17-10-2016
Invecchiando, molti risentono le conseguenze di un'alimentazione errata sotto forma di disturbi circolatori. Le arterie cominciano ad ispessirsi e perdono l'elasticità giovanile, rallentando il flusso del sangue attraverso il corpo. Fortunatamente, la natura ci ha provvisti di numerosi canali collaterali in cui il sangue può defluire, ma spesso è necessario che questi canali si aprano o si dilatino per poter far fronte al nuovo flusso circolatorio. Usando con successo l'acido folico nel trattamento dell'arteriosclerosi e delle ulcere agli arti inferiori, due fra i più comuni problemi circolatori che affliggono gli anziani, il dottor Tibor Kopjas ha dimostrato come questa innocua vitamina sia un mezzo efficace per migliorare la situazione circolatoria, quando è somministrata a scopi terapeutici. Il primo studio del dottor Kopjas, pubblicato sul Journal of the American Geriatrics Society, riguardava il trattamento dell'arteriosclerosi, o indurimento delle arterie. Dato che l'acido folico sembrava un efficace vasodilatatore nelle arterie più piccole, il dottor Kopjas era incuriosito dalla possibilità di usarlo nel trattamento dell'arteriosclerosi cronica diffusa, in cui le piccole arterie sono chiamate a svolgere un ruolo d'importanza vitale. Intraprese così la sperimentazione con un campione di 17 pazienti, che divise in 3 gruppi in base a età, durata della malattia e gravità del danno alle arterie. Nel primo gruppo, l'acido folico veniva somministrato per via endovenosa, in modo da determinare il suo effetto immediato sulle piccole arterie. Circa 40 minuti dopo l'iniezione i pazienti, già sofferenti di abbassamento della vista in conseguenza dell'insufficiente irrorazione degli occhi, mostravano un netto miglioramento: alla tavola optometrica, riuscivano a leggere due righe sotto il punto in cui erano arrivati prima dell'iniezione. Il secondo gruppo era formato da sette pazienti che presentavano una malattia vascolare periferica diffusa da almeno 10 anni. La maggior parte di loro rispose bene al trattamento con acido folico. Dopo l'iniezione, tutti provavano i segni di una migliore circolazione: una piacevole sensazione di calore al viso e alla testa nell'arco di 5 minuti, alle mani entro 10 minuti. I sei pazienti del terzo gruppo erano affetti da diabete mellito, con retinopatia diabetica (grave perdita della vista) e arteriosclerosi obliterante (ostruzione quasi completa delle arterie). Per quattro settimane presero una pasticca da 5 mg di acido folico al giorno: quattro pazienti osservarono un miglioramento della vista e un aumento della temperatura negli arti colpiti; in due di questi si ebbe la guarigione delle ulcerazioni precancerose alle dita dei piedi, una vistosa manifestazione di miglioramento circolatorio. Durante la sperimentazione, il dottor Kopjas non ha mai osservato aumento della pressione o del polso, nè si sono avuti effetti collaterali durante o dopo la ricerca. Via via che la circolazione negli arti inferiori si riduce, il tessuto comincia a deteriorarsi e basta un piccolo trauma, come un urto o una pressione continuata a produrre una piaga aperta che non si rimargina. Molti specialisti di geriatria sono convinti che queste ulcerazioni croniche delle gambe siano tra le forme più invalidanti che affliggono le gambe degli anziani. Proseguendo il suo lavoro sul trattamento con acido folico dei problemi circolatori, il dottor Kopjas ha descritto i successi ottenuti nella cura di queste ulcere sul Journal of the American Geriatrics Society. In questo articolo il dottor Kopjas spiegava che, dato che tutti gli elementi nutritivi, l'ossigeno, le sostanze immunitarie e le cellule difensive sono portate in circolo dal sangue, i pazienti che hanno dei vasi ostruiti si trovano a mancare localmente proprio di quegli elementi curativi di cui le ulcere avrebbero più di bisogno. Se si fosse potuto allargare il diametro dei vasi sanguigni, la guarigione delle ulcere si sarebbe accelerata: per questo l'autore decise di provare l'acido folico.
I pazienti scelti per la sperimentazione clinica (3 uomini e 7 donne) avevano un'età media di 61 anni. Quattro presentavano un'arteriosclerosi di grado dal medio al grave, con ulcere alle gambe; uno di questi aveva già subìto l'amputazione di una gamba sopra il ginocchio, a causa dello stato avanzato dell'ostruzione, con gangrena, ma anche in seguito, nonostante il trattamento continuo con i consueti medicamenti vasodilatatori, la parte residua della gamba rispondeva molto lentamente. In un altro era stato eseguito un intervento di chirurgia vascolare, con innesto venoso, date le gravi alterazioni circolatorie nelle gambe, ma appena due mesi dopo l'operazione si era formata una grossa ulcera su una gamba. Gli altri due pazienti arteriosclerotici presentavano piccole ulcere su tutte le dita dei piedi; le gambe erano fredde, con rallentamento della circolazione e un colore poco rassicurante. Gli altri sei pazienti avevano tutti difficoltà circolatorie agli arti inferiori, con ulcere croniche di varia grandezza. Il dottor Kopjas si limitò a prescrivere compresse da 5 mg di acido folico tre volte al giorno, per un periodo di tre mesi. Quattro dei più gravi, oltre a questo dosaggio, ricevevano due volte la settimana un'iniezione di 20 mg di acido folico. Tutti i pazienti ad eccezione di due non avevano nessun trattamento locale: le ulcere erano semplicemente fasciate con garza sterile (le due eccezioni presentavano edema e infezione, per cui vennero prescritti antibiotici e diuretici). Cinque pazienti del gruppo continuarono a prendere la dose di mantenimento di digitale, già prescritta. A parte questo, durante il periodo di tre mesi non furono usati altri farmaci. Nei pazienti con le ulcere più piccole (1-3 cm di diametro) si ebbe in sei-otto settimane una rimarginazione completa. Per le piaghe più grandi la guarigione prese 12 settimane. Dopo soli due mesi di trattamento con acido folico, si osservò una soddisfacente rimarginazione dell'ulcera anche nel moncone dell'amputato, che presentava un netto miglioramento (temperatura e colore della pelle) anche nella gamba integra. Per quanto riguarda il paziente sottoposto a chirurgia vascolare, l'ulcera comparsa in prossimità dell'innesto era completamente guarita in sei settimane, entrambi gli arti registrarono un notevole aumento della temperatura e il cammino migliorò sensibilmente. Solo in uno dei dieci casi non si ebbe la guarigione completa dell'ulcera nel termine delle 12 settimane, anche se la piaga si era ridotta quasi della metà: il dottor Kopjas riteneva che l'insuccesso parziale fosse imputabile ad atrofia cronica nelle dita dei piedi e a scadenti condizioni igieniche. Le radiografie che accompagnavano l'articolo mostravano come opera l'acido folico: sembra che crei percorsi ausiliari per la circolazione del sangue, quando le arterie maggiori sono ostruite. L'autore spiegava che "nei pazienti anziani, con difficoltà vascolari generalizzate, la scarsa irrorazione sanguigna non fornisce una pressione idrodinamica sufficiente a dilatare le piccole arterie e sviluppare i rami collaterali". E' qui che interviene l'efficace azione vasodilatatoria dell'acido folico sui vasi sanguigni più piccoli. Fra le terapie tradizionali delle ulcere croniche degli arti inferiori e delle vene varicose ci sono interventi chirurgici, aspirina, antibiotici, cortisone e analgesici, di cui si conoscono gli effetti collaterali potenzialmente pericolosi. Nessun effetto collaterale indesiderato si è avuto nel trattamento con acido folico.