto di inositolo, e dà al proprio cane i visceri ricchissimi di sostanze alimentari. Non si può mettere in dubbio, insomma, che la maggior parte di noi riceva dosi significativamente minori di vitamina B di quanto non ne ricevessero i nostri progenitori durante i millenni in cui si è evoluta la nostra fisiologia e il nostro metabolismo. E’ possibile, naturalmente, che noi potremmo compensarci di questo se i nostri batteri intestinali ne ricavassero di più, ma non abbiamo motivo per crederlo. Se non altro, dobbiamo tener presente che gli antibiotici uccidono a miliardi i benefici batteri intestinali, e una miriade di altre sostanze chimiche, da quelle plastiche agli ormoni sintetici, si insinuano nel nostro sistema metabolico, diminuendo l’assorbimento di questa preziosa vitamina.