L'ICTUS POTREBBE ESSERE PROVOCATO DALL'INTESTINO.

15-06-2014

Dietro all’aterosclerosi e l’ictus potrebbe esserci un’alterazione della flora batterica intestinale, suggerisce un nuovo studio svedese, condotto da un team di ricercatori della Chalmers University of Technology e dell’Università di Göteborg e pubblicato su Nature Communications. L’aterosclerosi è una patologia a carico delle arterie che si caratterizza per un’infiammazione cronica e per la presenza al loro interno di pericolose placche di grassi, proteine e fibre. Questa sgradita presenza può essere causa di restringimento delle pareti delle arterie e trombi. Le complicazioni più diffuse sono proprio gli eventi cardiocircolatori come l’infarto del miocardio, l’angina pectoris e l’ictus. Tra le cause più comuni dell’aterosclerosi si ritiene vi sia una dieta scorretta, la sedentarietà, lo stress e altri fattori di cui non si è ancora del tutto certi. A queste, oggi, con il nuovo studio si aggiunge la possibilità che vi sia una causa intestinale e, per la precisione, un’alterazione della flora batterica che popola questo grande organo del corpo umano.
Se si tiene conto che il corpo umano contiene dieci volte più cellule batteriche che non normali cellule, e che la maggioranza di queste si trova proprio nell’intestino, è facile comprendere come quest’ultimo possa avere una grande influenza sulla salute in generale. Detti batteri, poi, contengono un enorme numero di geni oltre al genoma dell’ospite. Questa comunità batterica è nota con il nome di “metagenoma batterico”, ed è oggetto di studio da parte degli scienziati in una branca che prende, a sua volta, il nome di “metagenomica”. La metagenomica si occupa principalmente di analizzare il genoma di tutti i microrganismi presenti nell’organismo e, in questo specifico caso, nell’intestino.
I ricercatori svedesi sono partiti proprio dall’idea che molte malattie sono collegate alle modifiche del metagenoma, per arrivare alla conclusione che il metagenoma batterico intestinale sia correlato all’aterosclerosi e l’ictus. Per far ciò hanno coinvolto un gruppo di pazienti colpiti da ictus e un altro gruppo di persone sane, per poi confrontare le condizioni della flora batterica intestinale. Le analisi hanno permesso di scoprire che proprio nei pazienti colpiti dall’ictus vi era un’alterazione del microbiota. Nello specifico, ciò che hanno scoperto i ricercatori guidati da Fredrik Bäckhed – Professore di Medicina Molecolare all’Università di Göteborg – era che nei soggetti sani si trovavano in maggior numero i geni necessari per la produzione di carotenoidi; gli stessi carotenoidi, e uno in particolare, era presente in livelli maggiori nel sangue dei soggetti sani, rispetto a coloro che avevano subìto un ictus. La presenza pertanto di carotenoidi nel sangue, prodotti dai batteri intestinali, potrebbe spiegare una maggiore protezione dalle malattie indotte dall’ossidazione. I ricercatori ritengono che, in questi casi, sebbene siano molto diffusi gli integratori a base di carotenoidi come antiossidanti, è preferibile assumere probiotici per favorire un corretto sviluppo della flora batterica intestinale e lo sviluppo di batteri che producono carotenoidi. «I nostri risultati indicano che l’esposizione a lungo termine ai carotenoidi, attraverso la produzione da parte dei batteri nel sistema digestivo, ha importanti benefici per la salute – spiega Bäckhed nella nota CUT –. Questi risultati dovrebbero permettere di sviluppare nuovi probiotici». «Riteniamo inoltre che le specie batteriche contenute nei probiotici si possano stabilire come coltura permanente nell’intestino e abbiano un effetto a lungo termine – aggiunge il professor Bäckhed –. Esaminando la microflora batterica del paziente, poi, si dovrebbe anche essere in grado di sviluppare previsioni di rischio per le malattie cardiovascolari».

 

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23212374

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