SALICE BIANCO: L'ASPIRINA NATURALE PER LE INFIAMMAZIONI E I DISTURBI STAGIONALI.

24-01-2017

Le virtù terapeutiche della corteccia di salice bianco (Salix alba) sono note fin dall’antichità. Diffuso rimedio antireumatico e febbrifugo, il primo documento del suo uso è rintracciabile nel Papiro Ebers, scritto oltre 3.500 anni fa. La corteccia (in particolare quella dei giovani rami di 2-3 anni), contiene salicina, il precursore fitoterapico dell’aspirina (acido acetilsalicilico), anche se tutte le glicosidi fenoliche del salice possiedono effetti fisiologici e farmacologici similari. Nel tratto intestinale tali sostanze si convertono nel principio attivo, acido salicilico. A causa del tempo di conversione, le proprietà terapeutiche sono espresse più lentamente, ma continuano ad essere efficaci per un tempo maggiore di quello dei salicilati. La salicina svolge attività analgesiche e antinfiammatorie, simili a quelle dell’aspirina, inibendo la produzione di prostaglandine, sostanze importanti nella mediazione del dolore, dell’infiammazione e della febbre. Questo composto ha mostrato un’azione antiaggregante piastrinica minore di quella dell’acido acetilsalicilico. Particolare di importanza non secondaria, la salicina non presenta gastrolesività, al contrario dell’acido acetilsalicilico. Recenti studi clinici hanno mostrato l’efficacia della somministrazione dell’estratto secco di corteccia di salice bianco nel controllo del dolore lombare e nell’osteoartrite.

DISTURBI REUMATICI ACUTI E CRONICI

I salicilati sono stati utilizzati per circa un secolo per il trattamento delle malattie articolari, sia di natura infiammatoria che degenerativa. Recenti rassegne confermano questo ruolo che si esplica mediante l’attività antinfiammatoria e analgesica. E’ stato condotto uno studio randomizzato, doppio cieco, controllato con placebo, su 78 pazienti affetti da osteoartrite, per valutare l’efficacia terapeutica dell’estratto secco di corteccia di salice bianco titolato al 50% in salicina, a un dosaggio di 240 mg/die, per 2 settimane. I sintomi sono stati valutati con il WOMAC Osteoarthritis Index (indice di misurazione di dolore, rigidità e funzionalità). Al termine del trattamento è stato osservato un miglioramento del 14% nei soggetti del gruppo verum, rispetto a un peggioramento del 2% del gruppo placebo. In un altro studio, 120 pazienti con lombalgia hanno ricevuto giornalmente estratto secco di corteccia di salice contenente 120 o 240 mg di salicina o un placebo, per 4 settimane. I risultati hanno mostrato nel 39% dei soggetti del gruppo trattato con 240 mg di salicina la completa assenza di sintomi, mentre nel gruppo che ne aveva assunta 120 mg la percentuale risultò del 15%. Nel gruppo placebo fu del 6%.

CEFALEE E DOLORI D’ORIGINE FLOGISTICA

E’ stato recentemente osservato che il salice bianco riconosce, interagisce e coopera con i recettori 5-HT2a e 5-HT2c e i recettori 5-HT1d, che hanno mostrato di avere un ruolo nella profilassi dell’emicrania. Il salice bianco potrebbe favorire gli effetti della serotonina endogena a questi recettori durante l’attivazione trigemino-vascolare, risultando in un effetto triptano-simile, riducendo l’infiammazione neuronale. Secondo questo meccanismo, la durata e l’intensità del dolore dovrebbero essere ridotte. L’attività antinfiammatoria del salice potrebbe svolgere un ruolo negli effetti preventivi della cefalea, in particolare quando associato al partenio.

 

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/19140170

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17163262

 

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