16-12-2016
Le preparazioni a base di ippocastano e di escina (saponine totali) vengono da tempo utilizzate nella terapeutica delle patologie vascolari con ottimi risultati e numerosi sono ormai gli studi che confermano l’azione antiflogistica, antiedemigena e vitamino P-simile (diminuzione della permeabilità e della fragilità capillare): l’ippocastano attiva infatti la circolazione sanguigna e favorisce il ritorno venoso. Con la somministrazione giornaliera di ippocastano è stata dimostrata una riduzione dell’attività degli enzimi responsabili della degradazione dei proteoglicani. Viene ad essere così assicurata la coesione della parete vascolare: nei soggetti portatori di varici la concentrazione di tali enzimi (di origine lisosomiale) è assai aumentata. L’escina, oltre ad aumentare il tono venoso, è dotata di spiccata attività antinfiammatoria: agisce nella fase iniziale dell’infiammazione opponendosi alla formazione dell’edema e normalizza la permeabilità della parete vascolare che la flogosi ha aumentato. In più vi sarebbe un’azione surrenalo-dipendente. L’integrità anatomica funzionale del tessuto cortico-surrenalico risulta necessaria perché l’escina possa manifestare la sua azione. Se tale funzionalità, infatti, risulta alterata l’escina non dimostra alcuna attività. Due sono le ipotesi formulate: la prima prevede che l’escina abbia un’azione di stimolo diretta, o mediata dall’ipofisi per mezzo dell’ACTH, sulla corteccia surrenale in grado di determinare la liberazione di glucocorticoidi responsabili dell’attività antiedemigena; la seconda ipotesi prevede che l’escina venga trasformata a livello cortico-surrenalico in una nuova molecola dotata di intensa attività antinfiammatoria. Prove di laboratorio hanno segnalato che, se iniettata per via intraperitoneale nella cavia, aumenta la concentrazione plasmatica di ACTH e corticosterone per stimolazione ipofisaria. I risultati sono più netti se somministrata in profilassi. Il tempo di latenza che intercorre tra la somministrazione dell’escina e la comparsa dell’effetto farmacologico è di circa 16 ore. L’esculoside (glucoside cumarinico) altro componente del fitocomplesso, potente inibitore della lipossigenasi e ciclossigenasi, svolge attività antiflogistica ed analgesica.
E’ consigliabile utilizzare gli estratti totali (contenenti escina) nella prevenzione delle malattie vascolari, nelle stasi venose, nel trattamento delle emorroidi, degli spasmi vascolari e nella tromboflebite, situazioni nelle quali si otterrà un sicuro e pronto miglioramento. Tali preparati vengono, inoltre, utilizzati con efficacia nella dismenorrea e nella congestione pelvica (prostatismo, affezioni uterine). Le preparazioni a base di ippocastano servono, fra l’altro, per combattere i crampi muscolari notturni. Le proprietà spasmolitiche e coronarodilatatrici dell’ippocastano sono oggetto di ricerca. Recentemente la proantocianidina A2, una sostanza isolata dalla corteccia, ha mostrato un effetto protettivo verso i danni da UV, grazie alle sue marcate proprietà antiossidanti. Esternamente l’ippocastano viene impiegato in preparati topici atti a trattare quadri di insufficienza venolinfatica (gambe pesanti, crampi, parestesie ecc.) e fragilità capillare (ecchimosi, petecchie ecc.), nel trattamento delle mialgie, delle nevralgie, del reumatismo (attivazione della circolazione sanguigna) oltre che nel trattamento delle emorroidi, varici e contusioni diverse. Grazie all’effetto sulla permeabilità capillare gli estratti totali e l’escina hanno trovato applicazione anche in cosmetica. L’attività microvasculocinetica rende, inoltre, i preparati della pianta utili nel trattamento della cellulite e della caduta dei capelli. Rientra, infatti, nella composizione di shampoo “fortificanti” del capello.